I domenica di Avvento - Anno C

mani-al-cielo.jpgColletta
O Dio, nostro Padre,
suscita in noi la volontà
di andare incontro con le buone opere
al tuo Cristo che viene,
perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria
a possedere il regno dei cieli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Oppure:
Padre santo, che mantieni nei secoli le tue promesse,

rialza il capo dell'umanità oppressa da tanti mali
e apri i nostri cuori alla speranza,
perché sappiamo attendere senza turbamento
il ritorno glorioso del Cristo, giudice e salvatore.
Egli è Dio, e vive e regna con te... 

Prima lettura 
Ger 33,14-16
Farò germogliare per Davide un germoglio giusto.
 
Dal libro del profeta Geremìa

Ecco, verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d'Israele e alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.

Parola di Dio 
 

Salmo responsoriale 
Sal 24
 
A te, Signore, innalzo l'anima mia, in te confido.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza. 
 


Seconda lettura 
1Ts 3,12-4,2
Il Signore renda saldi i vostri cuori al momento della venuta di Cristo.
 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio - e così già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.

Parola di Dio 
 


Canto al Vangelo (Sal 84,8)
Alleluia, alleluia.

Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
Alleluia.
 


Vangelo 
Lc 21,25-28.34-36
La vostra liberazione è vicina.
 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».

Parola del Signore
 


Commento

"risollevatevi e alzate il capo"

I segni di cui parla Gesù, in questa pericope evangelica di Luca, sembrano realizzarsi anche nei nostri tempi: ansia ed angoscia di popoli in lotta, fragore di guerre e di catastrofi naturali, preoccupazioni e paure quotidiane.
Ma le parole di Gesù non vogliono essere una minaccia, al contrario, vogliono essere un invito a non smettere mai di sperare, a non rinunziare mai alla speranza.
La nostra speranza, come cristiani, è quella di vedere "il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande" (v. 27).

La nostra libertà e la nostra liberazione è nella verità rivelata da Cristo, ovvero, ripetendo anche le parole di papa Benedetto XVI, che Dio è Amore.

Il Signore ci invita, nella nostra speranza, a vegliare e pregare, a non farci troppo travolgere dalle preoccupazioni del giorno e dagli affanni della vita.
Sono questi infatti il peggior ladro che potremmo incontrare delle nostre cose. 
E' la dissipazione, la tristezza, l'amarezza che "rubano" il desiderio di Cristo e, per quanto possibile, anche nelle situazioni impossibili, non dobbiamo permetterlo.
Ma anzi chiedere a Dio, incessantemente, di ridimensionare ogni angoscia e paura, ogni terrore e ogni fantasma.

Il nostro punto di forza, l'energia che nutre la speranza cristiana, sta nella preghiera, nella meditazione quotidiana che ha per oggetto e fine il Cristo.

È nella preghiera che si scopre la verità, è nella verità che si scopre la libertà; in questo le parole di Gesù sono d'insegnamento fondamentale, poiché afferma chiaramente che la verità ci renderà liberi (cf. Gv 8, 32).

Ecco la liberazione di cui parla Cristo, non un'utopia, non un'affermazione aporetica, ma un qualcosa di concreto, di reale che è qui ed ora.

Non dobbiamo, infatti, attendere la vita eterna per avere la nostra liberazione, essa esiste anche adesso, nel presente, poiché il regno di Dio, dopo la risurrezione di Cristo e già attualizzato in mezzo a noi. Secondo la logica del "già e non ancora".

L'invito a vegliare ed a pregare che ci rivolge Gesù è la candela che illumina la nostra speranza, ravviva il nostro desiderio, una speranza che non potrà mai morire, poiché Cristo ha vinto la morte.
Anzi Egli è il Vivente.

Cogliamo dunque l'imperativo di Cristo che è già un dono: "risollevatevi e alzate il capo"!
Risolleviamo il capo! Non curviamoci sulla nostre zone oscure, come fece Caino, che fu omicida di se stesso e del fratello Abele.
Questo infatti è un tempo di attesa e di sguardo verso coLui che viene in Spirito e Potenza, in gioia e pienezza, in bellezza e verità.
E là, nelle pieghe del cuore, che fino ad ora non abbiamo visto, in quelle pieghe che nascondevamo per paura, o che abbiamo negato anche a noi stessi, proprio là, Cristo porta la Luce e il "germoglio della vita".

Tacciano dunque le dissipazioni e ciò che rende pesante, triste ed invivibile la nostra vita, venga invece la luce che illumina ogni tenebra e splenda il sole anche di notte, perché Cristo è Vivo e dona la vita; Egli viene non tarderà. Amen, Alleluja!

Milko e Paul




Meditazioni proposte dal Monastero Sacro Cuore

pdfI_Avvento-anno-C.pdf


docAnno_C_I_Avvento.doc





 Citazioni:

Jr 33,14-16:                                       
congratio-pro-clericis
www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9avutnba.htm               

1Th 3,12-4,2:                                      www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9asrr1c.htm

                                                          www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abrwed.htm         

Lc 21,25-28.34-36:                              www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9bguv2u.htm

                                                                       www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9burpeu.htm       

 
«Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo» (Lc 21,36).


La raccomandazione di Cristo ci introduce nel Tempo d’Avvento, in un nuovo Anno Liturgico della Chiesa, nel tempo di grazia, cioè, ove veniamo guidati ad incontrare, conoscere e riconoscere il Mistero! Quel Mistero che, tra meno di un mese, adoreremo Bambino tra le braccia di una giovane israelita, la Beata e sempre Vergine Maria.

