Rassegna stampa etica

Ricerca senza freni, Londra scopre il dissenso

di Elisabetta Del Soldato - E' Vita 

La tensione è alta all'interno del Parlamento britannico. Tra poche settimane la Camera dei Comuni sarà chiamata a votare sul disegno di legge che propone emendamenti alla «Human Fertilisation and Embryology Bill», la legge che regolamenta il settore dell'embriologia in Inghilterra dal 1990, mettendo fine a un iter parlamentare che va avanti da un anno e che già ha concluso il suo corso alla Camera dei Lord. La nuova legge, lo ricordiamo, è promossa e appoggiata dal governo laburista, che fino a qualche settimana fa era parso piuttosto sicuro di un passaggio "indenne" del testo anche ai Comuni.

Intanto però gli emendamenti in questione - che toccano problematiche non solo tecnico-scientifiche, ma soprattutto etiche - hanno dato vita a un dibattito acceso tra gli stessi membri dell'esecutivo, fino a scatenare un vero e proprio scontro con il primo ministro Gordon Brown. Alcuni ministri, infatti, sono ora determinati a chiedere la libertà di voto in sede parlamentare (libertà già garantita, ma solo per questioni relative all'aborto).

Tra gli emendamenti previsti dalla nuova legge, il più contestato è quello che permetterà agli scienziati di creare embrioni ibridi, vale a dire realizzati mescolando materiale genetico umano e animale. Un esperimento che già due team di scienziati britannici stanno portando avanti grazie a una licenza garantita loro dalla «Human Fertilisation and Embryology Authority», l'autorità che sovrintende il campo dell'embriologia, ma che si troverebbe costretta a fare marcia indietro sulle stesse licenze se i Comuni votassero contro la creazione degli ibridi.

Per chi si oppone al provvedimento - tra loro per la prima volta figurano non solo esponenti del mondo politico e religioso, ma anche accademici e scienziati - permettere la creazione di ibridi equivarrebbe a «paragonarsi a Dio» (l'espressione inglese è eloquente: playing God, letteralmente «giocare a essere Dio») e andrebbe contro la coscienza di ciascun individuo.

Lo stallo nel governo di Gordon Brown si è creato proprio quando alcuni ministri, per ragioni di coscienza, hanno cominciato a minacciare di disobbedire alla volontà dello stesso governo, rischiando di essere destituiti. In Inghilterra i membri di gabinetto sono infatti obbligati a seguire la direzione stabilita dall'esecutivo quando votano disegni di legge promossi dal governo (tanto che un legale appositamente designato dall'esecutivo, il chief whip, si occupa che l'ordine sia rispettato e che tutti i ministri votino rispettando la volontà "collettiva"). Des Browne, ministro della Difesa, Ruth Kelly, ministro dei Trasporti, e Paul Murphy, ministro del Galles, tutti e tre cattolici, si sono invece dichiarati contrari, chiedendo apertamente di poter esprimere il loro parere anche in sede parlamentare.

Un intervento a gamba tesa per il primo ministro, che più di una volta si è esposto personalmente a favore della nuova legge dichiarandosi sostenitore della ricerca senza limiti destinata alla cura di malattie gravi e finora incurabili (Brown ha un figlio malato di fibrosi cistica). Messo alle strette, ha già ammesso di aver preso in considerazione l'opzione di offrire ai tre ministri l'astensione al voto.

Una dichiarazione che sembra, tuttavia, non bastare agli antagonisti degli emendamenti allo Human Fertilisation and Embryology Bill: «La legge - ci spiega Jim Dobbin, parlamentare laburista - contiene diversi aspetti controversi tra cui la creazione di ibridi per la ricerca, la cancellazione della figura del padre in trattamenti in vitro, i certificati di nascita nei casi di riproduzione assistita. E persino la possibilità di creare "bambini-medicina", le cui cellule potrebbero essere usate per curare eventuali fratelli malati. Il sottoscritto, come molti miei colleghi (anche non legati alle associazioni per la vita), non vede come questi punti possano essere considerati di rilievo esclusivamente politico quando sono chiaramente legati alla coscienza di chi è chiamato a votarli. La libertà di voto è più che mai necessaria». Peraltro esiste già un precedente: nel 1990, quando la legge fu approvata, il governo impose il voto collettivo solo al terzo passaggio degli emendamenti in Parlamento, dopo cioè che alcuni membri avevano già potuto votare contro.

Quanto alla possibilità di astenersi, Dobbin è chiaro: «Si tratta solo di un contentino. La libertà di astenersi e non di votare "no" è altro rispetto alla libertà di voto. È un compromesso che non mi soddisfa e che manda alla gente un messaggio di questo tipo: "Puoi votare se sei a favore, ma se sei contro non puoi votare con la tua coscienza, devi semplicemente sparire". Una conclusione inaccettabile».

Ma la situazione di impasse in Inghilterra non riguarda soltanto il mondo politico. Solo pochi giorni fa 106 professori universitari - molti dei quali delle prestigiose università di Oxford e Cambridge - hanno scritto una lettera al quotidiano Times chiedendo che ai deputati sia garantita libertà di voto. Una dimostrazione del fatto che quelli che sono già stati ribattezzati i «ribelli dei Comuni» non sono soli ma godono dell'appoggio di una parte del mondo accademico. «La legge sull'embriologia - si legge nel testo della missiva - entrerà presto alla Camera dei Comuni. Questo testo tocca questioni etiche molto sensibili, relative all'inizio della vita umana, alle relazioni familiari, fino alla creazione di ibridi. Esiste una diversità di opinioni religiose e morali su questi temi fuori e dentro il Parlamento».

«Noi - continuano i firmatari - abbiamo opinioni differenti sugli emendamenti della legge. Nonostante questo, crediamo che il governo e gli altri partiti politici debbano avere la possibilità di un voto di coscienza su temi di legislazione controversi come quelli bioetici». Affermazioni che - nel Paese del progresso scientifico "a ogni costo" - segnano una svolta straordinaria, le cui potenzialità si misureranno dopo Pasqua proprio in Parlamento.

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