XXIX domenica del Tempo Ordinario Anno B

madre-teresa-3.jpgColletta
Dio Onnipotente ed eterno,
crea in noi un cuore generoso e fedele,
perché possiamo sempre servirti con lealtà
e purezza di spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Oppure:
Dio della pace e del perdono,
tu ci hai dato in Cristo il sommo sacerdote
che è entrato nel santuario dei cieli
in forza dell’unico sacrificio di espiazione;
concedi a tutti noi
di trovare grazia davanti a te,
perché possiamo condividere fino in fondo
il calice della tua volontà
e partecipare pienamente
alla morte redentrice del tuo Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te...
 

 


Prima lettura 
Is 53,10-11
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza.
 
Dal libro del profeta Isaìa

Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.

Parola di Dio

Salmo responsoriale 
Sal 32
 
Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

Seconda lettura 
Eb 4,14-16
Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.
 
Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mc 10,45)
Alleluia, alleluia.

Il Figlio dell’uomo è venuto per servire
e dare la propria vita in riscatto per molti.
Alleluia.
 

 

Vangelo 
Mc 10,35-45
Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.
 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore.


Forma breve (Mc 10, 42-45):

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e disse loro:
«Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti.
Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore
 


Commento


"Fra voi però non è così... "


L'interpretazione senza la debita capacità di "Ascolto", deficienza tipica dei nostri tempi, fa interpretare questa parola come una regola del sospetto verso il potere di governo.
Ma ovviamente questa parola non mette in discussione un "potere" di governo, ma lo inserisce nella sua giusta ottica di servizio e responsabilità.
Il potere di governo sia esso ecclesiale, sociale, familiare è visto per il Vangelo in un ottica di servizio e di com-passione con l'altro.
Gesù è in realtà la personificazione del modo corretto di governare, come colui che serve e dona la vita.


Questo non significa che chi ha il "ministero del governo" debba accondiscere i capricci emotivi o annacquare la verità con il relativismo narcisista tanto di moda un po' ovunque, ma che, anche quando bisogna sapere dire di "no", lo dice nell'ottica della verità-amorosa, la quale "giudica" (cioè illumina e svela) tutti, sia chi governa che chi viene governato.
Consapevole che è più facile dire di "sì", talvolta, che dire di "no".


Questo principio del potere come servizio è esteso anche in forme più microscopiche di "governo" come quello dell'uomo in quanto marito e padre.
Lo ribadisce chiaramente san Paolo nella lettera agli Efesini al cap 5 che, al contrario di cui talvolta erroneamente si è sentito in giro, non tratta l'argomento in forma parenetico-pastorale (e quindi suscettibile alla contestualizzazione storica) ma in maniera dogmatico-simbolica.
Ovviamente l'incipit di questa forma di "governo" familiare per San paolo nasce dall'affermazione: "state sottomessi tutti nel Timore di Cristo".

Ed è proprio il Timore di Dio che plasma il "governo", sia in colui che svolge questo servizio sia in coloro che sono chiamati a ricevere la guida.


Nella comunità ecclesiale, in realtà, come abbiamo già detto più volte, anche se è vero che mancano guide nello Spirito (e ne mancano!) e ancora più vero che mancano discepoli.
A nostro parere la vera rivoluzione laica è proprio qui, nel cercare non tanto di essere "protagonisti" nella vita della comunità cristiana (il che è pur necessario talvolta) quanto piuttosto in quello di crescere nel Timore di Cristo e nel senso del discepolato. 
E' la scelta radicale del cuore.
E' infatti il discepolo che "crea" il maestro o meglio lo "svela", lo suscita, aiuta il pastore a fare il suo ministero di governo-servizio al meglio.


In definitiva il "vero calice" di Cristo da bere per tutti noi cattolici è quello del servizio, inteso non tanto come carità assistenzialistica e volontariato, ma piuttosto come scelta di essere, ognuno al proprio posto, nel Timore di Dio.
Da qui nasce ogni forma di servizio secondo la molteplicità dei carismi.. guida, profezia, catechesi, carità, liturgia, missione, ecc
Questo "calice" porta al martirio e fino al dono di sé feriale o straordinario, qualunque sia il desiderio dello Spirito Santo.
L'importante è che questo timore prenda corpo e cresca in una scelta vocazionale chiara, aperta alla fecondità, sia per i coniugati che per i vergini, sia per coloro che, laici, non hanno scoperto la via della coniugalità.


Il Timore di Dio, infatti, per propria natura, si spegne o si obnubila se non si apre ad una forma di fecondità chiara, qualunque sia lo stato di vita... e spesso, se non vissuto nella "donazione che si fa carne e storia", rischia di spezzare, dentro e fuori di sè, il senso di Chiesa; di amore e di appartenenza ad essa.


Francesca


Segue PDF con meditazioni proposte dal Monastero Sacro Cuore

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