Apologetica

satana, il nemico dell'uomo e ladro della gioia

satan "Liberaci dal male" (Lc. 1,45)

Una breve riflessione sulla "persona" di satana.

di Paul Freeman


"Natura" di satana

Abbiamo messo il termine persona tra virgolette per un motivo più che lecito.
Se per persona intendiamo un essere fatto ad Immagine di Dio che si incammina verso un'operatività di Somiglianza vivendo nella Grazia (implicita ed esplicita), nella capacità di ricevere e donare Amore, in tal senso satana non è una persona ma, come direbbe l'allora card. Ratzinger, è "una persona alla maniera di una non-persona" (1)! E, per tale motivo, il suo nome identificativo sarà usato in minuscolo.


Certo satana, ed è testimoniato in decine di passi evangelici e loghia di Gesù e poi dalla traditio apostolica, è una persona.
Un angelo di luce chiamato alla luce ma che ha scelto, liberamente, di non vivere se non nei miasmi del proprio disordinato orgoglio.
satana è innanzitutto nemico di Dio e quindi di sé stesso e di ogni opera di Dio.

La teologia classica fa risalire il suo primigenio atto di superbia alla non-accettazione del Mistero gioioso e amoroso della Creazione e dell'Incarnazione.
Non cogliendo l'Amore ineffabile dell'Incarnazione satana è diventato nemico di Cristo e quindi dell'uomo.

satana è un perdente, una parodia degli spiriti, e poiché ha già perso sin dall'inizio nella sua non-accettazione dell'Amore dell'Incarnazione capotolato con un clamoroso "tonfo" con la Passione - Morte e Resurrezione di Cristo, egli, ora, si "sfoga" su chi può e come può, inclinando al male, cioè al disordine psico-affettivo-spirituale ed operativo, la vita dell'uomo.

Film come l'Esorcista hanno reso di dominio pubblico alcune manifestazioni di satana decisamente plateali.
Tuttavia non sono le forme che egli ama di più, anzi.

satana è contento sia che si parli molto di lui come, e soprattutto, che non lo si nomini affatto, anzi che non ne si riconosca l'esistenza.
E che magari la si creda meramente simbolica.

Di fatto la sua sottile tela di disordine è il suo capolavoro; sia a livello microscopico per il singolo, sia a livello macroscopico nelle strutture sociali, nelle grandi lobby di potere, nei deliri di onnipotenza dell'uomo.
Ignorarne l'esistenza oppure farne una onnipresenza modaiola - come spesso accade in alcuni siti internet, social-network, e atteggiamenti "devozionalistici" - asseconda una visione distorta della fede, della speranza e dell'amore in Cristo risorto.

satana, in effetti predilige disturbare l'uomo, distrarlo dalla gioia, dalla bellezza di ogni giorno, dal "sussurro lieve e potente" della grazia.

 


Gli effetti di satana

Il primo effetto di satana è quello di distorcere l'immagine di Dio.
Sin dal peccato originale questo è stato il suo intento, dire all'uomo: Dio non ti ama! Dio non sta dalla tua parte; Dio non cura i tuoi interessi. Dio non ci tiene a te.
satana si pone come reale alternativa, essendo egli capace solo a scimmiottare... come se dicesse all'uomo "io, veramente, ci tengo a te!".
Ma non è capace di dare vita, né gioia, né pienezza, né amore, ma solo vuoto e disperazione.

Ed è riuscito così bene nel distorcere la visione di Dio con una truffa strutturata che, nel nostro cuore, si è insinuato e radicato il dubbio su Dio.
Da qui la nascita di fantasmi e di paure nascoste.
Da qui la nascita del "senso di colpa" che è un frutto di quest'immagine distorta di Dio.
Da qui da una parte la rilassatezza sulla vita spirituale, l'accidia e dall'altra il legalismo, il perfezionismo.
Da qui il progressismo e dall'altra parte il legalismo o il devozionalismo.
Difficile dire cosa appartiene più a satana se l'accidia spirituale oppure il legalismo farisaico.

