XXVII domenica del tempo ordinario - Anno B
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- Creato: 03 Ottobre 2015
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Colletta
O Dio, fonte di ogni bene,
che esaudisci le preghiere del tuo popolo
al di là di ogni desiderio e di ogni merito,
effondi su di noi la tua misericordia:
perdona ciò che la coscienza teme
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Oppure:
Dio, che hai creato l'uomo e la donna,
perché i due siano una vita sola,
principio dell'armonia libera e necessaria
che si realizza nell'amore;
per opera del tuo Spirito
riporta i figli di Adamo alla santità delle prime origini,
e dona loro un cuore fedele,
perché nessun potere umano osi dividere
ciò che tu stesso hai unito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo....
Prima lettura
Gen 2,18-24
I due saranno un'unica carne.
Dal libro della Gènesi
Il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda».
Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l'uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse.
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.
Allora l'uomo disse:
«Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall'uomo è stata tolta».
Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un'unica carne.
Parola di Dio
Salmo responsoriale
Sal 127
Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell'intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d'ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com'è benedetto
l'uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!
Pace su Israele!
Seconda lettura
Eb 2,9-11
Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
Conveniva infatti che Dio - per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria - rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza.
Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (1Gv 4,12)
Alleluia, alleluia.
Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi
e l'amore di lui è perfetto in noi.
Alleluia.
Vangelo
Mc 10,2-16
L'uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Parola del Signore.
Forma breve (Mc 10, 2-12):
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Parola del Signore
vd anche meditazione e commento proposto dal Monastero Sacro Cuore
XXVIII_Dom_TO-anno-B.pdf
Commento
Oggi la liturgia ci presenta il vangelo di Marco sia nella forma breve che in quella più estesa.
Data l'importanza del tema che viene trattato in quella breve, ci soffermeremo esclusivamente su questa.
Il brano inizia mettendo in luce come i farisei, gli esperti della legge di Dio, vollero mettere alla prova Gesù.
Lo fecero utilizzando un argomento abbastanza delicato, pensando che Gesù si mettesse in contrapposizione con le norme mosaiche; egli infatti risponde loro con un'altra domanda, facendo dare a loro stessi la risposta:
"Che cosa vi ha ordinato Mosè?".
Li mette in luce, li porta allo scoperto, li fa cadere nel loro stesso tranello svelando la malafede del loro cuore: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma".
Per quanto fossero esperti della legge di Dio, non riuscivano più a capire il senso e l'importanza che il Signore attribuiva all'amore tra un uomo ed una donna.
Per questo, persino la legge di Mosè, interpretata male, poteva dare adito a fraintendimenti.
Gesù non ha paura di riportare alla luce il significato originario dell'amore sponsale.
Cosa può dire questa parola a noi oggi? Fedeltà, felicità, amore.
Su queste tre parole cercheremo di analizzare il messaggio che scaturisce da questo brano.
La fedeltà nel matrimonio è un desiderio di Dio!
Oggi siamo tutti troppo abituati a concepire l'amore in maniera troppo naturale e troppo "inficiato" da propri interessi. L'amore è sicuramente un insieme di interessi propri e generosità, ecco perché è necessario educare il "nostro amore" ad essere sempre più fedele e gratuito.
L'unione vera nel matrimonio non può fondarsi sulla passione e sull'incostanza dei sentimenti.
Per usare un modo di dire: "L'amore vero non è quello dei baci Perugina!"
Ecco perché vi è vera unione solo nella fedeltà!
Non è amore la ricerca della propria felicità, come non lo è la ricerca della soddisfazione personale, dell'istinto sessuale. Le rotture nel matrimonio avvengono sempre quando si pensa di trovare altrove sia la felicità, che la propria realizzazione sessuale-affettiva.
Non illudiamoci!
Amare non è sempre piacevole, e non è vero che quando è difficile farlo significa che non ci si ama più!
Gesù implicitamente insegna che l'amore porta con sé sacrificio, capacità di sopportare, di donarsi lucidamente per l'altro.
La regola di Dio è molto chiara, Egli ha stabilito l'indissolubilità del matrimonio e quindi ci ricorda che: "I due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne."
L'uomo fa proprio questo progetto divino quando non cerca tanto la propria felicità e le proprie soddisfazioni, ma la felicità dell'altro anche a costo della propria libera abnegazione.
In amore vince chi muore: è il chicco di grano che caduto in terra muore che porta molto frutto.
Bisogna assolutamente saper morire a se stessi per permettere all'amore di trionfare nell'unione matrimoniale.
