I am pleased to welcome you to the Vatican and to accept the Letters accrediting you as Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the United Arab Emirates. On this notable occasion, I would ask you to convey my greetings to His Highness Sheikh Khalifa Bin Zayed Al Nahayan. Kindly assure him of my gratitude for the good wishes which you have just expressed on his behalf, and of my prayers for his well-being and that of all the people of the Emirates.
As diplomatic relations between the Holy See and the United Arab Emirates have only recently been established, your presence here today as your country's first Ambassador to the Holy See is a particularly auspicious event. During a joint ceremony with other Ambassadors on 15 April 2008, the President of the United Arab Emirates noted that the Papal Representative "exercises a particular mission, which is above all for the preservation of faith in God and the promotion of intercultural and interreligious dialogue". Faith in the Almighty cannot but lead to love for one's neighbour for, as I wrote recently, "love - caritas - is an extraordinary force which leads people to opt for courageous and generous engagement in the field of justice and peace" (Caritas in Veritate, 1).
Love of God and respect for the dignity of one's neighbour motivates the Holy See's diplomacy and shapes the Catholic Church's mission of service to the international community. The Church's action in the field of diplomatic relations promotes peace, human rights and integral development, and thus strives for the authentic progress of all, without regard for race, colour or creed. Indeed, it is towards men and women, understood as unique in their God-given nature, that all politics, culture, technology and development are directed. To reduce the aims of these human endeavours merely to profit or expediency would be to risk missing the centrality of the human person in his or her integrity as the primary good to be safeguarded and valued, for man is the source, the focus and the aim of all economic and social life (cf. Caritas in Veritate, 25). Thus, the Holy See and the Catholic Church take care to highlight the dignity of man in order to maintain a clear and authentic vision of humanity on the international stage and in order to muster new energy in the service of what is best for the development of peoples and nations.
Your Excellency, the United Arab Emirates, notwithstanding difficulties, have experienced notable economic growth in recent years. In this context, your country has welcomed many hundreds of thousands of foreigners coming to seek work and a more secure financial future for themselves and for their families. They enrich the State not only by their labour but by their very presence, which is an opportunity for a fruitful and positive encounter between the world's great religions, cultures and peoples. The openness of the United Arab Emirates towards those foreign workers requires constant efforts to strengthen the conditions necessary for peaceful coexistence and social progress, and is to be commended. I would like to note here with satisfaction that there are several Catholic churches built on lands donated by the public authorities. It is the Holy See's earnest wish that this cooperation may continue and indeed flourish, according to the growing pastoral necessities of the Catholic population living there. Freedom of worship contributes significantly to the common good and brings social harmony to all those societies where it is practised. I assure you of the desire of the Catholic Christians present in your country to contribute to the well-being of your society, to live God-fearing lives and to respect the dignity of all peoples and religions.
Madam Ambassador, in offering you my best wishes for the success of your mission, I assure you that the various departments of the Roman Curia are ready to provide help and support to you in the fulfilment of your duties. It is the sincere desire of the Holy See to strengthen the relations now happily established between it and the United Arab Emirates. Upon Your Excellency, your family and all the people of the Emirates, I cordially invoke abundant divine blessings.
Questa la traduzione del discorso del Papa all'ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti.
Eccellenza,
sono lieto di accoglierla in Vaticano e di accettare le Lettere che la accreditano quale Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario degli Emirati Arabi Uniti. In questa importante occasione, le chiedo di trasmettere i miei saluti a Sua Altezza lo Sceicco Califfo Bin Zayed Nahayan. La prego di assicurarlo della mia gratitudine per i buoni auspici che lei, signora Ambasciatore, mi ha appena espresso a suo nome e delle mie preghiere per il suo benessere e per quello di tutto il popolo degli Emirati.