Citando C. S. Lewis:
"Tutti i piaceri peggiori sono puramente spirituali: il piacere di mettere il prossimo dalla parte del torto, di tiranneggiare e di guardare dall'alto in basso, di fare il guastafeste e di calunniare; i piaceri del potere e dell'odio. Perché dentro di me ci sono due cose, in gara con l'io umano che devo cercare di diventare: l'io animale e l'io diabolico. L'io diabolico è il peggiore dei due. Ragion per cui un freddo e borioso perbenista che va regolarmente in chiesa può essere molto più vicino all'inferno di una prostituta. Ma è meglio, si capisce, non essere né l'uno né l'altra..."

Lo vediamo in tempi recenti, in tanti modi, anche con le doloranti ferite della pedofilia, o meglio dell'efebofilia, legata ad alcuni fratelli nel sacerdozio. Come direbbe San Francesco, con il peccato di alcuni, satana, vuole trascinare giù anche tutto il bene, immenso e nascosto, fatto da tantissimi sacerdoti, celibi, fedeli e gratuitamente dediti al Regno di Dio, a Dio e all'uomo.
"Dalla regola non bollata al cap. 5, 7-8:
".. E si guardino tutti i frati, sia i ministri e servi sia gli altri, dal turbarsi e dall’adirarsi per il peccato o il male di un altro, perché il diavolo per la colpa di uno vuole corrompere molti,  ma spiritualmente, come meglio possono, aiutino chi ha peccato, perché non quelli che stanno bene hanno bisogno del medico, ma gli ammalati."


Come si dice... fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce!

Riguardo questa penosa situazione ecco nascere propaganda diffamatoria con statistiche false;   

da qui il mettere in discussione il celibato ecclesiastico;
da qui fango sulla Chiesa;
da qui il dolore dei piccoli e delle loro famiglie;
da qui addirittura l'intolleranza dei credenti che, manicheamente, mettono "il lebbroso" fuori dalle porte di Gerusalemme e non offrono assistenza adeguata accogliendo,
senza giustificarne la colpa, il sacerdote in difficoltà;

da qui l'omertà di alcuni sacerdoti e di alcuni vescovi;
da qui, dunque, chi usa questi orribili fatti per tirare acqua al proprio mulino ideologico e politico...
in tutto questo calderone di peccato gravissimo commesso e di intolleranza, non al peccato, ma al peccatore, satana ci "sguazza", ha compiuto il suo lavoro di "nemico dell'uomo".

satana infatti vuole spegnere la Speranza, vuole spegnere la Fede e la Carità. Vuole rendere nulla l'appartenenza.


È la logica massmediatica, la palese deriva del senso di colpa messo nel cuore da satana.
È proprio del "senso di colpa" dividere la realtà drasticamente, ed infantilmente, in bene e male e, soprattutto, trovare il male fuori di noi in un capro espiatorio, più o meno colpevole, a cui accollare tutte le nostre malefatte, ingiustizie, ladrocini, truffe, lussurie visto che noi non ne siamo capaci di portare il peso.

Tutti i processi mediatici sono un tentativo più o meno goffo, sempre antico e sempre attuale, di proteggersi dal peso della colpa.


Senso di colpa malato e senso di colpa sano

La colpa, frutto della nostra libertà malata e del veleno costante di satana è tutto dovuto all'ottica distorta di satana nel nostro cuore.

satana distorcendo l'immagine di Dio distorce lo sguardo che noi dovremmo avere su noi stessi.
Per cui la colpa genera un peso e non una responsabilità verso l'amore a convertirci.

Questo distingue il "senso di colpa" malato dal "senso di colpa" sano che porta poi alla liberatoria "coscienza di colpa" in Cristo.
A quella sana tristezza dei peccati che nulla ha a che vedere con il "demone della tristezza".


Il senso di colpa colpisce tutti. Anche i non credenti, ognuno fugge come può.
Con razionalizzazioni; con l'ideologia, con la costruzione positivista. Con lo scientismo. Con il Relativismo liberale. Con l'anticlericalismo.

