I SANTI E GLI ANIMALI

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La Chiesa e il creato

I SANTI E GLI ANIMALI
breve excursus

 
santantantonio-abateSan Antonio Abate.
Coma, Egitto, 250 ca. – Tebaide (Alto Egitto), 17 gennaio 356

Antonio abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto, intorno al 250, a vent'anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l'Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, sant'Atanasio, che contribuì a farne conoscere l'esempio in tutta la Chiesa. Per due volte lasciò il suo romitaggio. La prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia. La seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Conciliio di Nicea. Nell'iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) o animali domestici (come il maiale), di cui è popolare protettore. (Avvenire)
Per proteggere gli animali domestici e di allevamento spesso si esponeva un'immagine del Santo in prossimità delle cuccie o delle stalle.
E'il primo santo "ecologigista" della Chiesa, in cui l'armonia tra uomo e natura è un dono della grazia di Dio. Riconciliazione e rispetto che non nega, anzi presuppone, la scala gerarchica ontologica di importanza delle creature, di cui l'uomo, fatto ad immagine e somiglianza di Dio, è il vertice, il custode ed il corretto fruitore.





11111 San Macario JESSICA ANGIOLINISan Macario
Visse in Egitto nel 350 d.C. Festa il 19 gennaio

Macario era un eremita e viveva nel deserto, lavorando e pregando Dio. Un giorno si presentò alla sua grotta una iena, uno degli animali più pericolosi che vivono in Africa. Teneva tra i denti un cucciolo e forse cercava un riparo. Il santo vide che il cucciolo era cieco e ne ebbe compassione. Pregò Dio, lo benedisse e il cucciolo ci vide di nuovo. Subito andò a prendere il latte da sua madre, che felice e in qualche modo riconoscente, salutò il santo e se ne andò per la sua strada.








22222 San KARILEF cardellino ILARIA BUCCISan Karilef ( Calais )
Visse nel nord della Francia nel 500 d.C. Festa il 1 luglio

Il passo di Calais, in Francia, prende il nome dal paese di Calais, che a sua volta prende il nome da questo santo: Calais o Karilef , a secondo della lingua che si usa. Egli era un monaco e come tutti quelli che vivevano lontano dalle città aveva spesso a che fare con il creato e le creature di Dio.

A Calais, o Karilef come uno preferisce, accadde di dare alloggio a dei cardellini nel suo stesso cappuccio. Stava infatti lavorando e aveva appeso il suo cappuccio ad un ramo, quando si accorse che intorno a lui si erano radunati sui rami cardellini, cinciallegre, fringuelli, lucherini, merli… che cantavano e volavano festosi qua e là. Contento di quella allegra compagnia mandata dalla Provvidenza, Calais lavorò fino a sera. Quando fu ora di tornare a casa si accorse che nel cappuccio c'era un piccolo uovo bianco.

Anziché buttarlo, lo lasciò nel cappuccio, che rimise appeso al ramo al posto di prima. Quando tornò il giorno dopo vide che le uova erano quattro. Decise allora di lasciare che la natura facesse il suo corso e fu premiato quando dopo un po' di giorni vide involarsi quattro bei cardellini dal suo stesso cappello.

Non paia strana questa vicenda, visto che ai giorni nostri capita persino che alcuni uccelli nidifichino nei motori delle ruspe, mentre gli operai le stanno usando, approfittando delle ore in cui sono ferme. Cosa che io stesso ho visto accadere in Maremma.


33333 San Benedetto GIULIA PAVINSan Benedetto. Patrono d'Europa.
Visse a Subiaco e Montecassino, in Italia, nel 500 d.C. Festa il 11 luglio.

Benedetto aveva una regola: ora et labora. Il che vuol dire: prega e lavora. E poiché lui faceva proprio così non sempre era apprezzato dagli altri monaci che lo conoscevano, tanto che tentarono di avvelenarlo offrendogli del pane di morte. Ma Dio con la sua Provvidenza aiuta sempre i suoi figli e così… Ecco come andò.