Questo è uno sforzo reciproco dell'uomo e della donna, ma da vivere in assoluta gratuità anche se con tempistiche ovviamente diverse: Dio non farà mai mancare la sua grazia e il suo Santo Spirito!
Ciò che Dio ha congiunto non sarà mai separato!
Questo non è solo un comando divino ma un dono da parte di Dio, una promessa che Lui realizza in noi e con la quale protegge tutti i matrimoni da ogni tipo di male che porterebbe alla vanificazione del dono del sacramento stesso.
Nel Sacramento il primo che si impegna alla fedeltà è Dio.
Tuttavia questa consapevolezza, chiara e potente nel nostro cuore, per grazia di Dio e per nostra libera scelta, non ci deve "irrigidire" verso le situazioni "difficili" o ancor più verso le situazioni "irregolari". Anche all'interno dei disordini che l'uomo produce e nel contempo in cui l'uomo cade vi può nascere un disegno di Dio; un disegno di conversione e di speranza.
La fantasia amorosa e creativa di Dio supera le miserie umane.
I fratelli e le sorelle che vivono situazioni irregolari o difficili possiedono, infatti, il nostro stesso battesimo. Noi siamo chiamati nella Verità e nella Carità a prenderci cura di loro.
Di questo, a noi, Dio chiederà conto.
Il cristiano è chiamato a farsi carico delle "miserie", con il cuore e l'agire di Cristo, chiaro e misericordioso al contempo.
Miserie sia di chi le ha compiute e in cui "permane", e miserie, anche, di chi, rigidamente, non accoglie i fratelli e le sorelle nel perdono di Cristo.
Nel contempo però queste situazioni non devono relativizzare o diluire la parola di Dio che dice: "l'uomo non separi ciò che Dio ha unito".
Nell'accoglienza nella Verità e nella Carità di ogni situazione "irregolare" le nostre comunità si devono misurare e nel proporre la bellezza e il dono gioioso della fedeltà nell'amore di Cristo la nostra pastorale in preparazione alla vocazione matrimoniale deve e può crescere.
Alberto e Morena Ridolfi
vd anche:
La pastorale delle famiglie in situazione difficile o irregolare
ORIENTAMENTI PASTORALI PER LE SITUAZIONI MATRIMONIALI IRREGOLARI
Divorziati e risposati perché no alla Comunione
La misericordia cristiana è per tutti
CIRCA LA RECEZIONE DELLA COMUNIONE EUCARISTICA
Papa Benedetto XVI
Lettera enciclica « Deus caritas est », § 9-11
« I due saranno una carne sola »
Nella Bibbia, il rapporto di Dio con Israele viene illustrato mediante le metafore del fidanzamento e del matrimonio; di conseguenza, l'idolatria è adulterio e prostituzione... L'eros di Dio per l'uomo è insieme totalmente agape. Non soltanto perché viene donato del tutto gratuitamente, senza alcun merito precedente, ma anche perché è amore che perdona... Nella Bibbia, da una parte, ci troviamo di fronte ad un'immagine strettamente metafisica di Dio: Dio è in assoluto la sorgente originaria di ogni essere; ma questo principio creativo di tutte le cose - il Logos, la ragione primordiale - è al contempo un amante con tutta la passione di un vero amore. In questo modo l'eros è nobilitato al massimo, ma contemporaneamente così purificato da fondersi con l'agape... La prima novità della fede biblica consiste, come abbiamo visto, nell'immagine di Dio; la seconda, con essa essenzialmente connessa, la troviamo nell'immagine dell'uomo.
Il racconto biblico della creazione parla della solitudine del primo uomo, Adamo, al quale Dio vuole affiancare un aiuto... l'idea che l'uomo sia in qualche modo incompleto, costituzionalmente in cammino per trovare nell'altro la parte integrante per la sua interezza, l'idea cioè che egli solo nella comunione con l'altro sesso possa diventare « completo », è senz'altro presente. E così il racconto biblico si conclude con una profezia su Adamo: « Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne » (Gn 2, 24).
Due sono qui gli aspetti importanti: l'eros è come radicato nella natura stessa dell'uomo; Adamo è in ricerca e « abbandona suo padre e sua madre » per trovare la donna; solo nel loro insieme rappresentano l'interezza dell'umanità, diventano « una sola carne ». Non meno importante è il secondo aspetto: in un orientamento fondato nella creazione, l'eros rimanda l'uomo al matrimonio, a un legame caratterizzato da unicità e definitività; così, e solo così, si realizza la sua intima destinazione. All'immagine del Dio monoteistico corrisponde il matrimonio monogamico. Il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l'icona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa: il modo di amare di Dio diventa la misura dell'amore umano.
Fonte: www.vangelodelgiorno.org