
Ogni anno nascono tra i credenti infinite discussioni sulla festa di Halloween ma il testo “Halloween, Alba dell'Eternità. Un itinerario di chiarificazione”, scritto a quattro mani, da Lucia Graziano (storica della Chiesa e del folclore cristiano) e Paul Freeman (teologo), edito da “Associazione Culturale Zammerù Maskil”, la nostra Associazione (pagg 150, € 14,50; settembre 2024), desidera porre luce e chiarezza sia dal punto di vista storico che dalla prospettiva teologico-pastorale.
Gli autori offrono un itinerario graduale e propedeutico unendo i loro due diversi e concordi approcci.
Da una parte quello storico basato sull'analisi precisa delle fonti certe e dall'altra quello rigoroso della esegesi biblica e della teologia pastorale. Un testo indispensabile per i pastori e capace di evitare due pericolose derive.
Da una parte quella concessionista che fa assumere i caratteri degradati e malsani della festa come normali e malsanamente permessi, come purtroppo si vede talvolta in alcune parrocchie al motto del "che male c'è in fondo... " e dall'altra quello altrettanto malsano di demonizzare tale giornata alla luce di fonti pregiudiziali e distorte, cariche di approcci manichei, tra l'altro indotti dalla riforma protestante anglicana, che di cattolico non hanno nulla e che sono stati l'incipit della distorsione culturale e cultuale di tale giornata.
Due atteggiamenti malsani che, tra il permissivismo superficiale e da altra parte la demonizzazione, rischiano di sconfinare nell'abuso delle coscienze. E di questo, i rispettivi pastori, devono stare severamente attenti.
Il testo è introdotto da Padre Pietro Messa, ofm, già rettore dell'Antonianum della sezione di Studi Francescani e amico del grande e stimatissimo pastore d'anime e studioso, anche di fenomeni di "confine", P. Emidio Alessandrini, anch'egli frate minore, tornato da qualche anno alla Casa del Padre.
Si aggiungono nell'introduzione anche uno sguardo prospettico al testo sia la Prof. ssa Cristina Carnevale che il Professore e Dirigente scolastico Samuele Giombi.
Il corpus rigoroso ed ampio delle fonti condotto da Lucia Graziano è ricco ed affascinante ed ha un ritmo serrato. Non si trova da nessuna parte nella bibliografia mondiale un testo così ampio, rigoroso e godibile di ricerca storica in lingua italiana né in lingua inglese, sul tema. Tale testo dunque è un ineludibile unicum per la verità storica di tale giornata.
Dall'altra il "nostro" Paul Freeman offre un approccio biblico fondato sulla dimensione propedeutica del “Ricordati” (Zakhor) come imperativo e come "conductus" di tutta l'azione pastorale e liturgica e che apre ad una sana mens propedeutica necessaria per vivere ogni tipo di festività e, nel nostro caso, la Solennità di Tutti Santi e la memoria con i fedeli defunti. E, occorre sottolinearlo, e Paul Freeman lo ricorda chiaramente con dovizia teologica, è quello che la Chiesa, Madre e Maestra, ha sempre fatto tra le genti, valorizzando, discernendo, promuovendo, purificando, sostenendo.
La Dott. ssa Graziano comincia a destrutturare, con fonti alla mano, il legame di tale giornata con la festa di Samhain, osservata da alcune popolazioni celtiche prima dell'evangelizzazione di tali terre. La festa era oramai in disuso attorno al ‘900 dopo Cristo e il passaggio dal Capodanno celtico di Samhain alla celebrazione dei Santi, come amici di Cristo, e alla memoria dei fedeli defunti è stato, di fatto, graduale, senza forzature. Anzi il legame con la dimensione ultraterrena, ben sentito da quelle popolazioni, aveva di fatto preparato, in certo qual modo, per semina verbi (come ricorderà poi Paul Freeman nella sua parte), alla feconda semina della festa dei Santi e della Santità. Questa dimensione propedeutica è stata colta dalla Chiesa proprio per fissare in quel periodo tale ricorrenza liturgica.
Senza voler anticipare la ricchissima parte della Dott. ssa Lucia Graziano, e privare il lettore dal fascino di avventeturarsi, mano nella mano, nelle fonti, possiamo certamente dire che tale ricorrenza, All hallows' Eve ne esce totalmente rivista e, in certo qual modo, purificata, facendo un'operazione intellettualmente onesta del rispetto, doveroso e dovuto, ai fedeli cattolici inglesi che, per centinaia di anni, con il sostegno del clero, hanno vissuto questa giornata di preparazione alla Solennità di tutti i santi fino all’avvento di Elisabetta I d’Inghilterra.
