Rassegna stampa formazione e catechesi

Alla luce dell’«Amoris laetitia»

anima gemellaVARSAVIA, 18. Primi frutti, in Polonia, dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia , sull’amore nella famiglia. La Conferenza episcopale, al termine dell’assemblea plenaria svoltasi nelle vicine cittadine di Siedlce e Janów Podlaski, ha redatto un testo contenente le indicazioni pastorali alla luce del documento di Papa Francesco.
Un testo che condurrà a elaborare — riferisce il Sir — un nuovo Direttorio della pastorale familiare per la Chiesa in Polonia in base al quale sarà possibile predisporre delle istruzioni applicative diocesane o metropolitane, e istituire dei centri di servizio al matrimonio e alla famiglia. Un altro impegno indicato è quello di «elaborare il programma e definire le forme di preparazione dei ministri ordinati atti a intraprendere la strada di accompagnamento dei fedeli e del discernimento delle situazioni in cui essi concretamente si trovano». Il servizio pastorale sarà caratterizzato da vicinanza, «uno sguardo rispettoso e pieno di compassione» che, allo stesso tempo, «sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana». I vescovi invitano a esercitarsi «nell’arte di ascoltare», per «risvegliare con pazienza e tenacia il desiderio dell’ideale cristiano, e trovare le strade che portano al vero sviluppo e alla maturità». Alla formazione parteciperanno le persone consacrate e i fedeli laici, «poiché abbiamo bisogno di molti collaboratori, uomini e donne, che sulla difficile strada di ascolto e di accompagnamento dei fidanzati e dei coniugi sostengano l’opera pastorale». Nel documento si definisce l’ Amoris laetitia «espressione della sollecitudine» del Pontefice «per una sana condizione dell’amore coniugale in famiglia». Il testo è suddiviso in quattro capitoli, nei quali si ricorda la ricchezza delle esperienze della Chiesa in Polonia nell’ambito della pastorale di fidanzati, coniugi e famiglie, e vengono esplicitati i criteri pastorali di Francesco: accoglienza, accompagnamento, discernimento, integrazione. L’attenzione è rivolta, in particolare, al servizio pastorale ai fidanzati, ai coniugi e alle persone che si trovano in situazioni difficili e irregolari: «Nella pastorale dei fidanzati bisogna aiutare i giovani nella scoperta di valori e ricchezze del matrimonio, e ricordare l’importanza delle virtù, soprattutto di quella della castità che è condizione di un’autentica crescita dell’amore sponsale». Preparazione e accompagnamento «devono fare in modo che i fidanzati non vedano lo sposarsi come il termine del cammino ma assumere il matrimonio come una vocazione che richiede ferma e realistica decisione di attraversare insieme tutte le prove e i momenti difficili». Uno sguardo d’amore e di sostegno va offerto poi alle persone che sono state abbandonate o hanno abbandonato il coniuge, ma «cercano di riconciliarsi con il consorte sacramentale, conservando l’amore, la fedeltà e la preghiera». I vescovi sostengono che «bisogna mostrare comprensione verso i fedeli che, dopo il fallimento del matrimonio sacramentale, avessero contratto una nuova unione solamente civile, in considerazione dell’ostacolo costituito dal precedente legame, ma cercano di condurre una vita cristiana educando i figli alla fede e anelino la piena partecipazione all’eucaristia, assumendo la decisione di vivere come fratelli e sorelle». Tuttavia, citando il Papa, invitano a considerare «l’innumerevole varietà di situazioni concrete» di persone divorziate e che hanno contratto civilmente una nuova unione, sottolineando che «la sollecitudine per il loro bene spirituale richiede uno scrupoloso discernimento delle circostanze», poiché «il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi». Nel corso dell’assemblea plenaria grande spazio è stato dedicato ai giovani, anche in considerazione del sinodo che si svolgerà a ottobre in Vaticano. Sono ben 3500 i polacchi che, al momento, hanno dichiarato di voler partecipare alla prossima Gmg, in programma nel gennaio 2019 a Panamá. Augurando buone vacanze, i vescovi hanno espresso l’auspicio che esse comprendano un periodo di esercizi spirituali. E, prendendo spunto dal nuovo programma di educazione elementare e media introdotto con la recente riforma del sistema scolastico, hanno approvato un documento dove ribadiscono che «nessuno può privare i genitori del diritto all’educazione religiosa dei loro figli» rilevando tuttavia che la difesa di un tale diritto «non può essere lasciata solo alla Chiesa e alla scuola». I presuli, nel loro incontro, si sono occupati anche del problema della difesa dei bambini e dei giovani dalla piaga degli abusi sessuali.

© Osservatore Romano - 18 - 19 giugno 2018

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