Perché la Chiesa, però, all’alba di questo nuovo Anno di grazia, ci fa ascoltare una simile pagina evangelica? Il Signore Gesù, infatti, ci ha rivolto delle parole, che poco sembrerebbero avere a che fare con la delicatezza e l’armonia del Mistero del Natale; parole che – se solo le prendessimo sul serio – dovrebbero “terrorizzarci”, poiché sanciscono la fine delle cose di questo mondo, alle quali quotidianamente dedichiamo attenzione e cure; parole che ci dicono che, alla fine dei tempi – quando e come, Dio solo lo sa –, un solo “fatto”, una sola evidenza, come un laccio, «si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra» (Lc 21,35).

Di quale fatto si tratta? «Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande» (Lc 21,27).

In quel momento, tutto ciò che era appena un “riflesso”, svanirà, per lasciare spazio alla Luce vera! L’ombra cederà il posto al Giorno, il tempo all’Eterno, e i nostri cuori rimarranno per sempre esattamente nella posizione che avevano un istante prima che tutto ciò accadesse: se erano rivolti alla Luce, saranno liberati da ogni affanno, per appartenere a Cristo soltanto, nell’eterno abbraccio del Paradiso; se, invece – Dio non voglia –, si erano rivolti al “riflesso”, anziché alla Fonte della Luce, dalla quale anche quel riflesso proveniva, allo spuntare del Giorno senza tramonto, all’apparire del Figlio dell’uomo, saranno ripiegati sulla propria ombra e non potranno accogliere il misericordiosissimo abbraccio di Cristo.

Ma come prepararsi a questo Giorno? E come vivere questo tempo di attesa, senza angoscia né timori? Come vivere questo tempo, nella sovrabbondanza d’amore che ci è indicata dall’Apostolo: «Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi» (Ts 3,12)? Come vivere tutto questo?

Ascoltiamo ancora le parole del Salvatore: «Vegliate in ogni momento pregando» (Lc 21,36). Cristo ci indica il modo: vegliare, pregando!

Anzitutto, ci chiama a “vegliare”, in ogni momento, cioè a rimanere “svegli”. In che senso? Seppur nella Chiesa, vi siano uomini e donne, che “materialmente” vegliano, cioè sacrificano ore di sonno, per dedicarsi alla preghiera nel cuore della notte e, così, intercedere per tutti gli uomini – sono i monaci e le monache e, con essi, tante preziose vite nascoste, che nella sofferenza offrono e pregano, e che sono vere “fiammelle di fede” nel buoi –, la “veglia” cui Cristo ci chiama è, ancor prima di questo, guardare la realtà. Chi veglia, infatti, non dorme. Chi veglia, cioè, non vive rinchiuso in se stesso e, così, separato dalla realtà; ma vive, fino in fondo, senza censure e senza “fughe”, accogliendo anche quanto di “doloroso” o “indesiderato” la storia possa riservargli.

Cristo ci indica, inoltre, il modo in cui vegliare: pregando! Guardando, cioè, nel cuore della realtà, al fondamento di tutto, al Mistero dal quale tutto proviene – anche noi – e verso il quale tutto tende. Vegliamo, pregando, guardando la realtà fino in fondo e implorando che Egli ci “accada”! Che il Mistero ci mostri il Suo Volto e ci prenda per mano.

Nessun artificioso sogno, nessun pallido riflesso, nessuna falsa preoccupazione potranno davvero corrispondere all’intimo desiderio del nostro cuore.

Vegliamo e preghiamo! E allora saremo tra coloro che ascolteranno le parole dell’Angelo: «Ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore» (Lc 2,10-11). Allora ci porteremo, con i pastori, alla culla di Betlemme e, lì, potremo immergere il cuore nella contemplazione del Mistero fatto Bambino, con Lui crescere, a Lui affidarci e non perderLo più di vista, fino al Giorno in cui verrà Glorioso, con i Suoi santi, a prenderci con Sé, per sempre.

Alla Beata Vergine Maria, che, prima e più di tutte le creature, visse questa quotidiana e orante veglia, alla presenza del Mistero, domandiamo la grazia di non appesantirci in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita (cf. Lc 21,34), ma di rendere saldi e irreprensibili i nostri cuore nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù Cristo (cf. Ts 3,13). Amen!

 


Preghiera dei fedeli

Introduzione del celebrante

Avvento è attesa e domanda, è desiderio e nuova speranza. Volgiamo la nostra preghiera al Signore che viene.



1.   Signore, all’inizio dell’Avvento in quest’Anno della Fede, concedi a Papa Benedetto e a tutti i nostri pastori la grazia di accompagnare il popolo cristiano nella vigilanza, nella carità e nella preghiera, con la parola, i sacramenti, la testimonianza,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA



2.   Donaci o Signore di comportarci in modo da piacere a Dio, nel buon uso del tempo e dei doni che tu ci fai nelle occasioni della vita.

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA



3.   Ti preghiamo o Signore per quanti vivono situazioni di sofferenza per la salute, per la mancanza di lavoro e di serenità in famiglia e nella società; rendici aperti e solidali, collaborando insieme al Fondo di solidarietà,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA



4.   O Signore, dona la fede alle famiglie, ai giovani, ai ragazzi. La nostra comunità parrocchiale possa offrire a tutti una giusta compagnia nel cammino dell’Avvento,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA



Conclusione del celebrante

Abbiamo bisogno di te o Signore. Rendici desiderosi di accoglierti e attenti a riconoscerti.