Rassegna stampa etica
Motu proprio dichiarazione di nullità - pilloline
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- Creato: 09 Settembre 2015
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1 – “dichiarazione di nullità matrimoniale” significa “riconoscere che il matrimonio non è mai esistito nella realtà”; non significa annullare. Titolisti, Giornalisti, Agenzie di Stampa e Vaticanisti ed Operatori pastorali non fate figure di "cioccolata".
2 – Il vescovo non può annullare nulla: “"Ipse Episcopus iudex.. qui ad dirimendos casus manifestioris nullitatis stabilitur".. significa che il vescovo è giudice garante nel riconoscere che il sacramento non è mai esistito nella realtà. Non decide a cuor leggero il brutto o il cattivo tempo di un sacramento ma pensa, responsabilmente, alla reale salute eterna delle anime e al loro cammino vocazionale.
3 - “Identificazione proiettiva”= non si leggono i documenti per quello che dicono ma per quello che vorremmo dicessero.
I massmedia ci leggono un “gesto di apertura del Santo Padre che riforma pure il matrimonio”, i detrattori - magari filo-tradizionalisti - “urlano” (scrivendo rigorosamente in maiuscolo sui Social) sovraesponendo le loro confusioni dottrinali e pastorali e leggendo cedimenti dottrinali dove non ce ne sono.
I progressisti dicono “evvai, avemo svoltato!”.
A tutti sfugge l’anelito pastorale e la realtà dei fatti in cui la Chiesa aiuta i suoi fedeli a compiere con retta coscienza e con matura presenza di sé un sacramento straordinario.
E nel contempo a dare pieno valore alla parola “fedeltà”.
4 – Il Santo Padre evita gli avvitamenti su questioni di piccolo conto ed aiuta a rimettere in carreggiata il Sinodo verso le vere problematiche della famiglia tra cui anche la “pastorale vocazionale”.