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LA PRESENZA RILEVANTE DELLE DONNE NELLA CHIESA

papa francesco e le donne“Papa Francesco e le donne”, un libro che potrebbe suscitare una vera e significativa discussione all’interno della Chiesa. Scritto a quattro mani da due giornaliste esperte di fatti e questioni femminili, Giulia Galeotti e Lucetta Scaraffia, pubblicato da “Il Sole 24 Ore” (2014). Un libro che nasce dal mensile, “donne chiesa mondo”, de “L’Osservatore Romano” e soprattutto raccoglie tutti i discorsi che papa Francesco ha fatto sul tema delle donne. Nella prima parte, il testo intende leggere la Storia e l’attualità dal punto di vista delle donne, siano esse religiose o laiche. In particolare il testo raccoglie le risposte che i Papi contemporanei hanno dato alle richieste di una presenza femminile più rilevante all’interno dell’istituzione. Mentre nella seconda parte Lucetta Scaraffia, riassume i nodi storici e teologici connessi al problema della questione femminile, non solo nella società, ma anche nella Chiesa. Doverosa una precisazione, le autrici del libro, almeno così pare, non accettano le tesi culturali del femminismo radicale, bensì vogliono illustrare le argomentazioni di un certo femminismo cattolico, una terza via, libero da certa tradizione che farebbe parte della Chiesa cattolica, istituzione patriarcale, edificata sulla diseguaglianza tra due categorie di fedeli.

Pertanto come scrivono entrambi le scrittrici il testo non vuole fare letture ideologiche dei fatti storici. Comunque sia il primo “femminista della Storia”, per la Galeotti è Nostro Signore Gesù Cristo, “Non solo rispetto alla società in cui egli visse, ma anche rispetto al contesto in cui viviamo noi, donne e uomini del XXI secolo. Gesù e il suo messaggio restano infatti emancipatori come nessuno, né prima né poi”. Gesù nella sua vita terrena ha dato esempi meravigliosi di rottura con le leggi molto sfavorevoli nei confronti delle donne. Uno per tutti, l’episodio della donna che aveva perdite di sangue da dodici anni, raccontato dall’evangelista Marco (5, 25-34). Un atteggiamento rivoluzionario quello di Gesù, “lasciandosi toccare dalla donna intoccabile al pari di una lebbrosa, rompe il tabù religioso dell’impurità mestruale”.

Del resto nel momento più importante del cristianesimo, cioè nella Resurrezione, Gesù Cristo ha scelto di rivelarsi sotto la sua nuova forma a una donna e questo, per il contesto sociale e giuridico del tempo, “ha una portata dirompente”, proprio perché le donne non avevano nemmeno la capacità di testimoniare. Dunque le donne nel Vangelo sono protagoniste eccome, diciamo che sicuramente non sono escluse dall’annuncio della buona novella. Pertanto, oltre all’opzione preferenziale di Gesù per i poveri esiste anche quella per le donne.

“Attratte dagli insegnamenti su poligamia, ripudio e infanticidio, le donne sono state fondamentali per la diffusione e il radicamento del cristianesimo. Furono loro a veicolare la nuova religione”. Ma poi si pensi al ruolo fondamentale della Madre di Gesù, che anche lei rompe gli schemi del tempo, una giovane ragazza che dice “Si” a Dio, accettando uno sconvolgente messaggio: “Maria parla poco, ma fa tanto”. Dopo di lei la Chiesa è piena di donne straordinarie eroiche come Elena, madre del primo imperatore cristiano, Costantino, la leggendaria Orsola, che avrebbe portato a Roma in pellegrinaggio undicimila vergini.

“L’uguaglianza del cristianesimo entra nel quotidiano”, scrive la Galeotti, infatti, “il cristianesimo non si è limitato a petizioni di principio, ma ha finito con il trasformare nel quotidiano la vita dei fedeli”. Si pensi al matrimonio, la Chiesa si fa portatrice di una rivoluzionaria concezione del vincolo ponendo il marito e la moglie sullo stesso piano. E poi con tutte le conseguenze del sacramento tra uguali, come la questione che a entrambi è richiesto il dovere della fedeltà, e questo per le autorità laiche era una lettura inimmaginabile.