Benedetto aveva addomesticato un corvo che ogni giorno veniva a mangiare del pane dalle sue mani. Quel giorno, illuminato dallo Spirito Santo sul fatto che il pane era avvelenato, Benedetto disse al corvo –Fratello corvo , prendi questo pane e portalo dove nessuno potrà mai né trovarlo né mangiarlo- . Il corvo se ne andò col pane nel becco, come faceva ogni giorno e tutti pensarono che se lo sarebbe mangiato e sarebbe morto, nonostante San Benedetto e le sue parole. Invece dopo pochi minuti il corvo tornò indietro, senza nulla in bocca e si posò vicino a Benedetto, aspettando il pane quotidiano. Il santo gli diede del pane buono e lo benedisse, ringraziando Dio di averlo esaudito e di aver mostrato a tutti il suo amore per l'uomo.



44444 San Marculfo SIMONA NANNINISan Marculfo
Visse nel nord della Francia, vicino allo stretto della Manica, nel 550 d.C. Festa il 1 maggio

Molti cristiani nel Medio Evo si rifugiavano lontano dalle città per vivere in umiltà, povertà e semplicità nelle montagne e nei boschi, luoghi di caccia per nobili e non. Ecco perché gli episodi che raccontano di santi e animali hanno a che fare a volte con la caccia. Erano infatti i cacciatori che nelle foreste si trovavano davanti queste scene di armonia tra uomini e animali, come Adamo nel Paradiso Terrestre e poi lo raccontavano a tutti. E così fu per san Marculfo, che ebbe la stessa sorte di Calais con il Bufalo e di Basolo con il cinghiale. Solo che qui si trattava di una lepre. Una lepre inseguita dai cacciatori, trovata tra le braccia di san Marculfo. –Ti vogliono ammazzare, povera lepre?- disse il santo. –Come osi impadronirti della preda del re? Rendimi quella lepre o ti taglio la testa!- disse il cacciatore. Non fece in tempo a finire la frase che il cavallo lo scaraventò a terra lasciandolo ferito e tramortito. I compagni di caccia, che erano cristiani e sapevano che era meglio non offendere le persone consacrate a Dio, si avvicinarono al monaco sacerdote e lo pregarono di guarire il loro amico. Marculfo non se lo fece ripetere due volte. Si alzò, si avvicinò al ferito e pregò Gesù di guarirlo, cosa che accadde subito. Quando il re seppe dell'accaduto ordinò di non dare più nessun fastidio a quel santo prete e di cacciare altrove.



55555 San Cadoc RICCARDO BUCCISan Cadoc
Visse in Galles nel 570 d.C. Festa il 21 settembre

Anche i santi mangiano, e bevono, e dormono… Così anche san Cadoc non viveva solo di Bibbia e di preghiere. Ogni tanto doveva pure mangiare. Quel giorno stava leggendo la Bibbia e pregando, ma aveva una fame… Erano parecchie ore che non mangiava nulla e non sapeva che fare. La coscienza gli diceva che Gesù aveva resistito 40 giorni, lui poteva resistere ancora, ma la pancia gli diceva che sarebbe stato molto felice se la Provvidenza gli avesse portato qualcosa da mangiare… Mentre stava in questo stato d'animo, vide un topolino, piccolo e bianco che correva ai piedi del suo tavolo. Il topolino depositò un chicco di grano ai suoi piedi e scomparve. Poco dopo ritornò e lasciò un secondo chicco. E poi ancora e ancora.. Incuriosito, Cadoc si alzò e seguì il topolino fino ad un mucchio di grano, che stava lì sul sentiero, forse caduto da un carretto di passaggio. Cadoc capì subito che quella era la risposta di Dio ai suoi desideri e pianse di gioia, decidendo in cuor suo che si sarebbe dedicato con più fervore e dedizione alla vita solitaria contemplativa. Ma Dio aveva altri progetti e dopo alcuni mesi gli mandò un cinghiale dal pelo bianco. Cadoc, che non ne aveva mai visto uno, lo seguì fino ad una radura bellissima. Qui lo Spirito santo gli mostrò la visione di un convento pieno di monaci che pregavano e di visitatori che tornavano a Dio. Cadoc capì. Iniziò a costruirlo. La Provvidenza gli mandò dei discepoli e la visione si realizzò esattamente.