Infatti Lucia Graziano, insiste sulle tradizioni popolari che la Chiesa cattolica non ha mai sentito il bisogno di avversare perché in quegli umanissimi desideri, finanche pagani, aveva colto l'opportunità per parlare efficacemente di Cristo e dell'Eternità: “Mai o quasi mai (con l’esclusione di pochi e isolati sermoni che, nell’età della Controriforma, tacciarono di superstizione queste consuetudini) la Chiesa Cattolica sentì il bisogno di combattere delle pratiche popolari che – pur nella loro evidente ingenuità – non sembravano del tutto prive di valore, nella misura in cui sottolineavano la comunione tra vivi e morti e ricordavano ai primi la necessità di continuare a prendersi cura dei secondi” (fine del Cap III).
Gregorio IV nell'834 d.C. probabilmente colse l'opportunità pastorale di fissare la data del 1 novembre per commemorare tutti i Santi. Una scelta nata per favorire i popoli delle isole britanniche e poi perchè era vicina alla ricorrenza di san Martino dell'11 novembre. Ronald Hutton, citato dalla Graziano afferma che: “l'intero processo si svolse nell'arco di una vita umana”; non solo, ma è significativo come “l'agiografia britannica non conosca un singolo caso di un religioso evangelizzatore che viene messo a morte dai pagani che rifiutano di accettare la nuova religione”. Occorre altresì ricordare che tale ricorrenza di festeggiare la grazia del Cristo risplendente in tanti fratelli e sorelle, era già sentita nella Chiesa da diversi secoli e con diverse date (ad esempio il 13 maggio) e che trova alla fine del primo millennio la collocazione del 1 novembre e successivamente anche del 2 novembre proprio per incastro propedeutico con la stagione autunnale/invernale e con l’umanissima sensibilità ed il profondo anelito di legame con i defunti.
Le cose cambiarono dopo la Riforma Protestante proprio per la negazione soteriologica dei Santi e del Purgatorio. “L'Inghilterra riformata, scrive Lucia Graziano, accese una vera e propria crociata anti-cattolica contro Halloween” (Cap. VIII). Così furono proibite il suono delle campane come usanze papiste.
Ricordiamo che siamo nel 1561, e, da allora, inizia una serie di condanne a chi non rispetta il divieto. La “resistenza cattolica” alla riforma anglicana si svolge dunque a suon di scampanate nel giorno di All Hallows' Eve, come una reiterata dimensione di chiara protesta religiosa e quindi di marcata appartenenza cattolica.
Il "peccato originale" di All hallows' Eve era proprio questo per la riforma protestante, essere una festa squisitamente cattolica e così, dunque, per sradicare questo sentire popolare Elisabetta I d'Inghilterra fece un'operazione di detrazione culturale feroce: “La diffusione di una retorica antiromana che associava la religione cattolica alla pratica della magia” (Cap. IX). La propaganda per screditare la chiesa per una presunta associazione con la magia fu fortemente utilizzata, lungo tutto il XVI secolo. La Graziano ne parla diffusamente nel Cap.IX.
È il solito luogo comune della “caccia alle streghe” utilizzato qui per manipolare il sentire cattolico e per attaccare e far dimenticare al popolo britannico la festa cristiana di Halloween, propedeutica alla festa di Ognissanti. Un'opera orchestrata a tavolino di carattere tattico-politico destinata a rinforzare una chiarissima indipendenza da Roma alla luce di un potere monarchico fortemente identitario.
Ad ogni modo nel testo trovate dettagliatamente molto altro e, come si accennava più sopra, la festa di Halloween ne esce totalmente trasformata. Recuperare questa memoria storica è decisamente significativo come sottolineerà poi Paul Freeman, nella sua trattazione. Infatti ricordo, memoria e gradualità pastorale sono indispensabili per condurre correttamente a celebrare ogni festa della Grazia.
La parte di Freeman è più ridotta in numero di pagine ma incredibilmente densa tanto da considerarla, senza diminutio, come un vero e proprio piccolo Bignami catechistico sui fondamenti della liturgia e della teologia pastorale.
Anche qui non anticipiamo nulla ma invitiamo a prendere il testo e farne oggetto di riflessione e, perché no, di programma pastorale.
Incarnarsi significa cogliere il buono che è presente, persino nei culti pagani, e questo, precisa Paul Freeman, “non significa abbassare la guardia verso pratiche disumane e disumanizzanti di carattere magico e divinatorio [...]” (Cap. XVII). Il discernimento e la cura pastorale è venuta a mancare nella festività di All Hallows' Eve dall’epoca Elisabettiana. “Nata come festività propedeutica e cattolica è stata volutamente inquinata, a cominciare dall'era Elisabettiana e, da quel momento, viene volutamente deformata proprio nel suo prezioso legame con l'amicizia dei santi e la memoria dei fedeli defunti [...]”. Sostanzialmente si è spostato l'asse dalla Chiesa celeste e purgante, e dalla bellezza dell'Eternità a quello intramondano dell'orrorifico, solleticando le parti “basse” e contorte dell’umano.
