Liturgia

La Confessione

benedettoxvi- La legge nel cristianesimo ha questa funzione, di aprire la via allo Spirito e di favorirne l'azione vitale anche se da sé non può dare la vita. La confessione è il mettere davanti a Dio tutte le cose che abbiamo fatto che impediscono la nascita della vita che Lui vuole darci o che la fanno abortire: quelli che la Chiesa chiama peccati mortali sono gli anticoncezionali e gli abortivi spirituali, precludono totalmente la via alla vita; quelli veniali sono quelli che la ostacolano più o meno fortemente. Non sempre si capisce tutto delle istruzioni del medico ma bisogna fidarsi; non è che uno dice: «finché non capisco perché non devo fare motocross quando sono incinta e cosa fisiologicamente succede in questi casi continuerò a farlo!» Fidati! Anche se non capisci tutto, capirai dopo.

Del resto noi abbiamo quasi un istinto per salvaguardare certe nostre funzioni, così anche per la vita spirituale.

E' assurdo dunque pensare di essere indegni di aprirsi a Lui, sarebbe come pensare di avere la casa così sporca da vergognarsi di chiamare l'impresa di pulizie: è il lavoro loro!

Tu devi aprirgli la porta e fargli vedere chiaramente dov'è la sporcizia, Dio lo sa meglio di te, ma devi dirglielo lo stesso.

Non è un giudizio ma un incontro d'amore.

Chi non si vuole confessare è perché gli importa più del motocross che del bambino: fai pure!

Quando sarai solo e vecchio ti farai consolare dalla tua moto arrugginita invece che da un figlio!

                                                                         

Motivazioni che rendono necessaria la confessione attra­verso il sacerdote:

1)Teologica. Dio ha voluto che la Sua grazia passasse attraverso la Chiesa e non perdona chi disprezza la Sua sposa amatissima: il perdono di Cristo lo incontriamo nella Chiesa (Gv 20,22)

2)Psicologica. La verbalizzazione dei problemi è necessa­ria e di grande giovamento per la persona umana così come l'aiuto del sacerdote: l'uomo funziona così, finché non verbalizza ed esprime le cose gli rimangono dentro.

3)Confronto con una oggettività. Senza un confronto non riusciamo  a distinguere il nostro Super-Io da Dio  e non sappiamo se ciò che crediamo peccato lo è o al contrario se ciò che non crediamo che lo sia effettivamente non lo è: dobbiamo uscire dalle nostre proiezioni.

4) Comunitaria. Il peccato non è affare nostro così come la nostra vita non è affare nostro. Noi siamo fatti per amare, per salvare gli altri e se manchiamo a questa missione trasciniamo gli altri nel male o comunque non li aiutiamo. Il nostro peccato si riversa su tutti e danneg­gia tutti e tutta la Chiesa: è quindi giusto che la confessione sia davanti alla Chiesa.


Non ha senso che tu ti scandalizzi che il confessore ti chieda determinate cose: se deve cercare di guarirti deve andare a vedere la radice dei tuoi problemi e delle tue difficoltà. La barzelletta del carabiniere con il dito rotto mi sembra che qui potrebbe andare benissimo. Tu senti male dappertutto perché la tua percezione è distorta o qualcosa di radicale. Sarebbe come uno che va dal dottore, gli dice che sente dolore e poi quando quello gli chiede qualche precisazione o gli chiede di spogliarsi gli dice che preferirebbe non dire nient'altro.


vd anche:

Il grande peccato

Senso di colpa e coscienza di colpa

La Gelosia, riflessione biblica ed indicazioni pastorali

La confessione, sorgente viva di gioia

LA DIREZIONE SPIRITUALE