66666 San Basolo SIMONA NANNINISan Basolo
Visse vicino a Reims in Francia nel 600 d.C. Festa il 26 novembre

Basolo amava molto la Bibbia. Aveva anche costruito un bel leggio di legno per mettercela sopra. La apriva e stando in piedi la leggeva. A volte in silenzio, a volte ad alta voce, soprattutto quando voleva insegnare la Parola di Dio a quelli che venivano a trovarlo. Un giorno, mentre stava leggendo il libro dei Salmi, arrivò un grosso cinghiale che si infilò nella sua casetta di legni e frasche. Si mise ai piedi del leggio e rimase lì, sdraiato sulle sue zampe, enorme, nero e possente. Il santo, assorto in contemplazione, pur avendo ben visto il cinghiale, continuò a leggere e a pregare la Bibbia. Quando arrivarono i cacciatori, da cui il cinghiale era fuggito, si fermarono meravigliati ad osservare la strana scena della bestia immobile e docile, che ascoltava il santo. Stettero tutti lì finché Basolo non ebbe finito le sue preghiere. Dopo di che i cacciatori salutarono il monaco e gli promisero che nessuno avrebbe più ucciso un animale che si trovasse a vivere nei pressi della sua casetta nel bosco.




77777 San Cuthbert CHIARA BUCCIANTINISan Cuthbert
Visse nell'Inghilterra del Nord, Scozia e Irlanda nel 650 d.C. Festa il 20 marzo

Usciva all'aperto a pregare, a volte camminando sulla spiaggia e inoltrandosi nelle acque del mare intorno alla sua isola, l'isola di Farne, che ora è diventata una riserva naturale. In quel mare del nord Europa, Cuthbert osservava molte specie di uccelli marini e tra essi gli edredoni, di cui è santo patrono. Ma sono le lontre gli animali più legati a questo santo. Accadeva infatti che quando la sera andava sul mare a parlare con Dio, le lontre gli si avvicinavano fino a toccarlo. Gli animali infatti non hanno molta paura dei santi, perché sentono che in essi c'è la presenza del loro Creatore. E anche perché i santi non li trattano male e non li uccidono senza motivo. Dunque i suoi discepoli videro più volte questo fatto: Cuthbert circondato dalle lontre che saltavano vicino a lui rincorrendosi e a volte gli si strusciavano ai piedi e alle gambe, come per riscaldarlo.

 



88888 Sant Egidio ASIA THOMPSONSant Egidio ( Gilles )
Visse in Provenza , Francia, nel 700 d.C. Festa il 1 settembre

Quando era giovane, sant Gilles fece un atto di fede in Dio. Sapeva che nel Vangelo è scritto: - Cercate il Regno dei Cieli e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in più-. Così decise di fidarsi delle parole di Gesù e di andare vivere, eremita solitario, in un bosco vicino al fiume Rodano, nella Francia del sud.

Abitava in una grotta, usava il legname e le frasche per ripararsi e mangiava i frutti del bosco. Per consolarlo nella sua solitudine e per nutrirlo meglio, la Provvidenza gli mandò una cerva. Questo splendido e grande animale passava ogni mattina vicino alla sua grotta. Egidio con calma se la fece amica e riuscì ad addomesticarla, così che poteva mungerla senza spaventarla. E così oltre ai frutti di bosco, Egidio ebbe anche del latte per molti giorni. Ogni volta che la cerva stava per andarsene, la benediceva e ringraziava Dio, che è davvero fedele alle parole di suo Figlio Gesù.



