V domenica del tempo ordinario - Anno C
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- Creato: 06 Febbraio 2016
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Colletta
Custodisci sempre con paterna bontà
la tua famiglia, Signore,
e poiché unico fondamento della nostra speranza
è la grazia che viene da te,
aiutaci sempre con la tua protezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Oppure:
Dio di infinita grandezza,
che affidi alle nostre labbra impure
e alle nostre fragili mani
il compito di portare agli uomini
l'annunzio del Vangelo,
sostienici con il tuo Spirito,
perché la tua parola, accolta da cuori aperti e generosi,
fruttifichi in ogni parte della terra.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Prima lettura
Is 6,1-2.3-8
Eccomi, manda me!
Dal libro del profeta Isaìa
Nell'anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali. Proclamavano l'uno all'altro, dicendo:
«Santo, santo, santo il Signore degli eserciti!
Tutta la terra è piena della sua gloria».
Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi:
«Ohimè! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto
il re, il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare. Egli mi toccò la bocca e disse:
«Ecco, questo ha toccato le tue labbra,
perciò è scomparsa la tua colpa
e il tuo peccato è espiato».
Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».
Parola di Dio
Salmo responsoriale
Sal 137
Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.
Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore!
La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l'opera delle tue mani.
Seconda lettura
1Cor 15,1-11
Così predichiamo e così avete creduto.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l'ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!
A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
Parola di Dio.
Forma breve (1Cor 15, 3-8.11):
Dalla lettera prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, a voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (Mt 4,19)
Alleluia, alleluia.
Venite dietro a me, dice il Signore,
vi farò pescatori di uomini.
Alleluia.
Vangelo
Lc 5,1-11
Lasciarono tutto e lo seguirono.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Parola del Signore
Commento
"Pescatore di uomini"
E' l'obbedienza alla Parola che porta frutto e il fidarsi di Lui, di ciò che dice che rende fecondi.
Anche nell'episodio del centurione, il soldato romano si fida e dando per certa la guarigione del suo servo e Gesù ammira la sua fede (Mt.8,10).
Certo Simon Pietro pescatore provetto, avrà forse dubitato un po', ma l'ammirazione o forse la forza dello sguardo di Gesù e della stessa Parola ha fatto prevalere l'obbedienza, quella istintiva, immediata che nasce dall'autorevolezza di chi chiede... e questa Fede-Azione ha portato al compimento la richiesta.
Fidarsi... a volte Gesù sembra provocare chiedendo qualcosa che pare impossibile o per lo meno difficile o senza senso, eppure ama agire proprio nell'impossibilità umana per far vedere e risplendere la Potenza di Dio!
Era forse umanamente pensabile l'Incarnazione?
E nelle varie guarigioni o miracoli non ha forse dimostrato il limite umano e la Sua Potenza?
Ogni azione umana è soggetta a fallimento ma "nulla è impossibile a Dio" (Lc 1,37).
Davanti a tutto questo è naturale la reazione di sorpresa del pescatore, ma qui c'è di più.
Pietro non rimane solo sorpreso e ammirato, davanti a quella pesca ma riconosce il proprio limite, la propria insufficienza, l'essere peccatore, l'essere creatura:
ecco è forse lui il primo "pesce" pescato dal mare e portato alla Vita!!
Davanti al Signore, Via, Verità e Vita, noi scopriamo le nostre verità distorte, il metro con cui misuriamo anzi "smisuriamo" ogni cosa, ogni azione, ogni persona...
Il nostro essere de-centrati, lontani dal Centro-Dio ci porta a non saper discernere e fallire, ma, nella nostra debolezza riconosciuta, opera la Verità "quando sono debole è allora che sono forte" (S:Paolo 12,10).
Ed ancora, la Grazia non finisce qui...
oltre all'abbondanza della pesca, oltre all'azione interiore dello Spirito c'è ancora un altro frutto: non può una barca sola portare tutta quella moltitudine di pesci c'è bisogno di aiuto, c'è bisogno di condividere la fatica e il raccolto con altri fratelli...
c'è un che di Ecumenico in tutto questo, dove si vede l'unità dell'intento e soprattutto del dono immenso ricevuto.
Il Signore ha scelto la barca di Pietro (una sorta di pre-primato tra i Suoi apostoli..) ma fa si, comunque, che il lavoro per il Regno sia portato a termine insieme ad altri.
