Rassegna stampa formazione e catechesi

Crescere nella Verità - Messaggio della Conferenza episcopale francese per la Quaresima

giglio fiorePARIGI , 15. Gli «atti criminali» commessi da sacerdoti su minori e «il coraggio» delle vittime che hanno parlato della loro traumatica esperienza sono al centro del messaggio per la Quaresima pubblicato dal Consiglio permanente della Conferenza episcopale francese. Parole che giungono pochi giorni dopo la sentenza del tribunale di Lione che ha condannato il cardinale Philippe Barbarin a sei mesi di reclusione con la condizionale per non aver denunciato i maltrattamenti subiti da un minorenne tra il 2014 e il 2015 da parte di un prete dell’arcidio cesi.

«Siamo tutti molto colpiti e turbati dalle rivelazioni fatte a proposito di atti criminali commessi da ministri ordinati o da uomini consacrati su minori o anche adulti sia nella Chiesa universale sia nella nostra Chiesa», affermano i membri del Consiglio nel messaggio quaresimale, sottolineando che «questi comportamenti immorali ci scandalizzano e minano la nostra fiducia nella Chiesa, in coloro che hanno comunque dedicato la loro vita a Dio». Le vittime, spesso membri della comunità cristiana, «hanno rivelato ciò che hanno sofferto e la profonda ferita emotiva, psicologica, spirituale e fisica che hanno ricevuto», ricordano i vescovi, ringraziandole per aver trovato «il coraggio di parlare». Grazie alla loro testimonianza, è stata possibile «una profonda presa di coscienza» e si è quindi aperta una «operazione verità», tanto dolorosa quanto «il dolore è profondo». Ma così «la parola di Cristo — “La verità vi farà liberi” ( Giovanni , 8, 32) — è all’opera», osservano i presuli, i quali ribadiscono che si tratta anche di «abuso di potere e di coscienza. Sapevamo che la Chiesa è santa per la santità di Dio, ma in lei si trovano anche uomini e donne peccatori, pertanto chiamati da Dio a essere questa comunità che, nel tempo della storia, porta la speranza degli uomini e rende testimonianza della sua bontà», prosegue il Consiglio permanente. Nel messaggio — intitolato C re s c e re nella verità, crescere nella speranza — si ricorda che «Dio ci libera dal peso del peccato, anche quello della violenza fatta agli altri. Continueremo il nostro sforzo di conversione laddove alcuni hanno commesso un peccato — promettono i vescovi — e ad ascoltare le vittime e a lavorare con loro; avremo bisogno che tutti siano attori della verità, mettendo a disposizione le nostre competenze per rendere la Chiesa più santa». Il testo è occasione per sottolineare che la Quaresima, «tempo di conversione», è segnata dalla «festa dell’appello ai catecumeni», simbolo della fecondità della Chiesa «che ha accompagnato l’opera dello Spirito nei cuori degli uomini e delle donne che hanno riconosciuto la sua presenza e si sono girati verso di lei per essere accompagnati in questa loro nuova esperienza». Senza dimenticare che sono tanti i preti, i diaconi, i consacrati, i fedeli laici ad aver dato il meglio di loro stessi, «nella testimonianza di Gesù, nella vita all’interno delle comunità, nella cura dei più piccoli e dei poveri e, ancora, nel modo di trovare Dio attraverso la preghiera del cuore e dentro l’assemblea cristiana».

© Osservatore Romano - 16 marzo 2019

 

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