99999 SanUberto LUISA PIANIGIANISant'Uberto
Visse in Belgio nel 700 d. C. Festa il 30 maggio.

Successore di san Lamberto, vescovo di Maastricht , in Belgio, Uberto era stato da ragazzo un cacciatore appassionato. Un venerdì santo era andato a caccia, invece di andare a messa per dare gloria a Gesù Cristo, che proprio un venerdì santo aveva sacrificato la sua vita sulla croce per salvare gli uomini dall'inferno e dal giudizio di condanna di Dio. Cercava la preda più ambita dai cacciatori: un bel cervo maschio. Giunto in una radura vide proprio ciò che cercava. Uno splendido cervo maschio adulto, con un meraviglioso palco di corna. Anziché fuggire il cervo si girò e lo fissò negli occhi. Mentre Uberto lo guardava, stupito, vide apparire tra le corna del cervo una luce, che prese forma di una croce luminosa. Nella sua mente udì queste parole –Uberto, se non ti converti e non torni da Dio, andrai all'inferno- .   Il giovane, che era cresciuto in una famiglia cristiana e che viveva in un popolo dove tutti avevano un minimo di religiosità, capì subito e bene quell'avvertimento. Tornò subito in città, lasciò il cavallo e si incamminò verso la cattedrale.   Quando fu vecchio, ancora ricordava bene quell'episodio della sua gioventù e nel raccontarlo, gli occhi si facevano umidi di lacrime, mentre il suo cuore si riempiva di gratitudine e di amore per Dio che lo aveva salvato.



santa-ildegardaSanta Hildegarde di Bingen
Visse in Germania nel 1100

Hildegarde fu una mistica, chiamata la profetessa del Reno, il fiume più importante della Germania. Ebbe visioni, rivelazioni e profezie. Fu ascoltata e stimata da molti. Fin da bambina ebbe il dono di vedere le cose come le vede Dio. Un giorno stava con sua madre. Camminavano nei prati e raccoglievano fiori. C'erano delle mucche al pascolo, come è normale in molti posti in Europa. Hildegarde guardò una mucca più grossa delle altre. La fissò e poi disse alla mamma: -Mamma! Guarda che bel vitellino!-. Sua madre si girò intorno, ma non vide nessun vitellino e gli rispose: -Hilde, non c'è nessun vitellino qui… solo mucche-. La bimba ripeté : -Ma sì, mamma, guarda lì, nella pancia di quella mucca. Non lo vedi il vitellino, come si muove?-. La donna osservò attentamente l'animale, ma non riuscì proprio a cogliere niente, se non una pancia piena dalla gravidanza. Intanto Hilde continuava a descrivergli il piccolo. E come era fatto. E come era il cordone ombelicale. E come teneva gli occhi chiusi e le zampe ripiegate… mentre parlava, sua madre iniziò a capire… Sua figlia, la sua bambina vedeva realmente il vitellino. Lo vedeva attraverso la pelle e la carne della pancia della mucca. Lei aveva sentito raccontare di santi e di sante che avevano dei poteri straordinari e da quel giorno iniziò a guardare la sua Hilde considerandola una anima prediletta, scelta e consacrata a Dio. E fu così. Hildegarde divenne una monaca e una badessa. La più famosa della Germania. E per tutta la vita ebbe il dono di vedere attraverso le cose, come lo Spirito Santo le permetteva di vedere. Scrisse anche dei libri sulle cose che vedeva dove si descrivono i corpi degli esseri viventi, i pianeti , le stelle e i misteri di Dio.


11111111 San Francesco GIOVANNI LOMBARDOSan Francesco di Assisi.
Patrono d'ITALIA
Visse in Italia nel 1200 d.C. Festa il 4 ottobre

A La Verna, in provincia di Arezzo, c'è un posto santo: è il luogo dove san Francesco di Assisi ricevette da Dio le stigmate, cioè le stesse ferite di Gesù crocifisso, alle mani, ai piedi e al costato. Lì vicino c'è la cappella degli uccelli. Essa ricorda un miracolo avvenuto la prima volta che Francesco arrivò sul quel monte. Andò così… Francesco amava stare in preghiera con Dio, in contemplazione, in estasi, e cercava luoghi nascosti, isolati, lontani dal chiasso e dai mercati della gente.
Un uomo aveva questo bosco, sul dirupo detto de La Verna e volle donarlo a Francesco. La prima volta che egli vi giunse Dio diede questo grande segno, per far capire che proprio lì sarebbe accaduto qualcosa di molto importante e di bello. Uno stormo di uccelli, di varie specie, si radunò intorno al santo. Alcuni stavano sui rami di un albero, altri gli svolazzavano sopra, altri gli zampettavano ai piedi. Era una vera festa delle creature! I suoi frati stavano a guardare pieni di meraviglia. Francesco pieno di gioia e di amore per Dio, per l'umanità e per le creature animali, rimase un po' a contemplare questo regalo di suo Padre, poi parlò agli uccelli, chiamandoli fratelli. Li benedisse ed essi se ne volarono via festosi…


