Rassegna stampa Speciali

C'è un'Italia positiva ignorata dai mass media

tarcisio-bertone.jpgIl cardinale Tarcisio Bertone in un'intervista a Famiglia Cristiana
C'è un'Italia positiva, che lavora e che si impegna, quasi del tutto ignorata dai mezzi di comunicazione sociale. A sottolinearlo è il cardinale Tarcisio Bertone in un'intervista - che verrà pubblicata sul prossimo numero di Famiglia Cristiana - nella quale il segretario di Stato vaticano offre un ampio giro di orizzonte su alcune delle principali questioni internazionali, a partire proprio dalla realtà italiana.
Il porporato sottolinea che la preoccupazione principale della Chiesa, in Italia come nel resto del mondo, è la difesa dei valori della vita, di quel patrimonio morale e sociale che è nel dna del popolo italiano e che viene presentato sempre sotto il profilo della dottrina sociale della Chiesa. "La Chiesa - dice - è una risorsa anche per la comunità politica italiana".
Per rispondere ad alcuni ambienti che dipingono l'Italia come un Paese condizionato dalla Chiesa, il cardinale Bertone ricorda che Nicolas Sarkozy, presidente della laicissima Francia, solo alcuni giorni fa ha detto che la Chiesa cattolica è una risorsa e non un ostacolo o un pericolo per lo sviluppo del Paese. E che non contrasta con gli ideali repubblicani. "La concezione di laicità opposta a religiosità - evidenzia il porporato - è antistorica. Sarà mai possibile, anche per i laici italiani, pensare in questa maniera?".

     Alla fine di un anno in cui la Chiesa italiana è stata fatto oggetto di pesanti attacchi, il segretario di Stato vaticano ricorda come alcuni anni fa - ai tempi della Democrazia cristiana e del Partito comunista - ci fosse più rispetto. Il cardinale evoca la posizione di Gramsci e di tanti altri esponenti comunisti verso la religione, ben diversa da quella di certi laicisti attuali, che ritengono che un cattolico non possa avere un concetto positivo di laicità. "Giuseppe Lazzati, Igino Giordani, Giorgio La Pira, ed altre grandi personalità, cos'erano?", si chiede il cardinale, definendo un pregiudizio stereotipato l'idea secondo cui un cattolico non può essere un cittadino vero.
    Sui cosiddetti valori non negoziabili, vita e famiglia in primo luogo, il cardinale Bertone ricorda come l'anno che si sta per chiudere sia stato molto impegnativo per i cattolici italiani. L'ultimo "incidente di percorso" è stato l'inserimento di una norma anti-omofobia nel decreto sulla sicurezza, argomento del tutto diverso. "La posizione della Chiesa - ribadisce il porporato - non è partigiana, ma corrisponde al diritto naturale. Il partito comunista di Gramsci, Togliatti, Berlinguer non avrebbe mai approvato le derive che si profilano oggi. Grandi intellettuali comunisti e socialisti che ho conosciuto personalmente avevano una visione laica, ma morale, cioè credevano in un progetto morale ed etico autentico". Da questa valutazione, l'auspicio che il nascente Partito democratico si ispiri alla tradizione dei grandi partiti popolari, che avevano un saldo ancoraggio nei principi morali della convivenza sociale.
    In Italia, secondo il cardinale Bertone c'è oggi trepidazione, delusione, a volte paura. L'aspirazione al benessere, l'abitudine ad avere sempre tutto, a vivere nell'agiatezza, l'euforia della ricchezza proposta come unica meta di speranza è infatti messa a repentaglio dalla situazione economica. Il Paese è un "po' litigiosa", secondo il porporato, nonostante tutte le promesse di gettare ponti, i ragionamenti sugli obiettivi comuni delle forze politiche e sociali. "La scelta della Chiesa italiana di dedicare la recente Settimana sociale dei cattolici ad una riflessione sul bene comune è un appello che deve essere accolto", evidenzia il cardinale.
    Certo è che la situazione italiana viene spesso dipinta a tinte molto fosche, a danno di quell'Italia che resiste, che lavora, che s'impegna per gli altri. I mezzi di comunicazione sociale raccontano spesso di situazioni al limite, mentre la famiglia normale - quella dove si fatica, ma ci si vuole bene, si educano i figli anche alla solidarietà, all'impegno per gli altri - sembra scomparsa dall'orizzonte. Invece le famiglie che si radicano nell'insegnamento evangelico sono la maggioranza in Italia. "La posizione più saggia e obiettiva - fa notare il segretario di Stato vaticano - è quella del presidente delle Repubblica Giorgio Napolitano:  non cessa di indicare con forza le cose che non vanno, ma valorizza le ricchezze dell'Italia buona, operosa, generosa, morale".
    Nell'intervista a Famiglia Cristiana il cardinale Bertone affronta anche alcune delle questioni internazionali maggiormente di attualità. A cominciare dal Medio Oriente. "È uno dei problemi che ci preoccupano di più", sottolinea. C'è poi il capitolo relativo all'aspirazione - legittima - di Israele alla sicurezza. "Noi comprendiamo il problema - dice il cardinale - ma questo non si può tramutare in un atteggiamento negativo verso i membri della Chiesa cattolica, che ha fatto tanto negli ultimi qundici anni, sia per regolarizzare i rapporti con Israele, sia per migliorare la comprensione dell'ebraismo".
    Quest'anno, inoltre, i pellegrinaggi in Terrasanta sono aumentati più che nell'Anno Santo del Duemila, contribuendo anche ad accrescere la ricchezza in Israele. "A volte tuttavia - evidenzia il segretario di Stato vaticano - ci pare che Israele non valuti opportunamente e adeguatamente tutto ciò. Noi ci siamo impegnati in un dialogo intenso, ma purtroppo non otteniamo soluzione a molti problemi concreti:  diritti di proprietà, visti. Il nostro personale religioso in Terrasanta non ottiene i visti, eppure non si può dire che minacci la sicurezza. Questa è una chiusura che impedisce un'attività serena".
    Uno sguardo poi al Venezuela di Chávez, dove, secondo il cardinale Bertone, il popolo ha dimostrato grande libertà e coraggio nel recente referendum costituzionale, e a Cuba, dove il porporato ha annunciato un visita a febbraio. "Spero - dice - di vedere il fratello di Fidel Castro, Raul, che oggi guida il Paese. Un fatto positivo è l'inaugurazione di un grande monumento pubblico a Giovanni Paolo II a Santa Clara, che io benedirò, e che ricorda i dieci anni della visita di Karol Wojtyla a Cuba".
    Volgendo lo sguardo a oriente, verso la Cina, il porporato rileva che ci sono aperture e contatti che proseguono. Un fatto singolare è stato quest'anno il riconoscimento del valore positivo delle religioni da parte del partito. "Diciamo che procediamo a piccoli passi, ma andiamo avanti", afferma il cardinale.
    Un pensiero poi alla prossima visita del Papa all'Onu. "Benedetto XVI - dice il segretario di Stato vaticano - ribadirà la necessità di puntare sui valori che sottendono le storiche dichiarazioni internazionali e confermerà l'insostituibilità delle Nazioni Unite".

Osservatore Romano

Qui l'intervista su Famiglia Cristiana