Poiché le relazioni diplomatiche fra la Santa Sede e gli Emirati Arabi Uniti sono state instaurate soltanto di recente, la sua presenza qui, oggi, quale primo Ambasciatore del suo Paese presso la Santa Sede è un evento particolarmente propizio. Il 15 aprile 2008, durante una cerimonia congiunta con altri Ambasciatori, il Presidente degli Emirati Arabi Uniti ha osservato che il rappresentante pontificio "esercita una missione particolare, che è soprattutto volta alla tutela della fede in Dio e alla promozione del dialogo interculturale e interreligioso". La Fede in Dio Onnipotente non può non condurre all'amore per il proprio prossimo, come ho scritto di recente "l'amore, caritas, è una forza straordinaria, che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia e della pace" (Caritas in veritate, n. 1). L'amore di Dio e il rispetto per la dignità del proprio prossimo motiva la diplomazia della Santa Sede e plasma la missione della Chiesa cattolica al servizio della comunità internazionale. L'azione della Chiesa nel campo delle relazioni diplomatiche promuove pace, diritti umani e sviluppo integrale e quindi si adopera per il progresso autentico di tutti, indipendentemente dalla razza, dal colore o dal credo. Infatti, tutta la politica, la cultura, la tecnologia e lo sviluppo si rivolgono a uomini e donne, intesi come unici nella loro natura donata da Dio. Ridurre gli obiettivi di questi sforzi umani al solo profitto o alla mera convenienza significherebbe rischiare di perdere la centralità della persona umana nella sua integrità come bene primario da tutelare e stimare, perché l'uomo è la fonte, il centro e lo scopo di tutta la vita economica e sociale (cfr. Caritas in veritate, n. 25). Quindi, la Santa Sede e la Chiesa cattolica si preoccupano di evidenziare la dignità dell'uomo per mantenere una visione chiara e autentica dell'umanità a livello internazionale e per raccogliere nuova energia al servizio di ciò che è meglio per lo sviluppo di popoli e nazioni.
Eccellenza, gli Emirati Arabi Uniti, nonostante le difficoltà, hanno sperimentato una notevole crescita economica negli ultimi anni. In questo contesto, il suo Paese ha accolto molte centinaia di migliaia di stranieri giunti in cerca di lavoro e di un futuro economico più sicuro per se stessi e per le loro famiglie. Queste persone arricchiscono lo Stato non solo con il loro lavoro, ma anche con la loro stessa presenza, che è un'opportunità per un incontro fecondo e positivo fra le grandi religioni, culture e popolazioni del mondo. L'apertura degli Emirati Arabi Uniti a questi lavoratori stranieri richiede sforzi costanti per rafforzare le condizioni necessarie a una coesistenza pacifica e al progresso sociale, e deve essere lodata. Desidero osservare qui, con soddisfazione, che esistono diverse chiese cattoliche edificate su terreni donati dalle autorità pubbliche. La Santa Sede desidera con fervore che questa cooperazione prosegua e, di fatto, prosperi, secondo le crescenti necessità pastorali della popolazione cattolica che vive lì. La libertà di culto contribuisce in modo significativo al bene comune e reca armonia sociale a tutte quelle società nelle quali è praticata. La assicuro del desiderio dei cristiani cattolici nel suo Paese di contribuire al benessere della sua società, di condurre esistenze devote a Dio e di rispettare la dignità di tutte le popolazioni e religioni.
Signora Ambasciatore, nell'offrirle i miei migliori auspici per il successo della sua missione, la assicuro del fatto che i vari dicasteri della Curia Romana sono pronti a prestarle aiuto e sostegno nello svolgimento dei suoi compiti. La Santa Sede desidera sinceramente rafforzare le relazioni ora felicemente instaurate con gli Emirati Arabi Uniti. Su di lei, Eccellenza, sulla sua famiglia e su tutto il popolo degli Emirati, invoco di cuore abbondanti benedizioni divine.
(©L'Osservatore Romano - 21 maggio 2010)