  

12121212 Sant Antonio e i pesci EDOARDO ARGENTIERISant Antonio da Padova
Nato in Portogallo, visse in Italia nel 1250 d.C. Festa il 13 giugno

Cosa bisogna fare per far capire alla gente le cose! Per spiegare l'importanza di Dio e dei suoi sacramenti Antonio ricorse anche agli animali, almeno in due occasioni: con i pesci e poi con un asino.

Con i pesci andò così… Antonio era a Rimini per predicare il vangelo di Gesù, ma la gente non era interessata e non lo ascoltava, non volendo convertirsi. Allora il santo andò sulla riva del mare e cominciò a parlare all'universo, predicando quelle parole di vita e di salvezza che gli uomini non volevano ascoltare. Ma Dio ascoltava… Dio sente tutto e vede tutto e lo Spirito Santo che era in Antonio parlò ai pesci, che iniziarono ad avvicinarsi alla riva: dieci, cento, mille pesci, di ogni specie e dimensione… Le acque iniziarono a ribollire per quell'assembramento di pesci e qualcuno vedendo questo miracolo chiamò la gente del paese, che si radunò tutta intorno ad Antonio. Finalmente iniziarono a credere e Antonio poté benedire e salutare i pesci per dedicarsi alle anime degli uomini.



13131313 Sant Antonio e la mula LORENZO TONINELLICon il mulo andò così… C'era un uomo, padrone di un asino, che non ne voleva sapere di confessarsi, né di fare la comunione. –Sono cose da bambini e da donne!- diceva. Antonio provò a spiegargli l'importanza dei sacramenti, ma niente da fare… Allora ebbe una idea ed indicò il mulo. L'uomo guardò il suo asino e disse: -Va bene, facciamo così: io tengo il mio mulo tre giorni senza mangiare, poi te lo portò qua in piazza. Gli mettiamo davanti un mucchio di fieno e tu gli metti davanti l'Ostia consacrata e vediamo che succede…-.

Antonio capì che era un'occasione d'oro per convertire lui e molti altri e pregò Dio che tutto andasse bene. Tre giorni dopo si ritrovarono in piazza: Antonio con il suo Ostensorio, l'uomo con il suo asino e un folla enorme.

Antonio si mise da una parte e dall'altra posarono il fieno, il mulo nel mezzo tenuto alla corda dal suo padrone. Quando il padrone lasciò la corda il mulo restò fermo per un po'. Poi anziché andare a mangiare il fieno, si diresse ai piedi di Antonio. Si prostrò davanti a Gesù Eucarestia e poi si rialzò e andò a mangiare il suo cibo. Tutti cedettero e si convertirono, anche il padrone dell'animale.




 
14141414 San Rocco SARA PALLINISan Rocco
Visse tra la Francia e l'Italia, pellegrino, nel 1350 d.C. Festa il 16 agosto

Strano santo, san Rocco, patrono di Marina di Grosseto, sempre raffigurato con il bastone, una ferita alla gamba e un cane. Strano perché non ebbe una vita regolare, né normale. Fu infatti un pellegrino. Lasciata la Francia, dove pare fosse nobile e ricco di famiglia, iniziò a camminare visitando chiese e santuari.   Con il suo bastone arrivò anche a Roma e passò per molti paesi in Italia, dove è ricordato e venerato. La ferita sulla gamba è un ricordo della peste, da cui guarì miracolosamente di cui guarì molti altri. Il cane è per ricordare il suo cane, che riusciva sempre a portagli qualche pezzo di pane, che raccoglieva in giro.







