Videomessaggio del Santo Padre in occasione del lancio della Missione 4.7 e del Global Compact on Education, 16.12.2020

educazione globalePubblichiamo di seguito il testo del Videomessaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato ai partecipanti all’incontro che si tiene oggi presso la Casina Pio IV, in occasione del lancio della Missione 4.7 e del Global Compact on Education, sul tema “La educación es un acto de esperanza”:

Videomessaggio del Santo Padre

La educación es un acto de esperanza

Señoras y señores:

La educación es siempre un acto de esperanza que, desde el presente, mira al futuro. No existe la educación estática. La reunión de hoy en la Casina Pío IV es un acto de esperanza y solidaridad generacional, de esperanza y solidaridad intergeneracional. Los jóvenes líderes y los educadores globales se están reuniendo desde todas partes del mundo para promover un nuevo tipo de educación, que permita superar la actual globalización de la indiferencia y la cultura del descarte. Dos grandes males de nuestra cultura, la indiferencia y el descarte.

Este ha sido un año extraordinario de sufrimiento por la pandemia de Covid-19; un año de aislamiento obligado y exclusión, de angustia y crisis espirituales y de no pocas muertes, y de una crisis educativa sin precedentes. Más de mil millones de niños han enfrentado interrupciones en su educación. Cientos de millones de niños se han quedado atrás en las oportunidades de desarrollo social y cognitivo. Y en muchos lugares, las crisis biológica, psíquica y económica han empeorado mucho por las crisis políticas y sociales aparejadas.

Ustedes se han reunido hoy en un acto de esperanza; un acto de esperanza para que los impulsos de odio, divisiones e ignorancia puedan y sean superados a través de una nueva buena onda, digamos así, una nueva buena onda de oportunidades educativas basadas en la justicia social y en el amor mutuo, un nuevo pacto global para la educación lanzado ya en octubre con alguno de los presentes. Ante todo, les agradezco por reunirse hoy para hacer crecer nuestras esperanzas y planes compartidos en una nueva educación que fomente la trascendencia de la persona humana, el desarrollo humano integral y sostenible, el dialogo intercultural y religioso, la salvaguardia del planeta, los encuentros por la paz y la apertura a Dios.

Las Naciones Unidas ofrecen una oportunidad única para que los gobiernos y la sociedad civil del mundo se unan tanto en la esperanza como en la acción por una nueva educación. Cito con gusto el mensaje de reconocimiento de san Pablo VI a las Naciones Unidas, dice así: «Vosotros habéis cumplido, señores, y estáis cumpliendo una gran obra: Enseñar a los hombres la paz. Las Naciones Unidas son la gran escuela donde se recibe esta educación». La Constitución de la UNESCO, adoptada en 1945 al final de la tragedia de la Segunda Guerra Mundial, reconoció que «puesto que las guerras nacen en la mente de los hombres, es en la mente de los hombres donde deben erigirse los baluartes de la paz». Hace setenta y cinco años que los fundadores de la UNESCO pidieron «asegurar a todos el pleno e igual acceso a la educación, la posibilidad de investigar libremente la verdad objetiva y el libre intercambio de ideas y conocimientos... a fin de que los pueblos se comprendan mejor entre sí y adquieran un conocimiento más preciso y verdadero de sus respectivas vidas» (Preámbulo).

En nuestro tiempo, en el que el pacto educativo mundial se ha quebrado, veo con satisfacción que los gobiernos se han comprometido nuevamente a poner en práctica estas ideas mediante la adopción de la Agenda 2030 y de los Objetivos de Desarrollo Sostenible de la ONU, en sinergia con el pacto global sobre la educación.

En el corazón de los Objetivos de Desarrollo Sostenible está el reconocimiento de que la educación de calidad para todos es una base necesaria para proteger nuestro hogar común y fomentar la fraternidad humana. Tal como el pacto global para la educación, así también fundamentalmente, el ODS 4 compromete a todos los gobiernos a “garantizar una educación inclusiva, equitativa y de calidad, como asimismo promover oportunidades de aprendizaje durante toda la vida, y esto para todos”.

El pacto global para la educación y la misión 4.7 trabajarán juntos por la civilización del amor, la belleza y la unidad. Permítanme decirles que espero que ustedes sean los poetas de una nueva belleza humana, una nueva belleza fraterna y amigable, como de la salvaguardia de la tierra que pisamos. No se olviden de los ancianos y de los abuelos portadores de los valores humanos más decisivos. Gracias por lo que hacen y, por favor, no se olviden de rezar por mí. Gracias.

