NIHIL SUB SOLE NOVUM

Margaret Bourke White gargoyle Chrysler Building New York 1935 Fotografia Oscar GraubnerRicordo che nel dicembre del 1980 ero ricoverato al Gemelli per una indagine approfondita ad alcune allergie per cui ero andato già due volte in shock anafilattico. Ricovero di un mese con miriadi di test allergometrici esterni e farmacologici per sapere quello che già sapevo, allergico all’Aspirina e a tutti i Pirazolonici.
Nel ricovero conobbi una donzella di 7 anni più grande con cui nacque un affetto e un’attrazione. Era una ragazza di 22 anni femminista militante da anni. Ricordo come fosse oggi le ampie discussioni in ordine alla Fede ed anche sulle scelte morali che ne venivano. Lei cercava di convincermi a quello che oggi si potrebbe chiamare “unione queer” e che allora si chiamavano, collettivisticamente, “comuni”, su cui avrebbe voluto coinvolgermi. Ero giovane assai ma le fragilità umane e le contraddizioni antropologiche di quel sistema sbandierato e “sposato” per “distinguersi” dalla “famiglia borghese” (perché questo è il punto focale) erano assai evidenti. E con il passare dei giorni erano evidenti anche a questa giovane donna ormai navigata e per certi versi bruciata che, però, ora, alla luce di chi è passato alla Casa del Padre di recente, con tutto il suo bagaglio ideologico e ostinatamente ideologico, è occasione di ricordo orante.

Nihil sub sole novum,
nec valet quisquam dicere: Ecce hoc recens est:
jam enim præcessit in sæculis quæ fuerunt ante nos.
(Qoelet 1,10)

Cambiano i tempi ma il cuore dell’uomo, pur avendo un disperato bisogno di Cristo come annunciato dalla Chiesa, compie tutte le giravolte possibili per crearsi un’alternativa a propria immagine e somiglianza. Ad-intra e ad-extra. L’ideologia compie campioni di tuffo carpiato nel nulla per un briciolo di selfismo.
E nel gesto disperato del termine della vita ti chiede anche di contraddire ciò che hai chiesto pubblicamente, esequie religiose e (probabilmente) dispersioni delle ceneri nei mari di Corea.. un po' come dire a mo' di Albertone:
"io so' io e voi nun siete 'n'c...".

Come può essere contorto il nostro io fatto per Dio che alla fine si ingolfa.
Su questo rimane solo la Pietà che è Preghiera ma anche il memento che chi poteva dire qualcosa in paternità e maternità, non l'ha detto o non lo ha detto adeguatamente, con l'appartenenza e l'amore che si deve a chi è membra di Cristo.

Paolo Cilia