Miserando atque eligendo
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Il passo evangelico in cui si racconta la vocazione di Levi (Matteo, 9, 9) viene commentato da san Beda il venerabile nella Homelia 21(edita nel «Corpus Christianorum, Series Latina», CXXII) in cui l’episodio viene colto come un caso esemplare della giustificazione e della grazia elargite sovrabbondantemente là dove è abbondato il peccato. Come ha con accuratezza spiegato Inos Biffi in queste pagine (cfr. «L’Osservatore Romano» del 15 marzo 2013), Beda si sofferma con insistenza sull’elogio della misericordia divina, e sulla «fiducia nella salvezza», che i peccatori devono nutrire. Esattamente a questo punto ricorrono le parole che compongono il motto di Papa Francesco «Gesù (...) vide un pubblicano e, poiché nel vederlo ebbe compassione di lui, lo scelse e gli disse: “Seguimi”: quia miserando atque eligendo vidit, ait illi, Sequere me. E proprio il 21 settembre 1953, festa di san Matteo, il giovane Jorge Mario Bergoglio — il Papa stesso lo ha raccontato in diverse occasioni — scoprì la sua vocazione al sacerdozio.
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