Rassegna stampa etica

19 marzo, i papà separati: «Siamo sempre genitori»

«L'orgoglio dei padri in marcia», urlano gli slogan del Daddy's Pride che domenica, a prolungamento della Maratona di Roma, vedrà sfilare dai Fori Imperiali al Colosseo decine di uomini separati che vogliono essere ancora genitori. Un volto particolare della paternità, ma in questi pochi giorni che ci separano dal 19 marzo è anche quello che emerge con più prepotenza: quello dei padri separati che si sentono ancora al margine della vita dei loro figli, nonostante la legge sull'affidamento condiviso sia in vigore da due anni. La marcia dei papà è supportata da alcune associazioni tra le più combattive, come Caro Papà, Figli Contesi, Papà Separati Lombardia e Figli Negati. Il presidente di quest'ultima sigla, Giorgio Ceccarelli, ha inviato ad alcuni candidati alle elezioni un appello perché venga realizzata la Casa dei papà, una struttura dove i padri in difficoltà economiche e psicologiche possano trovare aiuto e sostegno.

Ma il Daddy's Pride è solo una della tante iniziative messe in campo per il 19 marzo dall'arcipelago di associazioni di padri separati - un'ottantina in Italia. Domani l'Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami) nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma farà il punto sull'affidamento condiviso, «una legge applicata solo sulla carta». I giudici la stabiliscono, secondo una prima ricognizione, nel 70-80 per cento delle separazioni a Palermo, nel 95 per cento dei casi a Bologna, ma spesso resta una applicazione «formale», spiega il presidente dell'Ami, Gian Ettore Gassani: «Si registra purtroppo un ridottissimo contingentamento del tempo concesso ai padri per incontrare i propri figli». Il problema è sentito e lo sarà sempre di più in futuro, se è vero che separazioni e divorzi continuano a crescere: i figli minori coinvolti nella rottura di un matrimonio sono stati nel 2006 la bellezza di 86 mila.

Un'altra cordata di associazioni - dai Papà separati onlus nazionale alla Federazione nazionale bigenitorialità - promuove invece un'iniziativa di piazza proprio il 19 marzo a Roma, per «valorizzare la figura paterna nel ruolo di accudimento e crescita dei figli, anche dopo la separazione». «Troppo spesso - spiega Antonio Matricardi, referente della sede romana dei Papà Separati - dopo la separazione la figura del padre viene messa in disparte, ridotta a ricoprire un ruolo quasi unicamente economico». In effetti, anche se la legge del 16 marzo 2006 stabiliva la regola del mantenimento diretto dei figli, i giudici continuano a preferire l'assegno mensile.
«Nella giornata di festa dedicata ai papà, il nostro invito è di riflettere su quale debba essere la reale valenza di questa figura genitoriale. Il nostro obiettivo principale è garantire serenità ai nostri figli. E per raggiungerlo, crediamo fermamente che sia necessario dare forza e valore al principio della bigenitorialità», continua Matricardi. «Ciò che chiediamo però, è la possibilità di essere davvero presenti nella loro vita in maniera significativa da un punto di vista educativo ed emotivo. E non solo finanziario».

«La legge sull'affidamento condiviso, anche laddove viene attuata - interviene Ernesto Emanuele, presidente delle associazioni Papà Separati e Famiglie Separate Cristiane - lascia in sospeso molti temi: la partecipazione dei nonni, il mantenimento diretto, la possibilità che la casa e la domiciliazione dei figli non vengano sempre attribuiti alla madre».

La manifestazione che si svolgerà a Roma il prossimo 19 marzo, però, non vuole affrontare solo l'argomento della legge. Perché rispetto alla questione dei papà separati, ci sono ancora tanti altri problemi per i quali è urgente trovare una soluzione. «Vorremmo - continua Emanuele - che fosse previsto un "percorso preventivo obbligatorio" che i genitori debbano compiere insieme, prima della separazione, per poter arrivare davanti al giudice non solo con delle richieste ma anche, e soprattutto, con un accordo che rappresenti un progetto educativo per i loro figli il più ampio e articolato possibile. Un progetto dove i temi in discussione non siano unicamente di carattere economico ma piuttosto affrontino il futuro dei bambini in termini di sostegno e presenza formativa concreta ed effettiva di entrambi i genitori. E, ancora, vorremmo che fossero punite le accuse di falsi abusi sessuali. Vorremmo anche che in tribunale i ricorsi dei coniugi separati godessero della stessa attenzione indipendentemente dal fatto che a presentarli siano le madri o i padri. Oggi invece le madri sono in una posizione di forza. Vorremmo anche che venissero istituiti dei "luoghi tutelati" in cui, qualora il giudice abbia previsto la presenza di una terza persona, i padri possano incontrare i loro figli nel modo più sereno e rilassato possibile».

Un altro aspetto è il pesante impoverimento al quale vanno incontro i padri separati, privati di una parte rilevante del loro reddito e della casa coniugale... Non a caso, secondo la Caritas, tra i "nuovi poveri" nelle grandi città, Milano in testa, ci sono sempre più papà separati. «Vorremmo che coloro che, proprio in seguito alla separazione, devono affrontare difficoltà economiche sempre più pressanti potessero contare su un aiuto concreto. La possibilità di poter usufruire di un alloggio a prezzi contenuti come accade a Bolzano, per esempio, o di avere un sostegno di carattere economico, legale e psicologico come prevede una proposta di legge regionale di cui si sta discutendo in Liguria. Vorremmo che tante cose, insomma, potessero davvero cambiare, in meglio. Per i papà. E per i loro figli».

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