15151515 Santa Rita CRISTINA BELARDUCCISanta Rita

Visse a Cascia, in Italia, nel 1400 d.C. Festa il 22 maggio

Santa Rita è detta anche la santa delle cause impossibili, perché riuscì a fare cose e ad ottenere grazie veramente incredibili. Fu ragazza, poi sposa giovanissima, poi madre, poi vedova e infine monaca. Un segno di Dio ne profetizzò la santità sin da bambina: le api.

Andò così… I suoi genitori erano andati a fare una passeggiata con i bambini, portandosi Rita, piccolissima, ancora in fasce, in un cesto di vimini. Lasciata la bimba all'ombra di un albero fecero due passi per raccogliere fiori con gli altri figli. Quando tornarono, videro Rita circondata dalle api. Uno sciame intero girava e ronzava intorno a lei. Spaventati, ma non stupidi, non corsero subito addosso allo sciame, per evitare che infuriato facesse del male a Rita, ma si avvicinarono lentamente finche videro una cosa mai vista. Le api non solo non avevano punto la bimba, ma sembrava che lei giocasse con loro, sorridendo e facendo quei versetti tanto belli che fanno i piccoli. Inoltre alcune posavano del miele sulla bocca di Rita, che se lo mangiava con la lingua. Poco dopo lo sciame sparì, lasciando ai genitori e alla gente del paese un segno che parlava di un futuro misterioso. Quel futuro si concretizzò in una delle sante più grandi dell'Italia centrale.

 

16161616 San Giovanni Bosco ELIA CALURISan Giovanni Bosco
Visse a Torino nel 1850. Festa il 31 gennaio

Don Bosco è il gigante del 19° secolo. Patrono dei giovani, dedicò tutta la vita ad educarli e a farli cristiani. Ebbe come nemici alcuni uomini, che volevano tenere i ragazzi nell'ignoranza e nel vizio per poterli meglio sfruttare sul lavoro. Tentarono di ucciderlo tre volte, ma non ci riuscirono mai. Don Bosco fu salvato tutte e tre le volte da un miracolo della Provvidenza. La Provvidenza si servì di un animale. Un cane. Un grosso cane grigio. Di don Bosco abbiamo anche le fotografie e molti di quelli che lo hanno conosciuto hanno anche visto il Griso. Lo descrivono come un animale enorme, possente, da far paura, che appariva e scompariva. Nessuno seppe mai da dove veniva e dove andava, neppure don Bosco, che provò pure a fare delle ricerche, ma senza risultato, finché si convinse che quel salvatore era davvero mandato da Dio. Il Griso fu realmente il salvatore di don Bosco, quando per tre volte, comparendo improvvisamente nei vicoli di Torino, assalì e terrorizzò i delinquenti mandati ad uccidere il santo, con coltelli e pistole. Con don Bosco e i suoi ragazzi il Griso fu sempre invece docile e gentile.

 


17171717 17 G. P. 2Papa Giovanni Paolo II

"La bellezza dell'universo. L'ordine e l'armonia del mondo creato risulta dalla varietà degli esseri e dalle relazioni che esistono tra loro. L'uomo le scopre progressivamente come leggi di natura. La bellezza della creazione riflette l'infinita bellezza del Creatore e ispira il rispetto e la devozione dell'intelligenza e della volontà dell'uomo"

( CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA numero 341 )









18181818 Papa BENEDETTO 16Papa Benedetto XVI
"Non va infine dimenticato il fatto, altamente indicativo, che tanti trovano tranquillità e pace, si sentono rinnovati e rinvigoriti quando sono a stretto contatto con la bellezza e l’armonia della natura. Vi è pertanto una sorta di reciprocità: nel prenderci cura del creato, noi constatiamo che Dio, tramite il creato, si prende cura di noi".
( GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2010 - "SE VUOI COLTIVARE LA PACE, CUSTODISCI IL CREATO" )









19191919  0 Gesù CreistoDio è come una retta infinita: non ha inizio, non ha fine, è eterno, immenso, infinito. L'uomo è come una semiretta: ha un inizio nel tempo, prima di cui non esisteva, ed essendo un'anima di sostanza spirituale immortale, non ha una fine. L'animale è come un segmento: ha un inizio ed una fine nel tempo, non avendo l'anima spirituale. Dio è più grande e più importante dell'uomo. L'uomo è più grande e più importante dell'animale.

