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LA SUORA IN CATTEDRA FA PAURA

  Il fatto: una suora, suor Annalisa Falasco, della Congregazione di Maria Consolatrice, insegnante elementare, non di ruolo, in regolare graduatoria, nell'Ufficio Provinciale della Scuola di Roma inviata a sostituire l'insegnante di ruolo presso la scuola elementare "Jean Piaget" a Roma. Tutto normale, peccato che la supplente è una suora e che non vada bene a un gruppo di mamme, guidate da una "cassaintegrata dell'Alitalia", "La nostra è una scuola pubblica, una scuola statale, perciò se serve faremo ricorso al Tar.  Qui non è in discussione la persona, la suora sarà pure bravissima ma io contesto l'istituzione che rappresenta. Cioè la Chiesa. Voglio vedere cosa dirà la maestra a mio figlio quando Valerio le chiederà come è nato l'universo. Sono atea e credo che la scuola pubblica debba essere quantomeno laica. O no?».  

Una suora non può essere una dipendente dello Stato. E non importa se suor Annalisa sulla veste non porta quel crocefisso attorno al quale oggi tanto animatamente si discute. Tuttavia in qualcuno permane un meccanismo automatico, quasi pavloviano, per cui quell'abito è intollerabile.

"L'abito che sta a indicare, netta, ben visibile, l'appartenenza cristiana. Altrettanto cristiani però sono, nelle loro vesti borghesi, migliaia di maestri e professori nelle nostre scuole. Qual è il punto di attrito, allora?

Forse l'abito di una suora come segno indiscreto e visibile della propria fede. Che è ammessa finché sia faccenda pudica, privata, mantenuta estranea alla vita quotidiana. Finché stia in chiesa e non si immischi di cose concrete come la politica, o l'educazione". (Marina Corradi, una suora in cattedra fa paura. Potrebbe creare passione, 11.12.09 Avvenire).

 A questi solerti genitori non importa se la legge italiana non preveda la esclusione dei religiosi dall'insegnamento.

 Che Paese stiamo diventando? Si chiede Renato Farina. Dove si era mai vista una scena simile? "La madre lavoratrice che organizza un comitato di mamme democratiche e smaschera il traditore che corrompe i fanciulli? Va be', c'è stato il caso di Socrate, ma non esageriamo. Più vicino a noi: Unione Sovietica, ventesimo secolo. Arcipelago Gulag di Solgenitsin racconta vicende di questo genere. Sbugiardare il finto compagno, rivelare che è un prete, consegnarlo alla vergogna popolare. Sulla Pravda apparivano le lettere delle mungitrici di renne, da noi le più rappresentative sono le hostess Alitalia, ad alcune delle quali i privilegi devono aver dato alla testa. Anche da cassintegrate è più alto il loro mensile di quello complessivo di un esercito di suorine che puliscono il sedere a bambini e a vecchi". (Renato Farina, Se la prof è suora il velo non piace, 11.12.09, Il Giornale).

 La faccenda della scuola elementare "Jean Piaget" ha gli elementi per essere razzista. Del resto chi sono i razzisti, quelli che dividono le persone in due categorie: le persone degne di godere dei diritti umani, e quelle meno, molto meno. Nel caso di Roma si nega a una persona il diritto di meritarsi un posto di lavoro sulla base dell'appartenenza a una religione. Se ci fosse una magistratura seria - scrive Farina - interverrebbe aprendo un fascicolo sulla vicenda intestandolo alla Legge Mancino, là dove si punisce «... con la reclusione sino a tre anni chi (...) incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi» (art. 1).

 E' una strana idea di laicità quella espressa dalle mamme "laiche e democratiche" di Roma. È in linea di navigazione con una deriva tutta occidentale. L'Europa si vuole annullare, si odia. Detesta le sue origini. In nome dell'illuminismo giacobino fa fuori l'illuminismo ragionevole, e con esso si uccide, lasciando spazio a una tranquilla invasione islamica.

  In Italia i casi come quelli della scuola di Roma sono ancora isolati, mentre nel Nord Europa pare che il solo essere cristiani sia un vero handicap sociale. E' la cristianofobia la malattia europea?  Espressa recentemente con la sentenza contro i crocifissi sulle pareti delle scuole, fino ad arrivare in Italia che delle mamme emettono una inappellabile fatwa per impedire a una insegnante di espletare la propria professione perché religiosa.

 La preside Filippini definendo razzismo laicista il rifiuto della maestra, ha dichiarato: «L'insegnante che c'era prima della suora impartiva ai bambini dei corsi di benessere yoga: li faceva sdraiare in cerchio, disegnava dei mandala e recitavano insieme dei mantra... ». Quello andava benissimo alla signora dell'Alitalia. Invece nominare Gesù a Natale è un delitto. In questa Europa si trova meno comprensione se sei una suora che se sei un imam. O un propagandista dello yoga. Fare il presepio è intolleranza, invece introdurre, ad esempio, il buddismo è ritenuto molto laico, in perfetta armonia con la laicità della scuola. Farina propone provocatoriamente alla suora di dichiararsi sì suora, ma anche lesbica, o almeno suora incinta, e farsi fare un anatema dal vescovo, come nei film alla moda di Almodóvar. Diventerebbe un'eroina. Forse le perdonerebbero persino se facesse dire le preghiere ai bambini.

 

  DOMENICO BONVEGNA

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