La piazza ha delle ricchezze e dei limiti. Per questo è preziosa.

11 per la Famiglia 20 giugno 2015Quando ho vissuto il terremoto ad Assisi è stato molto istruttivo. Nessuno – a meno che non sia poco assennato – pensa a salvare qualcosa di accessorio. Pensa alla pelle. La propria e, se ha un minimo di umanità, a quella altrui. Non pensa alla poltrona, al prestigio, al ruolo. Ci sono urgenze nella vita, tra cui quelle antropologiche, che sono così travolgenti, simboliche, fondanti, che è doveroso pensare a strategie immediate, testimoniali e nel contempo anche a strategie a lungo termine.

L’imminenza della pessima legge Cirinnà è una di queste urgenze, se si hanno occhi e orecchi aperti. La piazza è certamente limitata per strategie a lungo termine ma molto importante per quelle a breve termine. L’errore che viene fatto nei confronti della piazza è che la si ritiene non utile perché la si colloca in un lavoro lento, sedimentato, culturale a lungo termine. Ma non è quello il luogo e il proprium della piazza. La piazza serve nel dare un accento chiaro, immediato, per “salvare la pelle”, per ribadire con amore e con forza una questione importante. Per dare un segno. Politica, in senso ampio e vero. Piazza che ha il target non sguaiato ma della sobria e ferma gioia di chi ama il bene comune. Non è violenta, ma ferma. Non è un circo ma un florilegio di colori e di gioia familiare. Poi si procederà con azioni capillari, mirate, testimoniali, sofferte, a lungo termine. Per obiettivi e confronti. Sul piano antropologico e sul piano sociale. La Piazza, politicamente, ha la stessa valenza di un ritiro spirituale. Si fa per un breve periodo e porta frutti per un tempo più lungo. Ma non si vive di soli esercizi spirituali. Sarebbe emotivamente deleterio oltre che irragionevole. Gli esercizi spirituali si fanno di tanto in tanto e sono funzionali al quotidiano. Disprezzare o negare la piazza (che è anche peggio) è una sorta di super-spiritualismo politico che non si rende conto che talvolta è necessario dare degli accenti per produrre una buona musica che duri nel tempo e che sia il bene comune. Sia la piazza che il lavoro, lento e costante, sedimentato, di confronto, per obiettivi, devono poter andare a braccetto su tutte le questioni che riguardano la famiglia. Chi ne privilegia una ai danni dell’altra o chi le pone in contrapposizione compie un atto di demenza civica e politica.

Noi ci siamo. Sia in Piazza, sia nel lavoro quotidiano e capillare. Sia sul versante dei principi non negoziabili che su quello dei valori a tutto campo, anche sociali.
Vi aspettiamo.

Fam. Cilia

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla mailing list di cristiano cattolico. Conforme al Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n.196, per la tutela delle persone e e il rispetto del trattamento di dati personali, in ogni momento è possibile modificare o cancellare i dati presenti nel nostro archivio. Vedi pagina per la privacy per i dettagli.
Per cancellarsi usare la stessa mail usata al momento dell'iscrizione.