
"Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza".
(Dal Vangelo della Presentazione del Signore, Lc 2,22-40)
Cosa distingueva la famiglia di Nazareth con quell'unico bimbo da molte altre venute per la presentazione?
Agli occhi feriti, i nostri, nulla.
Ma agli occhi carichi di Scienza di Simeone vuol dire tutto.
Qui la differenza per Simeone e per tutti coloro che invocano e coltivano, incessantemente, il dono di Scienza.
È infatti questo dono che consente di vedere quello che la ragione, soprattutto per le nostre ferite, è incapace di vedere.
È la Scienza dello Spirito quell'unzione che fa vedere Dio proprio dove Egli si nasconde e si è nascosto.
Il dono di Scienza è il collirio, è la bussola, è la polarizzazione.
Ora, poichè la storia non è solo un susseguirsi di eventi, drammatici o belli, macroscopici o microscopici, ma, soprattutto, l'agire di Dio nel tempo, è fondamentale avere questo dono.
Non è un dono "misticheggiante" che rende "ebeti" e disincarnati. No.
È il dono per vedere con Sapienza e cogliere l'agire di Dio e tutta la speranza che ne comporta in esso.
Sono questi "occhi" che abbisognano del collirio dello Spirito.
Sono i miei poveri occhi che desiderano finalmente di vedere.
È la mia cecità curva sul male che attende che le cataratte siano infrante dalla Scienza di Dio.
È lo Spirito che va invocato incessantemente per "vedere la salvezza del Signore".
La Scienza, come dono dello Spirito, dunque, non è un dono accessorio ma fondamentale per intuire, co-intuire e vedere ciò che Dio compie nella storia.
Nella storia personale e comunitaria.
Mio è l'occhio, che ho ricevuto, ma dall'alto viene la Luce che dona al mio occhio la visione di ciò che è.
Non sono io la Luce, non posso darmi la Luce, ma posso e devo aprire il mio occhio alla Luce che tutto scalda, illumina, trasfigura e svela.
Senza umiltà non vi è Scienza.
Il discernimento vocazionale ha bisogno di questo dono.
I pastori hanno bisogno di questo dono.
I direttori spirituali ed i diretti ne hanno necessità vitale.
Il Papa, i vescovi e tutti i sacerdoti hanno bisogno di questo dono.
I papà hanno bisogno di questo dono.
Tutti i cattolici hanno bisogno di questo dono, tanto più se operano con ruoli e ministeri di servizio sociale e pubblico.
Ma è un dono delicatissimo che si ottiene e si mantiene nella preghiera e nella devozione, anzi ancor più nella prostrazione;
si sorregge nella carità sincera e si alimenta con la catechesi e lo studio umile.
È un dono che richiede l'invocazione costante dell'angelo custode, perché gli angeli vivono di Scienza.
È un dono di profezia e come tutti i doni di profezia sincera si radica su un cuore umile, obbediente, sottomesso, scarnificato, umiliato e nascosto.
Eroso dalla potente ed amorosa mano di Dio.
È un dono che Simeone ha coltivato ed alimentato ma ha ricevuto in pienezza grazie alla visita della Santa Famiglia.
È dono legato alla Bellezza e alla Gioia.
Simeone fa eco alla gioia esultante dei Magi al vedere della Stella.
Anche Simeone, come i Magi, esce fuori da sé.
Questo produce la Luce di Scienza, uscire fuori da sé a causa della Gioia.
Gioia che probabilmente i Magi hanno raccontato ai genitori di Gesù e che, ora, gli stessi genitori sentono riverberata in un uomo di Dio.
Perché la Gioia riverbera nella Gioia. Ce lo ha insegnato Elisabetta ce lo ha mostrato Maria, donna tutta di Scienza.
Ce lo ha mostrato senza alcuna parola Giuseppe, angelo di Cristo fatto Scienza.
Pertanto chiunque si appresti a desiderare la pienezza di questo dono lo chieda a Gesù per l'intercessione dei suoi genitori, per intercessione di Maria e di Giuseppe.
Anzi incontri proprio la Santa Famiglia, nella preghiera, se desidera il dono di Scienza.
Perché Gesù è la Scienza stessa e la Santa Famiglia è quella che la custodisce e la dona, donando Lui.
Ed è la Santa Famiglia che con te gioisce della Luce delle genti.
-> VD anche
Il dono di Scienza dello Spirito Santo