Con il cedere alle passioni dell'avarizia, della superbia e della lussuria.

L'uomo è anzitutto un fuggitivo, per responsabilità di sé stesso e di satana.

Uno che fugge dalla responsabilità e soprattutto dal vero, dal bello, dal buon e dal giusto. Dalla mattina alla sera.

Fugge da Dio e si "incarta" sempre più nella sua miseria incapace di uscirne fuori.
Questo, infatti, è il disegno di satana: la disperazione. La negazione della Speranza.

Ed invece questo è il disegno di Cristo: il volto sempre accogliente e misericordioso del Padre.
Sempre!
   

Tuttavia la grazia, nonostante tutto il lavoro della "scimmia di Dio", compie il suo itinerario suscitando uomini e donne nascosti, nella logica di Betlemme e di Nazareth, che portano avanti il destino del mondo e il Regno di Dio.
Persone di cui non si parlerà mai perché non stuzzica prurito giornalistico.

Bisogna inoltre ricordare che tutto ciò che è nemico dell'uomo porta il segno di satana.
Uno dei capolavori del maligno è anche l'idolatrare la razionalità a scapito della ragione;
un altro ancora è quello di relativizzare la Verità e di parlare di verità soggettive.
satana ed i suoi seguaci non possono infatti accettare che un'azione si compia per fede amorosa solo perché ad essa corrisponde un valore.

Ma anche tra i credenti, persino i migliori, non è forse diffusa la prassi di non ascoltare il Magistero?
Non dicono forse alcuni: ".. poiché il Magistero non motiva io faccio di testa mia?", dietro la facciata di "cristiani adulti" abbiamo, in verità, i "cristiani adoloscenti".

La ragionevole e dirompente offerta di Sé del Figlio di Dio sulla croce rompe, infatti, il causalismo deterministico nella sua componente mitologica del senso di colpa ponendo l'Amore, sopra l'opportunismo, come causa unica e reale di ciò che muove il mondo.
Per satana questo è inaccettabile ed impossibile da accogliere.

Il farSi peccato e capro espiatorio di Gesù con un dono cosciente e totale di Sé spezza la logica perversa di satana di far credere che Dio è un nemico; in definitiva appare la verità:

non è Dio che ha espulso l'uomo, ma l'uomo che ha espulso Dio.

Questo è il peccato!


Cristo si dona e rivoluziona tutto e spezza le catene della morte

"Gesù invece muore non per obbedire a un comando sacrificale - fosse anche quel comando che, attraverso Dio Padre, il Dio delle vittime rivolge a se stesso - ma solo per amore dell'umanità.... Persino la verginità di Maria, se correttamente intesa, è coerente con questa interpretazione. In tutti i suoi aspetti la concezione verginale manifesta il senso della non violenza; essa perfeziona il superamento della concezione sacrificale della divinità!"


Per questa intima e sublime unione tra Cristo e l'uomo nella sua totalità, numerica e cronologica, data dal dono Sublime dell'Incarnazione,
chi ferisce l'uomo ferisce Cristo
e chi ferisce Cristo ferisce l'uomo.
Chi tortura l'uomo tortura Cristo.

Ci si stupisce magari dello stile "splatter" della Passione di Mel Gibson, ma non si pensa che ogni offesa fatta con la menzogna, la burocrazia, l'indifferenza, il demagogismo politico ad un piccolo, sia esso bambino, embrione, disabile, anziano, malato, solo, prigioniero, povero, famiglia, cittadino, è tortura terribile fatta all'uomo e a Cristo!

Per questo la misericordia ha sempre la meglio sul giudizio!

Tutte le volte che l'etica laica, che come detto più volte in questi nostri incontri non ha fondamento, si erge a sovrana sopra la legge morale di Cristo, essa stessa diventa assolutocratica e per intrinseca natura diventa a-morale.

Questa visione dello stato è un altro capolavoro del maligno.

