Festa della Santa Famiglia - anno C
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- Creato: 26 Dicembre 2015
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Colletta
O Dio, nostro Padre,
che nella santa Famiglia
ci hai dato un vero modello di vita,
fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù
e lo stesso amore,
perché, riuniti insieme nella tua casa,
possiamo godere la gioia senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Oppure:
O Dio, nostro creatore e Padre,
tu hai voluto che il tuo Figlio,
generato prima dell’aurora del mondo,
divenisse membro dell’umana famiglia;
ravviva in noi la venerazione
per il dono e il mistero della vita,
perché i genitori si sentano partecipi
della fecondità del tuo amore,
e i figli crescano in sapienza, età e grazia,
rendendo lode al tuo santo nome.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Prima lettura
1Sam 1,20-22.24-28
Samuele per tutti i giorni della sua vita è richiesto per il Signore.
Dal primo libro di Samuèle
Al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuèle, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto». Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre».
Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.
Parola di Dio
Salmo responsoriale
Sal 83
Beato chi abita nella tua casa, Signore.
Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.
Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore.
Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.
Seconda lettura
1Gv 3,1-2.21-24
Siamo chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (At 16,14)
Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
Alleluia.
Vangelo
Lc 2,41-52
Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri.
+ Dal Vangelo secondo Luca
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Parola del Signore
"Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore".
Il serbare di Maria ci indica tutta la dignità di Maria come credente anzi come "la credente".
Ci suggerisce e ci esorta anche a compiere questo atteggiamento prezioso come guida per il nostro cuore.
Il "serbare" di Maria infatti significa non solo meditare intellettualmente ma, soprattutto, conservare come prezioso, "ruminare", trattenere con amore e osservare questa parola, questo fatto.
Maria è come una immensa cattedrale che desidera far risuonare in sé, in tutte gli spazi del suo cuore, la Parola del Suo Figlio e gli avvenimenti che il Padre, nella Sua provvidenza, gli mette dinanzi. Gli avvenimenti, i fatti, questo fatto.
E qual è questo fatto? Gesù deve (e quindi desidera ardentemente) occuparsi delle "cose" del Padre.
La famiglia di Gesù non comprende a fondo queste parole e pertanto le conserva "gelosamente" affinché crescano in loro ed in Maria portando frutto.
La vocazione della famiglia, di ogni famiglia, è qui riassunta.
Conservare e custodire Gesù e le sue parole perchè crescano e portino frutto, anche se, talvolta, né Gesù, nè le Sue parole vengono comprese.
Ecco perché la Sacra Famiglia è "sacra". Non solo perché ha Gesù, non solo perchè "custodisce" Gesù, ma anche perché lo fa crescere dentro di sé come la cosa più preziosa nell'incipit e nell'orizzonte delle "cose"del Padre.
Qui, nella custodia e nell'occuparsi delle "cose" del Padre con e come Gesù, sta la vocazione di ogni famiglia che diventa anch'essa "sacra" tanto quanto rispetta questa chiamata e dunque, in definitiva, rispetta se stessa.
Per tal motivo la famiglia è chiamata, in certo qual modo, "Chiesa domestica". La famiglia come prima comunità ecclesiale è il luogo riunito attorno a Gesù e per Gesù. Il luogo dove Gesù cresce e fa crescere. I genitori, sin dal fidanzamento, sono chiamati a comprendere che il loro primo frutto d'amore è Cristo.
Lui e tutto quanto viene da Lui.
Cristo viene prima. Viene prima di ogni difficoltà operativa, di ogni progettualità pratica, persino del dono incommensurabile dei figli.
Proprio perché in Lui e per Lui tutte queste, dalle più pratiche, al dono della vita, prendono forma e sostanza. Significato e pienezza. Fecondità e gioia.
Salvatore
Commento proposto dal Monastero Sacro CuoreSanta_Famiglia_C.pdf