Rassegna stampa formazione e catechesi

COONESTARE

Luce della vita nuova big“La presenza in tali relazioni di elementi positivi, che in sé sono pur da apprezzare e valorizzare, non è comunque in grado di coonestarle e renderle quindi legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore.” (Dal Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso, 15.03.2021)

Cum Honestare, rendere onesto, ha in sé una dimensione positiva. Vi sono infatti delle scelte, in ordine al vero, al bello e al giusto che cambiano la natura radicalmente.

E così la professio fidei del Buon Ladrone trasforma e rende onesta la vita di quest’uomo sino a poco prima disonesto, ladro e meritevole di dura condanna e lo apre, grazie a Cristo Crocifisso e prossimo, all’ora di Dio, nell’oggi al Paradiso.

E così la vocazione di Matteo che, rubando sulle imposte e cercando la piacioneria dei romani con l’opportunismo e per interesse, restituisce ciò che aveva sottratto moltiplicandolo ed inizia a seguire il Cristo. Matteo introduce la sua vocazione con la guarigione del paralitico non a caso, come un intro di autobiografia

“Che cosa infatti è più facile: dire «Ti sono perdonati i peccati», oppure dire «Àlzati e cammina»? Ma, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati - disse allora al paralitico -, prendi il tuo letto e va' a casa tua».” (Mt. 9, 5-6)

Ed egli stesso afferma di sé, senza sconto alcuno, che era un peccatore con scelte e comportamenti lontani dal rispetto di sé e dell’altro, ma che ha incontrato la Misericordia di Dio in Cristo, Medico e Maestro, Vita e Verita e che questo gli ha cambiato la vita:

«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt. 9,12)

Dio compie questi miracoli, rende onesto il disonesto se il disonesto risponde alla Grazia e compie scelte che accompagnano il Bene visto, intuito, ricevuto.

Non solo con intimo assenso ma con comportamenti che nascono da questa intimità trasformata. Se ascolta lo Spirito che urge e trasforma il Chaos in Cosmos, in ordine.

Anzitutto ordine interiore e poi ordine esteriore. Anzi più l’ordine esteriore si manifesta più conferma l’ordine interiore in un rinnovato habitus di vita nuova nello Spirito Santo. Perché questo è il senso di “natura” illuminata e sostenuta nella Grazia. La fatica di quel tuffo di fede, nello Spirito Santo, cambia la natura, rende ri-scritta, ri-progettata una natura ferita, talvolta senza colpa grave personale.
Ad ogni modo Dio compie tali miracoli e il braccio di Dio non si è raccorciato ma occorre la scelta interiore salda che si manifesta e si conferma in scelte rinnovate e di taglio con ciò che è il peccato e con scelte non oneste.

Come ho scritto a lungo ne “Chiesa e omosessualità: fare chiarezza nella carità” occorre ricordare che Gratia supponit naturam et extendit eam. “Insomma occorre cogliere quell’anelito alla Vita Eterna presente disordinatamente nella pulsione omo-affettiva e direzionarlo verso la sua estensione di Carità”.

Tuttavia il termine coonestare può assumere anche una valenza negativa, come di per sé ha assunto, da quel che ricordo, dal Manzoni in poi

“.. Un pretesto qualunque, per coonestare la licenza data a un paggio, non era difficile a trovarsi..” (I promessi sposi, Alessandro Manzoni)

Ed infatti Coonestare significa, ordinariamente, rendere onesto ed onorabile ciò che non lo è, e farlo in maniera mendace, bugiarda, tutt'altro che ingenua. Spesso con giustificazioni che, nella piacioneria pubblica e talvolta pastorale, diventano idealizzazioni, mode, spiritualizzazioni. Spiritualizzazioni che, come è ben noto, toccano tutti, conservatori e progressisti. Né ne siamo esenti noi né ne sono esenti gli uomini di Chiesa, dobbiamo vigilare sempre.

Perché ciascuno di noi ha quella "capacità" mortifera, tanto più se dotto, di aggiustarsi le cose secondo interesse e non secondo la Grazia di Cristo e il lume dello Spirito. Perché larga è la via della perdizione e stretta la via della sequela e dell'onestà del cuore.

La precisione di questa parola è infatti chirurgica. Penetra ben più a fondo del “giustificare e legittimare”, che nel male può assumere un ché di difensivo. Il coonestare svela l’intenzionalità di un atto proprio di chi è o si crede moralmente al di sopra, padrone, legislatore e che, talvolta, con quella supponenza irridente accomoda il lurido, spiritualizzandolo, cercando di schiarire l’impuro e il melmoso addomesticandolo a sé e agli altri. Insomma una vendita spregevole colma di vanità di una truffa del Bene.

