Rassegna stampa Speciali
Parole di benvenuto di Sua Beatitudine Cardinale Louis Raphaël Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei, Presidente dell’Assemblea dei Vescovi Cattolici d’Iraq
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- Creato: 06 Marzo 2021
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Santità,
con molta gioia, a nome mio e a nome di Sua Beatitudine il Patriarca Siro-Cattolico Ignazio Youssef III Younan, e degli eminenti pastori delle chiese cattoliche in Iraq, le rivolgo il benvenuto nella terra di Abramo, padre dei credenti, con un’espressione popolare che ripetiamo nell’accogliere i nostri pastori: b-shaina, b-shaina, o Papa d-mar‘itha, ossia benvenuto o Padre della nostra chiesa.
È una grande gioia per tutti gli iracheni. La Vostra visita è un segno del tuo interesse per le chiese Orientali.
Vi ringraziamo per questa vostra visita coraggiosa, che approfondisce in noi la fiducia nel Signore, e ci incoraggia a continuare nella vita con fede e costanza, a consolidare le nostre relazioni fraterne vicendevoli, tra cristiani, e con in nostri compatrioti musulmani, che amiamo come fratelli, come li avete chiamati nella vostra lettera enciclica “Fratelli tutti”.
I cristiani erano la grande maggioranza all’arrivo dei musulmani nel nostro paese, e diedero molto ai musulmani, anzi i nostri antenati hanno creato un modello di coesistenza, contribuendo notevolmente alla cultura; oggi siamo diventati una minoranza, ma siamo una minoranza viva e attiva e abbiamo contribuito alla costruzione dell'Iraq e allo sviluppo della sua cultura.
In questi ultimi anni siamo stati sottoposti a molte difficoltà, pericoli e persecuzioni e la migliore testimonianza è questa cattedrale dei siriani cattolici in cui siamo riuniti, che è stata oggetto di un bombardamento criminale il 31 ottobre 2010: durante la santa messa 48 martiri sono stati uccisi, tra cui due nostri giovani sacerdoti, Tha’er e Wasim, e molti sono rimasti feriti. Nell'agosto 2014, l'ISIS ha fatto fuggire tutti i 120.000 cristiani dalla piana di Ninive e da Mossul, e ringraziamo Dio per il fatto che queste aree sono state liberate nel 2017 e 50% dei loro abitanti sono tornati.
Nonostante ciò che ci ha colpito e il nostro dolore, abbiamo preservato la fede, la nostra serenità spirituale e la nostra solidarietà fraterna, e tutte le chiese hanno fatto un grande lavoro per stare accanto alle persone danneggiate, per aiutarle e alleviare il loro dolore.
Santità,
questa vostra visita paterna ci dà la forza di superare le avversità, ci rassicura che non siamo dimenticati, e genera in noi fiducia ed entusiasmo per continuare il nostro cammino di fede e di testimonianza evangelica, nonostante le difficoltà, e per contribuire con i nostri compatrioti musulmani e gli altri a costruire il nostro paese su regole solide e a stabilire i valori della cittadinanza e della convivenza sulla base di una fraternità rispettosa della diversità e del pluralismo. A Dio piacendo, grazie
alle vostre preghiere, al vostro continuo interessamento, e alla buona volontà degli iracheni, usciremo dalle nostre crisi verso un futuro migliore.
Grazie.
© Sala Stampa Santa Sede - 5 marzo 2021
con molta gioia, a nome mio e a nome di Sua Beatitudine il Patriarca Siro-Cattolico Ignazio Youssef III Younan, e degli eminenti pastori delle chiese cattoliche in Iraq, le rivolgo il benvenuto nella terra di Abramo, padre dei credenti, con un’espressione popolare che ripetiamo nell’accogliere i nostri pastori: b-shaina, b-shaina, o Papa d-mar‘itha, ossia benvenuto o Padre della nostra chiesa.
È una grande gioia per tutti gli iracheni. La Vostra visita è un segno del tuo interesse per le chiese Orientali.
Vi ringraziamo per questa vostra visita coraggiosa, che approfondisce in noi la fiducia nel Signore, e ci incoraggia a continuare nella vita con fede e costanza, a consolidare le nostre relazioni fraterne vicendevoli, tra cristiani, e con in nostri compatrioti musulmani, che amiamo come fratelli, come li avete chiamati nella vostra lettera enciclica “Fratelli tutti”.
I cristiani erano la grande maggioranza all’arrivo dei musulmani nel nostro paese, e diedero molto ai musulmani, anzi i nostri antenati hanno creato un modello di coesistenza, contribuendo notevolmente alla cultura; oggi siamo diventati una minoranza, ma siamo una minoranza viva e attiva e abbiamo contribuito alla costruzione dell'Iraq e allo sviluppo della sua cultura.
In questi ultimi anni siamo stati sottoposti a molte difficoltà, pericoli e persecuzioni e la migliore testimonianza è questa cattedrale dei siriani cattolici in cui siamo riuniti, che è stata oggetto di un bombardamento criminale il 31 ottobre 2010: durante la santa messa 48 martiri sono stati uccisi, tra cui due nostri giovani sacerdoti, Tha’er e Wasim, e molti sono rimasti feriti. Nell'agosto 2014, l'ISIS ha fatto fuggire tutti i 120.000 cristiani dalla piana di Ninive e da Mossul, e ringraziamo Dio per il fatto che queste aree sono state liberate nel 2017 e 50% dei loro abitanti sono tornati.
Nonostante ciò che ci ha colpito e il nostro dolore, abbiamo preservato la fede, la nostra serenità spirituale e la nostra solidarietà fraterna, e tutte le chiese hanno fatto un grande lavoro per stare accanto alle persone danneggiate, per aiutarle e alleviare il loro dolore.
Santità,
questa vostra visita paterna ci dà la forza di superare le avversità, ci rassicura che non siamo dimenticati, e genera in noi fiducia ed entusiasmo per continuare il nostro cammino di fede e di testimonianza evangelica, nonostante le difficoltà, e per contribuire con i nostri compatrioti musulmani e gli altri a costruire il nostro paese su regole solide e a stabilire i valori della cittadinanza e della convivenza sulla base di una fraternità rispettosa della diversità e del pluralismo. A Dio piacendo, grazie
alle vostre preghiere, al vostro continuo interessamento, e alla buona volontà degli iracheni, usciremo dalle nostre crisi verso un futuro migliore.
Grazie.
© Sala Stampa Santa Sede - 5 marzo 2021