La visione illuministica liberal-massonica segue questa logica perversa così come l'ideologia capitalista, così come quella dell'ideologia comunista.
Tutte scimmiottature che "rubano" al vangelo togliendone l'intima essenza di trascendenza e di rapporto amoroso con Dio Padre con il solo scopo (satanico) di snaturare l'uomo.

Fanno nascere tutt'al più coscienze religiose e non di fede...
satana infatti è estremamente religioso, soprattutto quando la religione distrae dalla Sua intima essenza di rispetto della persona, del Suo destino eterno, del Suo rapporto filiale con il Padre.




Il primo degli umanisti

Il maligno scimmiottando Gesù vuole essere il primo degli "umanisti"... sembra che ami l'uomo ma in realtà lo odia e ne è radicalmente ed intrinsecamente invidioso...
egli che è ladro della gioia sin dal principio!

La sua insinuante visione dello stato, posta sotto l'etichetta di "morale", è profondamente a-morale e si estende anche in maniera più sottile con diritti che sono falsi diritti.
Per esempio il diritto della donna sul bambino.
La legge 194 con la scusa, largamente costruita ad arte, di regolamentare uno sciacallaggio clandestino, ne ha aperto uno più grande quello di far coincidere (nella totale offesa di una ragione realmente illuminata) un diritto con l'abrogazione di un altrui diritto, quello della madre su quello del bambino. Una legge che mette in conflitto due diritti, snaturandone uno a discapito dell'altro, non è una buona legge ma una prevaricazione del più forte che ha negato in linea di principio la fantasia creativa che nasce dalla vita.

Questo è un altro capolavoro di satana a cui l'uomo inebetito dai propri egoismi ha dato assenso con una maggioranza popolare che si crede, "roussonianamente", buona.

Con identica logica si minano le fondamenta della famiglia e della fedeltà.

satana in sostanza porta gli "adolescenti" a fare leggi che distruggano se stessi con una copertura di bene nell'oscuramento di una ragione apparentemente ragionevole.
Quella ragione che non ragiona sull'interesse vero, singolo o collettivo, ma sugli impulsi del tornaconto politico, economico e sociale e sui disordini psico-affettivi. 

Come diceva C. S. Lewis, da ateo convertito: "Sono un democratico in quanto credo nel Peccato Originale... L' umanità è in un tale stato di corruzione che a nessuno può essere affidato un potere incontrollato sui propri simili". Ma il mezzo democratico è solo mezzo e non costruisce necessariamente una legge buona, vera ed autentica; una legge umana.

Le logiche umanistiche, laicista, risorgimentista, liberal-massonica desiderano invece il potere di pochi e senza controllo ed una democrazia che è solo una scimmiottatura di sé stessa.
In sostanza Dio non crea l'inferno... l'inferno se lo crea l'uomo.

Interessante l'apologia di satana nelle vesti Al Pacino ne "L'avvocato del diavolo" rimproverato dal "suo figlio" (Keanu Reeves) di averlo portato alla disperazione, si difende:

"le cose non funzionano così, io non le faccio accadere, sei tu che scegli di farle... libero arbitrio... come le ali di una farfalla... basta toccarle una volta ed essa non volerà più...".

Al di la della visione vagamente radical-protestante e spettacolarizzata in tale film del "male che vince sempre"... certa è questa visione: siamo noi che scegliamo di farci del male sia a livello microscopico che macroscopico ascoltando non la voce umile di Dio in Cristo ma il sibilo serpentino di satana che parla amplificando le nostre ferite.

La sua astuzia è nel farci credere che la sua voce, opportunista e distruttiva, non esiste e sfiorando le nostre ali per non farci "volare" là dove siamo chiamati per vocazione e destino eterno.

Solo il perdono, l'amore, alla statura di Cristo vince questa catena disumanizzante. 
Solo un Dio che perde per Amore, vince!
Solo questo fiume di grazia inarrestabile dona di essere liberi.
Proclamare questa unica logica di salvezza è compito da sempre e per sempre della Chiesa, nonostante sia anch'essa ferita dal limite.