© http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino.html - 16 dicembre 2020


 

Pubblichiamo, in una traduzione dallo spagnolo, il testo del videomessaggio inviato da Papa Francesco ai partecipanti all’incontro sul tema «La educación es un acto de esperanza», che si tiene il 16 e il 17 dicembre in Vaticano, presso la Casina Pio IV, in occasione della «Missione 4.7» avviata in sinergia con il Global Compact on Education lanciato dallo stesso Pontefice. Il simposio, in parte online, è promosso dalla Pontificia accademia delle Scienze sociali e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite e ha come finalità l’implementazione del 4° obiettivo dell’Agenda Onu 2030 per uno sviluppo sostenibile («Garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti») e del suo punto 7 («un’educazione volta a uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali»).

Signore e Signori,

l’educazione è sempre un atto di speranza che, dal presente, guarda al futuro. Non esiste l’educazione statica. La riunione di oggi nella Casina Pio IV è un atto di speranza e solidarietà generazionale, di speranza e solidarietà intergenerazionale. I giovani leader e gli educatori globali si stanno riunendo da ogni parte del mondo per promuovere un nuovo tipo di educazione, che permetta di superare l’attuale globalizzazione dell’indifferenza e la cultura dello scarto. Due grandi mali della nostra cultura, l’indifferenza e lo scarto.

Questo è stato un anno straordinario di sofferenza per la pandemia di Covid-19; un anno d’isolamento obbligato ed esclusione, di angoscia e crisi spirituali e di non poche morti, e di una crisi educativa senza precedenti. Più di un miliardo di bambini hanno affrontato interruzioni nella loro educazione. Centinaia di milioni di bambini sono rimasti indietro nelle opportunità di sviluppo sociale e cognitivo. E, in molti luoghi, le crisi biologica, psichica ed economica sono state molto aggravate dalle crisi politiche e sociali correlate.

Vi siete riuniti oggi in un atto di speranza; un atto di speranza affinché gli impulsi di odio, divisioni e ignoranza possano e siano superati attraverso un nuovo buon clima, diciamo così, un nuovo buon clima di opportunità educative basate sulla giustizia sociale e sull’amore reciproco, un nuovo Patto Globale per l’Educazione lanciato già a ottobre con alcuni dei presenti. Prima di tutto, vi ringrazio per esservi riuniti oggi per far crescere le nostre speranze e piani condivisi in una nuova educazione che promuova la trascendenza della persona umana, lo sviluppo umano integrale e sostenibile, il dialogo interculturale e religioso, la salvaguardia del pianeta, gli incontri per la pace e l’apertura a Dio.

Le Nazioni Unite offrono un’opportunità unica affinché i governi e la società civile del mondo si uniscano sia nella speranza sia nell’azione per una nuova educazione. Cito con piacere il messaggio di riconoscenza di san Paolo VI alle Nazioni Unite, dice così: «Signori, voi avete compiuto e state compiendo un’opera grande: l’educazione dell’umanità alla pace. L’onu è la grande scuola per questa educazione». La Costituzione dell’unesco, adottata nel 1945, al termine della tragedia della Seconda Guerra Mondiale, riconobbe che «poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere poste le difese della pace». Settantacinque anni fa i fondatori dell’unesco chiesero di «garantire a tutti il completo e identico diritto all’educazione, la libera ricerca della verità oggettiva e il libero scambio delle idee e delle cognizioni... ai fini di una migliore comprensione e di una più precisa e più reale conoscenza dei loro [dei popoli] rispettivi costumi» (Preambolo).

Nel nostro tempo, in cui il patto educativo mondiale si è infranto, vedo con soddisfazione che i governi si sono impegnati nuovamente a mettere in pratica queste idee mediante l’adozione dell’Agenda 2030 e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’onu, in sinergia con il patto globale sull’educazione.

Al centro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile c’è il riconoscimento del fatto che l’educazione di qualità per tutti è una base necessaria per proteggere la nostra casa comune e promuovere la fraternità umana. Come il Patto Globale per l’Educazione, così fondamentalmente anche l’obiettivo 4 impegna tutti i governi a «garantire un’istruzione di qualità inclusiva e paritaria e di promuovere opportunità di apprendimento permanente e questo per tutti». Il Patto Globale per l’Educazione e la Missione 4.7 lavoreranno insieme per la civiltà dell’amore, la bellezza e l’unità. Permettetemi di dirvi che spero che voi siate i poeti di una nuova bellezza umana, una nuova bellezza fraterna e amichevole, come pure della salvaguardia della terra che calpestiamo. Non vi dimenticate degli anziani e dei nonni portatori dei valori umani più decisivi. Grazie per quello che fate e, per favore, non vi dimenticate di pregare per me. Grazie.

© Osservatore Romano - 17 dicembre 2020


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