Ai malati nell’aula Paolo VI
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- Creato: 30 Settembre 2015
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Prima di recarsi in piazza San Pietro, il Papa ha incontrato nell’aula Paolo VI i numerosi malati che hanno voluto partecipare all’udienza generale nonostante il tempo incerto. Ecco il saluto rivolto loro.
Buongiorno! Vi saluto tutti. L’udienza di oggi ci sarà in due posti: qui e in piazza. Siccome il tempo sembrava essere un po’ brutto, abbiamo preso la decisione che voi siate qui, tranquilli, più comodi, e possiate vedere l’udienza sul maxi schermo. Vi ringrazio tanto per questa visita e vi chiedo di pregare per me. La malattia è una cosa brutta, e ci sono i medici — sono bravi! — gli infermieri, le infermiere, le medicine, tutto, ma è sempre una cosa brutta. Ma c’è la fede, la fede che ci incoraggia, e quel pensiero che a tutti noi viene: Dio si è fatto malato per noi, cioè ha inviato suo Figlio, che ha preso su di sé tutte le nostre malattie, fino alla croce. E guardando Gesù con la sua pazienza, la nostra fede viene più forte. E sempre con la nostra malattia andiamo, con Gesù accanto, presi per mano da Gesù. Lui sa cosa significa la sofferenza, Lui ci capisce e Lui ci consola e ci dà forza. E adesso do a tutti voi la benedizione, chiedo che il Signore vi benedica e vi accompagni. Ma prima preghiamo la Madonna. [Ave Maria... Benedizione]
© Osservatore Romano - 1 ottobre 2015
Buongiorno! Vi saluto tutti. L’udienza di oggi ci sarà in due posti: qui e in piazza. Siccome il tempo sembrava essere un po’ brutto, abbiamo preso la decisione che voi siate qui, tranquilli, più comodi, e possiate vedere l’udienza sul maxi schermo. Vi ringrazio tanto per questa visita e vi chiedo di pregare per me. La malattia è una cosa brutta, e ci sono i medici — sono bravi! — gli infermieri, le infermiere, le medicine, tutto, ma è sempre una cosa brutta. Ma c’è la fede, la fede che ci incoraggia, e quel pensiero che a tutti noi viene: Dio si è fatto malato per noi, cioè ha inviato suo Figlio, che ha preso su di sé tutte le nostre malattie, fino alla croce. E guardando Gesù con la sua pazienza, la nostra fede viene più forte. E sempre con la nostra malattia andiamo, con Gesù accanto, presi per mano da Gesù. Lui sa cosa significa la sofferenza, Lui ci capisce e Lui ci consola e ci dà forza. E adesso do a tutti voi la benedizione, chiedo che il Signore vi benedica e vi accompagni. Ma prima preghiamo la Madonna. [Ave Maria... Benedizione]
© Osservatore Romano - 1 ottobre 2015