La Galeotti evidenzia una certa emancipazione della donna grazie alla Chiesa. Per esempio quando si entra in convento, “ le ragazzine imparavano a leggere e scrivere, venivano istruite, potevano studiare, tutte possibilità precluse a quante nelle classi povere erano destinate a matrimonio e maternità”. Peraltro l’americana, Emily James Putnam, potrà scrivere: “nessuna istituzione ha mai concesso alle donne quelle possibilità di valorizzazione di cui esse hanno goduto in convento”. Infatti le suore in convento, “trovandosi libere dallo stato di soggezione a cui le confinava il ruolo di mogli e di madri, le religiose sfuggivano alle fatiche e alle sofferenze fisiche che, nella società del tempo, gravavano sulle donne feconde delle classi umili”. Certamente per la Galeotti, l’insieme poliedrico degli ordini religiosi, nonostante il prevalere della misoginia delle gerarchie, ha disegnato “un preziosissimo spazio di libertà intellettuale e di conoscenza”. La Galeotti, cita il grado di cultura di certe figure straordinarie di donne cristiane, per lo più sante come Ildegarda di Bingen (1098-1179), grazie al suo genio multiforme, ha dato importanti contributi alla medicina, alla musica, alla poesia e alla teologia. Nell’XI secolo emerge la figura della badessa, “spesso ignorata o sottovalutata”. E poi le sante per eccellenza, che hanno cambiato la Storia della Chiesa, si pensi a Chiara di Assisi e a Caterina di Siena. Chiara, una “donna nuova nella valle di Spoleto”, addirittura, diventerà tra le prime scrittrici della letteratura italiana. La sua amicizia paritaria con l’altro colosso della Chiesa, Francesco di Assisi.

La Galeotti percorrendo la Storia della Chiesa, giungendo all’Ottocento afferma che con la secolarizzazione, e quindi con l’emergere delle ideologie nate dalla rivoluzione francese, sono vertiginosamente calate le vocazioni religiose maschili, e nello stesso tempo, aumentate quelle femminili, fino a superare i primi. Grazie alle donne la Chiesa non viene frantumata e in questo periodo si afferma Teresa Eustochio Verzieri, fondatrice delle “Figlie del Sacro Cuore di Gesù”, definita dal suo biografo la “guerrigliera di Dio”, visse combattendo e morì combattendo. Combatté contro le autorità civili del tempo, fortemente antireligiose anticlericali, ma anche contro le diffidenze e i luoghi comuni delle autorità ecclesiastiche. La verzieri è stata canonizzata nel 2001 da San Giovanni Paolo II. A questo punto la Galeotti, propone delle interessanti riflessioni su queste suore dell’Ottocento che da sole hanno creato una “imponente rete di opere assistenziali (scuole, ospedali, orfanotrofi, strutture di assistenza a poveri, analfabete ed emarginati) le religiose hanno dimostrato eccezionali capacità di coglierne i bisogni e di individuarne le soluzioni imprenditoriali, muovendosi con autonomia e creatività”. In pratica queste suore sono delle vere imprenditrici, che hanno supplito alle mancanze dello Stato liberale nascente, ma hanno “significativamente contribuito al miglioramento della società nel suo complesso, attraverso un’azione concreta di promozione umana”. La Chiesa nel suo complesso ha sempre e ovunque contribuito allo sviluppo della società. Il libro cita all’esempio straordinario di Santa Francesca Cabrini (1850-1917), fondatrice e imprenditrice. Ma poi anche Armida Barelli, Adelaide Coari, tra le tante donne laiche, né mogli né suore, esponenti di quel femminismo cattolico, che con poca ideologia e tanti fatti , hanno saputo svolgere importanti ruoli di responsabilità .

Concludo rinviandovi al prossimo appuntamento per trattare la seconda parte del libro.



Rozzano MI,1 dicembre 2014

S. Eligio vescovo                                                                                 DOMENICO BONVEGNA                                                                                                                                    Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.