Leggiamo nel Corriere della Sera del 16 marzo una intervista al Card. Semeraro. Facendo lo storno, netto ed evidente, tra ciò che realmente è stato detto dal Cardinal Semeraro e da ciò che viene scritto dal giornalista e comprendendo bene le buone intenzionalità pastorali del prelato che traspaiono da quelle affermazioni riportate, rileviamo, tuttavia, che vengono dette delle cose gravi e che si prestano a fraintendimento pubblico.

CdS 16 MAR 2021Leggiamo:

Gian Guido Vecchi: Poco tempo fa il Papa diceva di essere favorevole al riconoscimento delle unioni civili omosessuali...

Card. Semeraro: «Ma quello è un discorso diverso, riguarda la legislazione statale, e sono d’accordo anch’io. È positivo che si riconoscano diritti e doveri reciproci, un fatto di rispetto, anche perché implica un impegno».

Gian Guido Vecchi:  E il «peccato»?

Card. Semeraro:  «Che una persona sia peccatrice o meno non si vede in base all’unione, non c’è una logica esterna, ha a che fare con l’interiorità di ciascuno. Credo che l'atteggiamento più equilibrato sia non giudicare la situazione interiore. Resta il fatto che la Chiesa non può legittimare una unione che non è prevista dalle Sacre Scritture».

Ora, sulla prima domanda avevamo, e non da soli, svelato che il contesto a cui il papa si riferiva non era affatto quello delle Unioni civili ma altro.
Persino il Cardinale di Stato, su richiesta del Santo Padre, aveva chiarito la corretta lettura con una lettera ai Vescovi dell'America Latina tramite i nunzi
del documentario "Francesco".
Il riconoscimento civico di tali unioni non solo non è pertinenza della Chiesa ma non è approvato dalla morale naturale in sé. Le unioni civili per così dire, sono un ossimoro giuridico fatto dagli uomini per giustificare ciò che non è giustificabile per natura e finalità.

Tanto più che la Chiesa, tramite la Congregazione per la Dottrina della Fede, ne prese atto e fece chiarezza già dal 2003. (Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali - Congregazione per la Dottrina della Fede, il 3 giugno 2003, Memoria dei Santi Carlo Lwanga e Compagni, Martiri).

Alla risposta alla seconda domanda appare chiara la divisione, tutta immorale, che si fa tra interiorità e comportamenti. Trasformando l’interiorità in interiorismo. Truffa manichea e divisoria che il politicamente corretto ama particolarmente, in special modo dal pensiero illuministico in poi, relegando il peccato, la giustizia (e la religione) in scelte personali, ma il Vangelo ricorda a noi, proprio con le chiamate dei convertiti, che le cose non stanno proprio così. E il Vangelo disciplina, per i credenti, ciò che è morale e ciò che non lo è sia a livello intenzionale sia a livello di comportamenti che compiono le intenzionalità. Infatti, “quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. Non c’è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia. La scelta della disobbedienza e del male è un abuso della libertà e conduce alla schiavitù del peccato” (CCC, 1733)

Non si è giusti interiormente facendo scelte oggettivamente che conducono al disordine.

E l’autonomia dei linguaggi, del linguaggio religioso e del linguaggio  laico, non rende le persone schizofreniche, bipolari, politeiste come sé nella coscienza personale si obbedisce a Dio ed esteriormente si obbedisce alle continue evoluzioni dello Stato mosso dalle mode e dai pruriti del tempo. Questa schizofrenia immorale lasciamola a qualche “cattolico” in politica che dice che ha giurato sulla Costituzione e non sulla Bibbia.

In un contesto liquido per non dire fumoso affermare che non “c’è una logica esterna” è un autogol pastorale che conduce le persone non alla bellezza del Vangelo ma le conferma nel delirio soggettivistico in cui siamo immersi.

Esiste, infatti, una morale che illumina ogni uomo

“La legge naturale esprime il senso morale originale che permette all'uomo di discernere, per mezzo della ragione, il bene e il male, la verità e la menzogna” (CCC 1954).