Il nostro Dio è un Dio di comunione, Lui che moltiplica 5 pani e 2 pesci (Mc7,38) per saziare una moltitudine, Lui che dona tutto se stesso a tutti per saziare l'umanità, ci invita a condividere, a camminare insieme per portare tutti al Padre (Gv10,16).
I discepoli formarono un unico corpo con un unico Signore, generati come fratelli dalla stessa Parola a cui obbediscono lasciando tutto per seguirlo ed anche noi generati dall'unico Dio,
illuminati dalla Parola,
chiamati dalla Chiesa,
lasciamo i nostri schemi consapevoli di essere "vasi di creta" in cui per Amore e solo per Amore agisce la Grazia e come salvati camminiamo annunciando la Salvezza.
L'urgenza del Regno è capita solo da chi fa esperienza di verità di sè e di piccolezza come Pietro... solo allora si diventa, per Grazia, "Pescatori di uomini".
Solo allora si comincia a comprendere l'azione ecclesiale della missione.
Edda, Elena e Paoletta
Qui il commento e le meditazioni proposte dal Monastero del Sacro CuoreV_Dom_TO_C.pdf
Citazioni:
Is 6,1-2a.3-8: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abty3f.htm
1Cor 15,1-11: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abtnlo.htm
Lc 5,1-11: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abtnhe.htm
Dopo averci mostrato come, davanti a Cristo, davanti all’eccezionalità di Cristo, l’animo umano possa difendersi al punto tale da cacciarlo via, riducendo la realtà che ha di fronte, la santa Chiesa ci introduce, oggi, dentro quell’esperienza di familiarità con Gesù, che è all’origine della chiamata dei primi discepoli, della loro fede e della loro vita.
La pagina evangelica che abbiamo ascoltata, tratta dal Vangelo secondo Luca, inizia mostrandoci la “concretezza” con cui il popolo si rapportava con Cristo: «Mentre la gente gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio…» (Lc 5,1). La gente “gli faceva ressa attorno”, cioè lo intravedeva, lo seguiva, gli si avvicinava per ascoltarlo, al punto che il Signore rischia di essere schiacciato e, con la sua straordinaria prontezza, con quel mirabile senso pratico che ogni suo gesto rivela, salta su una barca ormeggiata a riva e domanda a Simon Pietro di scostarsi un po’ da riva, così ch’egli possa parlare alla gente.
Che Mistero! La Parola di Dio, l’eterno Figlio del Padre, facendosi carne, ha assunto, ha “preso” tutta la nostra umanità e la vive fino in fondo, senza risparmiarsi nulla di ciò che è umano, compresa la fragilità propria della nostra natura: la Parola eterna, per mezzo della quale il Padre ha creato il mondo, ha bisogno di “alzare la voce” per farsi udire; ha bisogno di sottrarsi alla ressa della folla, di quella folla di persone che ama visceralmente, per evitare di rimanere “schiacciato”; di domandare a Simon Pietro ospitalità sulla sua barca. Agli occhi degli israeliti, Cristo appare, perciò, in tutto e per tutto, come un uomo, fatto di carne come ogni uomo, con un corpo soggetto alla fatica fisica, alla fame e alla sete, alle intemperie, come ogni altro uomo, eppure da quell’uomo non potevano stare lontani, da lui non potevano distogliere lo sguardo. Neanche la fame – quella fame che il Signore sazierà con la moltiplicazione dei pani e dei pesci (Gv 6,1ss.) – può distrarli da lui.
Inoltre, è commovente vedere come nulla, con Cristo, accada per caso: egli non sale su una barca tra le altre, ma sulla barca di Simone; questi aveva già incontrato il Signore, quando suo fratello Andrea, arrivando a casa trafelato, gli aveva detto: «Abbiamo trovato il Messia» (Gv 1,41); Simone aveva già trascorso del tempo con lui, tanto che, all’invito del Signore di riprendere il largo, in pieno giorno, il momento meno favorevole per la pesca – anche chi non è esperto di pesca lo sa –, all’invito di gettare nuovamente le reti dopo una notte infruttuosa, arriva già a poter esclamare: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma – aggiunge Simon Pietro – sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5,5).
