Rassegna stampa etica

Il cardinale Bertone per la festa del fondatore dei ministri degli infermi

Tra le iniziative in vista del IV centenario della morte di san Camillo de Lellis - che cadrà nel 2014 - particolare attenzione merita la Fondazione camilliana progetto salute, "che intende coinvolgere laici e religiosi per promuovere e per realizzare attività di alta formazione, di qualificazione e di aggiornamento professionali in campo socio-sanitario, sia sotto il profilo scientifico che gestionale". Lo ha sottolineato il cardinale Tarcisio Bertone, celebrando martedì 14 luglio la festa del fondatore dei ministri degli infermi, proprio nella chiesa romana di Santa Maria Maddalena - attigua alla casa generalizia - dove il santo ha vissuto e testimoniato l'esaltante esperienza della carità verso i malati dal dicembre 1586 fino alla morte. Per il segretario di Stato "la nascente fondazione costituisce un'opportunità, per recuperare il valore umano della vita della persona umana e soprattutto della persona ammalata". Nella chiesa che custodisce le spoglie del santo di Bucchianico, il cardinale Bertone è stato accolto dal superiore generale dei camilliani, padre Renato Salvatore, e dal consiglio generale dell'ordine. Tra i presenti anche padre Augusto Chendi, officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede, religiosi di diverse comunità camilliane e religiose in rappresentanza dei due rami femminili, le Figlie di San Camillo e le Ministre degli Infermi.
All'omelia il porporato ha sottolineato come la figura del Santo sia "immediatamente ed emblematicamente legata alla croce rossa che egli ottenne di portare cucita sull'abito religioso da papa Sisto v" con il breve Cum nos nuper del 20 giugno 1586. Per questo lo stesso santo non si è mai distaccato dal crocifisso - ora venerato nella stessa chiesa della Maddalena -, dal sorgere dell'idea dell'Istituto nelle corsie dell'ospedale di San Giacomo in Augusta fino agli ultimi giorni di vita. Ecco perché per Bertone "quell'incoraggiamento rivolto a san Camillo dal crocifisso a proseguire nell'opera di carità intrapresa", risuona ancora oggi per tutti i cristiani secondo i diversi carismi e ministeri.
Il celebrante si è poi voluto soffermare sul senso della consacrazione religiosa per l'ordine camilliano, che ancora oggi costituisce motivo di stima e di autentica testimonianza della carità di Cristo e della sua Chiesa, in particolare nelle strutture socio-sanitarie nelle quali è presente, specie nelle terre di missione. Del resto il senso dei voti religiosi professati dai ministri degli infermi esige radicalità e definitività, perché l'amore perfetto consiste nell'offerta di sé, in donum sui.
Quindi rivolgendosi ai fedeli intervenuti, tra i quali appartenenti al mondo politico e imprenditoriale, il porporato ha sottolineato la necessità di un impegno specifico oggi più incisivo "soprattutto di fronte a scelte che, particolarmente in questo momento di crisi mondiale, potrebbero rischiare di perdere di vista il bene comune, specie, di coloro che costituiscono l'anello più debole della società, la vita nascente, i poveri, i malati, i disabili, le persone in stato terminale". Il riferimento era all'enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate laddove denuncia le "manifestazioni abusive di dominio sulla vita". È questo, del resto, l'insistente monito - ha ricordato - con il quale il Papa non manca di mettere il dito nella piaga del dramma non solo dell'Europa, ma dell'intera umanità". Da qui l'esortazione ai presenti ad assumere, come religiosi e come laici, le responsabilità per una "nuova scuola di carità" così come l'ha indicata san Camillo "a favore della persona umana, in qualunque sembianza essa si presenti, fosse anche quella più martoriata dalle ferite corporali o spirituali". Solo così - ha concluso - "potremo veramente vedere Dio, recuperando quelle radici profonde della nostra cultura e della nostra convivenza civile ed ecclesiale".

(©L'Osservatore Romano - 16 luglio 2009)