Ed ancora

«La legge naturale è iscritta e scolpita nell'anima di tutti i singoli uomini; essa infatti è la ragione umana che impone di agire bene e proibisce il peccato. [...] Questa prescrizione dell'umana ragione, però, non è in grado di avere forza di legge, se non è la voce e l'interprete di una ragione più alta, alla quale il nostro spirito e la nostra libertà devono essere sottomessi» (Leone XIII, Lett. enc. Libertas praestantissimum: Leonis XIII Acta 8, 219)

Se non vi fosse legge naturale non si potrebbe distinguere una legge buona da una cattiva. Piuttosto, il “sentire” soggettivo, del soggetto o di un gruppo, e persino sociale, animato da buonissime intenzioni non lo rende inerrante. Anzi potrebbe rendere lecito ciò che oggettivamente non lo è. E questo perché non è automatica una maturata auto-coscienza al Bene ma a volte si manifesta la volontà in una democrazia ineducata e disonesta, di chiamare ciò che è male bene e ciò che è bene male.

Le scelte, rese vita e comportamenti, ci strutturano e ci educano, formano la coscienza morale, la rafforzano. Aiutano a comprendere, ad esempio, che se la Catechesi non è Catecumenato, rischia di essere una mera nozione teologica (o accademica) un contenuto di nozione vuoto che non ha toccato ed evangelizzato tutte le zone oscure del cuore. Magari stupirà gli ascoltatori, gli accademici e il "popolo borghese", forse prendere gli apprezzamenti social, ma quella conoscenza è falsa come l’immenso intelletto del “nemico” svuotato dalla Scienza e dalla Sapienza.

Non perché la grazia non potrebbe ma perché noi, avallando la schizofrenia tra interiorità e prassi abbiamo impedimento la reale trasformazione e cammino nel Bene della persona.

Agli esami di teologia morale affermare che le scelte esteriori sono slegate da un a-priori interiore rischia di metterci in condizione di non passare quell’esame.

Ora, passi per l’esame non passato ma, scusate il gioco dei termini, qui è in gioco la Vita vera delle persone. Quella Vita Vera che la Chiesa ha ricevuto ed ha il dovere di annunciare, certamente con gradualità, camminando a fianco, con l’odore dell’amore, con la pazienza di Cristo, con timore e tremore ma senza sconti. Se ama. E questo è il punto amare veramente questi fratelli e queste sorelle.

Ma su questo ha già autoritativamente ed adeguatamente risposto la Congregazione per la Dottrina della Fede, con l’avallo di Pietro, nel testo che abbiamo riportato all’inizio e nell'intero Responsum
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La presenza in tali relazioni di elementi positivi, che in sé sono pur da apprezzare e valorizzare, non è comunque in grado di coonestarle e renderle quindi legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore [...]  La risposta al dubium proposto non esclude che vengano impartite benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale, le quali manifestino la volontà di vivere in fedeltà ai disegni rivelati di Dio così come proposti dall’insegnamento ecclesiale [..] Nel contempo, la Chiesa rammenta che Dio stesso non smette di benedire ciascuno dei suoi figli pellegrinanti in questo mondo, perché per Lui «siamo più importanti di tutti i peccati che noi possiamo fare».

Ciò che non è onesto, per scelta ed intima natura, nonostante alcuni elementi positivi presi in sé, non può diventare onesto ed è, in sé, imbenedibile.

Ora tutti sentiamo il divario interiore tra la legge naturale e la nostra fragilità, ma è cosa buona essere onesti, non cercare fughe che rendano coonestabile le nostre miserie.

Senza cercare affannosamente giustificazioni oggettive, legittimazioni pubbliche che sanno di toppa su un vestito vecchio e di otri vecchi

“«Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi.” (Lc. 5, 36-38)

Ricorda C. S. Lewis “Non riesco, cioè, a osservare sempre la legge naturale, e appena qualcuno mi fa notare che non la osservo, nella mia mente nasce una sfilza di scuse lunga da qui a lì. La questione non è se siano o meno scuse valide: è che queste scuse sono la riprova di quanto profondamente, ci piaccia o no, crediamo alla legge naturale. Se non crediamo che bisogna comportarsi bene, perché ci affanniamo tanto a scusarci per non averlo fatto?” (C.S.Lewis, Il cristianesimo così com’è, Adelphi, 1997, pp.25-31)

E che Dio ci illumini e ci aiuti nel non truffare la Chiesa e noi stessi. E nel piacere a Cristo ed amare sinceramente, onestamente, i fratelli e le sorelle.

Paul Freeman



-> VD anche

https://it.aleteia.org/2020/10/23/evgeny-afineevsky-estratto-unioni-civili-papa-francesco/

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2020/10/23/famiglie-omosex-cio-che-il-papa-ha-detto-e-cio-che-gli-hanno-fatto-dire/