
La Bibbia indica nella donna il punto predestinato dell'incontro con Dio e l'uomo. Sin dal Genesi.
Se è vero che le due creazioni vedono da una parte l’uscire della donna dal fianco dell’uomo per complementarietà totale e l’altra li vede uscire come umanità dalle mani di Dio è vero che è nella prova che la donna si svela come la parte decisiva di questo rapporto.
L’uomo si accoda alle scelte della donna ed il suo ruolo è sbilanciato. Ma non era pensato così dalle mani di Dio.
Nel nuovo testamento le questioni si ribaltano e ritornano come uscite dalle mani di Dio ma in forma rinnovata.
Se l'uomo partecipa all' Incarnazione con il suo silenzio, nella persona di S. Giuseppe,
è la donna invece a pronunciare il Fiat a nome di tutti.
Il Fiat silenzioso di Giuseppe custodisce il Fiat di Maria che è anche il Fiat di Dio.
Al Fiat creativo del Padre corrisponde l'umile Fiat della "serva del Signore".
Cristo non avrebbe potuto prendere carne e sangue umani se l'Umanità-Maria non glieli avesse dati liberamente, come dono, come pura offerta.
La Vergine è il punto d'incontro, il luogo di convergenza dei due Fiat.
E Giuseppe è custode di questa convergenza con il suo Fiat.
E Giuseppe è custode di questa convergenza con il suo Fiat.
Custode di Maria, custode di Gesù, custode della famiglia, custode del duplice Fiat, custode del rapporto dell’umanità con Dio.
La sempre Ancella riflette il sempre servo che è Dio stesso. Giuseppe custodisce questa relazione mirabile di umanità e di divino facendosi servo del servizio stesso.
E qui si comprende come ogni forma di “potere, di abuso e di clericalismo”, presente non solo nel “clero” ma anche nei laici, non solo nel “patriarcato” ma anche nel “matriarcato”, è l’antitesi sia di Dio che dell’umano pensato da Dio.
Come figura della Chiesa, la Vergine personalizza il suo principio di protezione materna, orante; è la preghiera della Chiesa, quella che intercede.
In greco, la castità significa integrità e integrazione, la potenza stessa di unire. Giuseppe unisce e custodisce l’unione: è casto della castità che custodisce questa integrità. Inarrivabile, per certi versi Maria, immenso Giuseppe.
Un'antica preghiera liturgica chiede alla purissima Madre di Dio:
"Con il tuo amore, lega la mia anima";
tu Maria legami al divino e tu Giuseppe custodisci questo legame.
Ecco perché la funzione di Giuseppe è simile a quella dell’Angelo custode, perché egli è l’Angelo di Maria e l’Angelo di Dio per Lei e per Gesù, egli è l’Angelo discretissimo nostro che garantisce il Fiat quotidiano.
Questa integrità, custodita da Giuseppe, questa castità avvolgente e liberante è la sola a restituire all’umanità la sua dignità filiale, da sempre pensata nel Cristo nel creare la paritetica e complementare dignità dei generi.
PiEffe
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