Gesù, che è Dio e uomo, mangiava sia la carne che il pesce, come si legge nel Vangelo. Per tutti questi motivi non è peccato allevare e mangiare gli animali. Bisogna proteggere le specie animali in modo che non si estinguano e le generazioni future possano conoscerle e gioirne, ringraziando e lodando Dio Creatore che le ha plasmate, ma gli animali e le piante si possono sia allevare che mangiare, perché Dio li ha creati per noi, per amore nostro. Nel Vangelo, per parlare della Provvidenza, Gesù dice: -Guardate gli uccelli del cielo! Essi non seminano e non raccolgono, eppure il Padre vostro che è nei Cieli li nutre. Quanto più dunque si curerà di voi! Poiché voi valete molto più degli animali.-




La scala ontologica: Dio, l'uomo, gli animali.

"Sta così formandosi una coscienza ecologica, che non deve essere mortificata, ma anzi favorita, in modo che si sviluppi e maturi trovando adeguata espressione in programmi ed iniziative concrete. Infatti non pochi valori etici, di fondamentale importanza per lo sviluppo di una società pacifica, hanno una diretta relazione con la questione ambientale….Nelle pagine della Genesi, nelle quali è consegnata la prima rivelazione di Dio alla umanità, ricorrono come un ritornello le parole: «E Dio vide che era cosa buona». Ma quando, dopo aver creato il cielo e il mare, la terra e tutto ciò che essa contiene, Iddio crea l'uomo e la donna, l'espressione cambia notevolmente: «E Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco era cosa molto buona»".
( MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO 2° PER LA CELEBRAZIONE DELLA 23° GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 1° GENNAIO 1990 "PACE CON DIO CREATORE. PACE CON TUTTO IL CREATO" )

Dio è come una retta infinita: non ha inizio, non ha fine, è eterno, immenso, infinito. L'uomo è come una semiretta: ha un inizio nel tempo, prima di cui non esisteva, ed essendo un'anima immortale, non ha una fine. L'animale è come un segmento: ha un inizio ed una fine nel tempo, non avendo l'anima spirituale. Dio è più grande e più importante dell'uomo. L'uomo è più grande e più importante dell'animale. Gesù, che è Dio e uomo, mangiava sia la carne che il pesce, come si legge nel Vangelo. Per tutti questi motivi non è peccato allevare e mangiare gli animali. Bisogna proteggere le specie animali, ma si possono sia allevare che mangiare, perché Dio li ha creati per noi. Nel libro degli Atti degli Apostoli, per far capire a San Pietro che tutti gli animali commestibili si possono mangiare, Gesù per tre volte gli manda una visione e gli dice: -Mangia perché tutto ciò che è buono è un dono di Dio-



NOTE A PIE DI PAGINA

*In molti altri passi del Vangelo e della Bibbia si parla degli uccelli e degli animali. Se vuoi saperne di più, cerca con GOOGLE : UCCELLI + BIBBIA + MICHELE + LAMBERTI  


Disegnatori:
LICEO ARTISTICO di GROSSETO

(San Giovanni Bosco ELIA CALURI,
San Macario ANGIOLINI JESSICA,
San Cuthbert CHIARA BUCCIANTINI,
Santa Rita CRISTINA BELARDUCCI,
Sant Antonio e i pesci EDOARDO ARGENTIERI,
San Rocco SARA PALLINI,
San Francesco di Assisi GIOVANNI LOMBARDO,
Sant Antonio e la mula LORENZO TONINELLI,
Sant Egidio ASIA THOMPSON,
San Benedetto e il corvo GIULIA PAVIN),

ARTEINVISIBILE di GROSSETO
(San Basolo SIMONA NANNINI,
San Marculfo SIMONA NANNINI,
San Cadoc e il cinghiale bianco RICCARDO BUCCI,
Sant Uberto LUISA PIANIGIANI,
San Karilef e i cardellini ILARIA BUCCI).