Uno scippo vero e proprio del nemico dell'uomo che, pertanto, non deve andare rinforzato con leggerezze pastorali che vedono Halloween come una carnevalata, né con demonizzazioni che tradiscono il significato originario della vigilia. Entrambe, come dicevamo, e come ripete dettagliatamente Paul Freeman, sono in realtà il gioco del nemico, il quale è ben contento di inquinare ogni forma mistica ed umanissima di preparazione alla festa luminosa dell'Eternità.
Spegnendo la speranza e la gioia che essa porta a piene mani. Depauperando il Sacro come forma essenziale e profonda del cuore dell'uomo dove risuona, magari in forme velate, la nostalgia di Dio.
Pertanto relegare questa giornata alle sue deformazioni e non viverla come preparazione alla Festa di Tutti i Santi e alla memoria dei fedeli defunti vuol dire snaturarla della sua reale finalità, oltre che perdere una occasione pastorale.
Non è una festa in sé che va festeggiata in sé ma un "conductus" preparatorio al Sole che ci attende e che i nostri Santi, amici di Cristo e nostri, assieme ai fedeli defunti ci portano alla nostalgia del Cielo.
Siamo fatti per l'Eternità e la preghiera, la lode, la carità, la solidarietà, una visita e un tempo per l'ascolto di una persona nel bisogno, il digiuno o la sobria condivisione di un dolce sono la cifra autentica per vivere questa giornata di Halloween e cacciare via ogni tenebra ed ogni obnubilazione dei desideri profondi dell'uomo.
Ma nel testo di Lucia Graziano e di Paul Freeman trovi molto, molto di più.
Al termine della parte teologico-pastorale il testo si conclude con un desiderio concordato tra Lucia Graziano e Paul Freeman, che è anche il fine ultimo di questo lavoro a quattro mani: iniziare un percorso di Ri-Significazione e Ri-Appropriazione della vera festa di All Hallows' eve, mutata poi, terminologicamente, in Halloween. Fare diventare Halloween quella che era in passato, una festa popolare preparatoria (e propedeutica) per condurre alla solennità di Ognissanti e alla memoria dei fedeli defunti.
Diversi sono i suggerimenti proposti.
E sarebbe un vero peccato se la Chiesa non cogliesse, responsabilmente e a piene mani, questa opportunità pastorale, magari con la ricca proposta creativa del testo, riprendendo para-liturgicamente ciò che le appartiene e condurre i fedeli a guardare in alto con stupore e meraviglia nella Vigilia di tutti i santi verso la Gioia del Cielo.
Salvatore F.
Il testo è disponibile qui
https://www.amazon.it/Halloween-alba-delleternit%C3%A0-itinerario-chiarificazione/dp/B0DHW46V1M/
Analisi storica
I. Introduzione
II. L’antica festa di Samhain
III. Assonanze con alcune tradizioni contadine dell’Italia, nella persistenza di un bisogno universale
IV. Ma era davvero una notte di paura? Il falso mito dei sacrifici umani durante la festa di Samhain
V. Da Samhain a Ognissanti: una dolce transizione
VI. Vivi e morti nell’immaginario medievale: due fasce d’età, unite dalla comunione dei santi
VII. Il cristianissimo Halloween del Medioevo inglese
VIII. Il temutissimo Halloween dell’Età della Riforma
IX. ‘Serveth all witches in their witchery’: la Chiesa Cattolica e i suoi legami con la stregoneria nella polemica anti-romana dell’età della Riforma
X. Chi ha paura dei fantasmi?
XI. Halloween si ammoderna
XII. Il panico satanico degli anni Ottanta
XIII. Conclusione
Bibliografia
Analisi e proposta teologico-pastorale
XIV. La significazione di date e ricorrenze frutto del comando della memoria biblica
XV. La dimensione cattolica della ricorrenza. Evento liturgico e preparazione para-liturgica
XVI. L’accusa ai cattolici di aver mutuato riti pagani va ribaltata, anche perché nata in area puritana protestante
XVII. I semi del Verbo. L’Incarnazione non è impantanamento né negazione del Bene presente, ma comunque distanza dall’occulto e dal misterico
XVIII. ἀλλὰ ῥῦσαι ἡμᾶς ἀπὸ τοῦ πονηροῦ. Liberaci dal maligno e dal male. Una affermazione chiara alla luce dell’uomo della Bibbia
XIX. Il fascino del male, una realtà terribile di semplificazione e obnubilamento di sé
XX. Iniziare un percorso di ri-significazione e ri-appropriazione
XXI. All Hallows’ Eve, come l’aurora
Bibliografia