L'importanza del limite e della resa

Il maligno non è capace di perder-si... per questo ha perso, da sempre.
Il maligno vuole eliminare la coscienza del limite e paradossalmente così ne amplifica la sua intima natura frustrante e colpevolizzante.
Il perfezionismo, la realizzazione, sono il suo baluardo... ma senza passare per la reale coscienza di sé. Ecco allora nascere vittime e persecutori.

Importante allora è avere anche una sana coscienza del limite. Tale coscienza libera dal dogmatismo della legge e del perfezionismo ed apre ad una vera libera crescita.
Elimina il senso di colpa malato e fa nascere invece la coscienza di colpa e la responsabilità di "essere ciò che siamo" per dirla con S. Agostino.
Per questo Gesù non libera dal dolore ma libera nel dolore. 

Aiuta a comprendere che il definir-si è un dono non un frutto delle proprie mani.
Persino i mass-media, la televisione,  la rete e i social network, mettendo l'accento sul "mi piace", ritmano la prepotenza di un soggettivismo imperante.
Una dittatura del "vero per me", del "narcisismo di classe."

Ecco come il "mi piace" diventa il vero per me e quindi mi nega la trascendenza, il superamento del limite impantanandomi nell'immaturità.
Una vera "operazione tonfo"!
In fin dei conti satana non cerca, nel profondo, degli adulatori ma semplicemente di creare degli adolescenti irresponsabili verso sé e verso i fratelli.

L'amore di Cristo sulla croce ci fa entrare in un'altra logica, così come la Chiesa, da sempre proclama.

Anche la Chiesa è fatta di peccatori, adolescenti ed immaturi, ma cresce nella consapevolezza e nella grazia che Gesù ha veramente vinto il mondo ed è veramente Risorto e che il Suo Amore donato fino alla fine è il segno di una libertà che solo in Dio Padre libera l'uomo dalla sua immaturità, dalla sua incoerenza, dalla sua miseria.

Questa si chiama conversione!

Non è di un solo attimo, ma di tutta la vita, di ogni giorno, di ogni istante e respiro, nessuno è arrivato e nessuno ha la conversione in tasca, ma tutti e ciascuno siamo in cammino... come l'apostolo Paolo sulla via di Damasco.

Ecco perché i santi non sono straordinari.
Piuttosto siamo noi che siamo stra-ordinari ciò fuori dall'ordinario. La santità infatti è la normalità creativa e sempre nuova a cui tutti e ciascuno siamo chiamati.
Siamo noi gli anormali... non i santi... satana lo sa bene, per questo fa di tutto affinché non ce lo ricordiamo!
E soprattutto fa di tutto per distrarci e non farci vedere le meraviglie che già ora Dio compie per noi; il maligno fa di tutto per toglierci dalle labbra il sorriso... il maligno non ama l'umorismo, non ama essere deriso e ridicolizzato...

per questo, incessantemente, chiediamo il dono della sapienza, della coscienza critica, della fortezza e dell'umorismo.


Gesù è il Signore della vita nuova e della gioia
e l'umorismo è il segno di un cuore umile che ha capito il suo posto e che si è arreso alla grazia.
Alla Grazia ed alla Gioia.

 


1 «Wenn man fragt, ob der Teufel Person sei, so müsste man richtigerweise wohl antworten, er sei die Un-Person, die Zersetzung, der Zerfall des Personseins, und darum ist es ihm eigentümlich, dass er ohne Gesicht auftritt, dass die Unkenntlichkeit seine eigentliche Stärke ist - Se ci si chiede se il diavolo sia una persona, allora si dovrebbe rispondere correttamente che egli è la non-persona, la decomposizione, la disintegrazione della personalità e quindi è peculiare per lui il fatto di apparire senza volto, che l'irriconoscibilità è la sua vera forza», Joseph RATZINGER, Dogma und Verkündigung, Erich Wewel Verlag, München–Freiburg im Breisgau, 1973, p. 233


vd anche

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