Che cosa poteva portare Simone ad un’affermazione apparentemente così illogica? Perché sembra illogico, dopo una notte di lavoro assolutamente infruttuoso, tentare una nuova pesca di prima mattina, quando la luce diurna allontanerebbe tutti i pesci e la fatica fisica richiederebbe soltanto riposo. Illogico! Eppure, Simone dice: «Ma sulla tua parola getterò le reti». Perché? Come può un pescatore di professione dire una cosa simile? Tutto è racchiuso in quel “ma” iniziale: «Ma, sulla tua parola». Nell’ordinarietà della vita, nella prevedibilità degli impegni quotidiani, nella routine del proprio lavoro o nel tepore del focolare domestico, improvvisamente, cominciava a farsi strada un “ma”. Nella vita di Simone, pochi giorni prima, aveva iniziato a farsi strada questo “ma”, proprio quando Andrea l’aveva portato a conoscere Gesù e, trascorsa qualche ora con lui, tornando a casa per prepararsi, come ogni sera, alla pesca notturna, pensando tra sé e sé, aveva iniziato, lentamente, a prendere coscienza che qualcosa di nuovo gli era accaduto, qualcosa che non sapeva esprimere ancora fino in fondo, ma di cui non poteva più fare a meno.
È in questa familiarità con Cristo, progressiva e quotidiana, che cresce e si delinea nel cuore di Simon Pietro una nuova certezza: con Cristo, nella realtà, entra un fattore di assoluta novità, una novità nella quale, misteriosamente, tutta la realtà sembra convergere. Questa novità è, ultimamente, lui stesso, la sua stessa persona, Gesù. Paradossalmente, per Simone, davanti a Cristo, la cosa veramente illogica non era fidarsi di lui contro ogni evidenza, ma dire, come sarebbe parso più normale: “è assurdo, maestro, tentare una nuova pesca adesso. Su, non scherzare!”. Di fronte a qualunque altro uomo, sarebbe stato normale pensare si trattasse di una burla e continuare a riassettare le reti, per andare a casa a riposare, al più presto. Ma con Gesù, no. Con lui, sarebbe stato illogico non tentare, non prendere sul serio la sua parola, nonostante l’esperienza umana sembrasse dire tutt’altro.
E inizia, così, per Simone, un’esperienza nuova, che si rinnoverà per tre anni e fino all’ultimo suo respiro: con Cristo, la realtà non delude mai; Cristo non delude mai! La pesca accade, la barca non basta ad accoglierne il frutto prodigioso, le due barche sembrano affondare e il fratello di Andrea si getta alle ginocchia di Gesù ed esclama: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore!» (Lc 5,8). Sarebbe stato lo stesso che dire: «Tutto di te mi supera, di te, Signore, non sono degno, ma non posso fare a meno di starti attaccato, di gettarmi alle tue ginocchia!».
Domandiamo alla Beata Vergine Maria, che, nella sua vita terrena, ha trascorso più anni con il Figlio – lo aveva concepito ad appena dodici anni! – che senza di lui, di crescere in questa familiarità con Cristo, in questo quotidiano contatto con lui, attraverso uno sguardo alla realtà reso attento dalla preghiera costante, in questo suo “ma”, che è entrato nel mondo per mai più lasciarlo. E uniti a lei, uniti a Pietro, diciamo anche noi, oggi e sempre: «Fiat mihi secundum verbum tuum – Signore, accada di me, secondo la tua parola», «Signore, sulla tua parola getterò le reti». Amen!
Preghiera dei fedeli
Introduzione del celebrante
Desideriamo rivolgerci a Gesù con la stessa fiducia di Pietro: “Sulla tua parola, o Signore”
1. Signore Gesù, tu ci chiami a prendere il largo, fidandoci della tua parola e ricominciando sempre, anche nei momenti di crisi e di difficoltà: donaci speranza e fiducia,
Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA
2. Ti ringraziamo o Signore per quanti, come Pietro, guidano la barca della Chiesa; ti affidiamo Papa Benedetto, il nostro vescovo e tutti i nostri pastori; sostieni la loro fede, speranza, carità,
Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA
3. Con l’intercessione di Maria Ti affidiamo i malati e i sofferenti, o Signore. Sostieni quanti li accompagnano e li curano. Dona la consolazione della tua presenza amorevole,
Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA
4. O Signore, dona ai cristiani della nostra parrocchia e di tutte le comunità la grazia di cominciare con cuore aperto il cammino della Quaresima, attenti alle indicazioni della Chiesa,
Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA
Conclusione del Sacerdote
Come Pietro mettiamo ai tuoi piedi la nostra domanda e le nostre attese, o Signore.