XXVII domenica del Tempo Ordinario - Anno A
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- Creato: 26 Settembre 2011
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Colletta
O Dio, fonte di ogni bene,
che esaudisci le preghiere del tuo popolo
al di là di ogni desiderio e di ogni merito,
effondi su di noi la tua misericordia:
perdona ciò che la coscienza teme
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Oppure:
Padre giusto e misericordioso,
che vegli incessantemente sulla tua Chiesa,
non abbandonare la vigna che la tua destra ha piantato:
continua a coltivarla
e ad arricchirla di scelti germogli,
perché innestata in Cristo, vera vite,
porti frutti abbondanti di vita eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Prima lettura
Is 5,1-7
La vigna del Signore degli eserciti è la casa d'Israele.
Dal libro del profeta Isaìa
Voglio cantare per il mio diletto
il mio cantico d'amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna
sopra un fertile colle.
Egli l'aveva dissodata e sgombrata dai sassi
e vi aveva piantato viti pregiate;
in mezzo vi aveva costruito una torre
e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva;
essa produsse, invece, acini acerbi.
E ora, abitanti di Gerusalemme
e uomini di Giuda,
siate voi giudici fra me e la mia vigna.
Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna
che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva,
essa ha prodotto acini acerbi?
Ora voglio farvi conoscere
ciò che sto per fare alla mia vigna:
toglierò la sua siepe
e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta
e verrà calpestata.
La renderò un deserto,
non sarà potata né vangata
e vi cresceranno rovi e pruni;
alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti
è la casa d'Israele;
gli abitanti di Giuda
sono la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia
ed ecco spargimento di sangue,
attendeva rettitudine
ed ecco grida di oppressi.
Salmo responsoriale
Sal 79
La vigna del Signore è la casa d'Israele.
Hai sradicato una vite dall'Egitto,
hai scacciato le genti e l'hai trapiantata.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare,
arrivavano al fiume i suoi germogli.
Perché hai aperto brecce nella sua cinta
e ne fa vendemmia ogni passante?
La devasta il cinghiale del bosco
e vi pascolano le bestie della campagna.
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa' che ritorniamo,
fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Seconda lettura
Fil 4,6-9
Mettete in pratica queste cose e il Dio della pace sarà con voi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.
Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!
Canto al Vangelo (Gv 15,16)
Alleluia, alleluia.
Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga.
Alleluia.
Vangelo
Mt 21,33-43
Darà in affitto la vigna ad altri contadini.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un'altra parabola: c'era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: "Avranno rispetto per mio figlio!". Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: "Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!". Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
"La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d'angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi"?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Commento
"La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d'angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi"
Ritorna ad educarci il tema della Vigna e si affianca il tema della "pietra d'angolo". Tema caro a Gesù tanto da ritrovarlo, in diversi aspetti della sua predicazione.
Noi siamo la vigna del Signore. Vigna che Egli cura e che non dona frutti proporzionati alla cura del vignaiolo. Non certo per mancanza di perizia, di cura, di attenzione e di amore del vignaiolo ma piuttosto perché la vigna coltiva in sé la malattia della superbia e il morbo dell'ingratitudine. Siamo dunque una vigna che non solo non sa chi è, nel senso che non conosce se stessa, ma non vuole sapere che cosa è e ciò che può diventare.
Si fa violenza nella propria natura "di vigna" producendo sterilità e atrofia. Una vigna che si vuole coltivare da sé e proprio per questo cresce male o addirittura si secca. Già da ora non "entra nel riposo del Signore" (Sl. 95)
Non basta dunque la cura del vignaiolo, né che siamo la sua piantagione preferita ma che noi, vigna dotata di coscienza e di capacità di scelta e bisognosa di cure, ci "lasciamo fare" collaborando alla grazia del vignaiolo producendo i frutti per cui siamo nati.
Se manca questa docilità i predatori ci trasformano in deserto e in vuoto dove pascolano "la bestia e le bestie".
Cosa fare dunque?
"Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome."
Occorre scegliere di essere veramente aderenti alla realtà: siamo la Vigna del Signore; bisognosa di tutta la sua cura e totalmente docile ad ogni sua cura. Bisognosi del Suo costante sostegno.
Il Vignaiolo infatti è anche la Pietra che regge sia la realtà intera, e le da significato, sia la nostra personale e comunitaria realtà.
Egli è il fondamento, è la pietra d'angolo.
Se togli questa pietra il tuo edificio crolla.
Se questa pietra non regge ogni scelta della tua vita, la tua vita crolla. Annaspa... e ti fa precipitare nella tristezza e nella rabbia.
Se neghi la "pietra" allora cerchi altre "pietre" come la superstizione, i piaceri smodati e innaturali, le ideologie, le strutture sociologiche, il naturismo, l'animalismo, il potere, la massoneria e la tentazione sempre presente della gnosi.
"Il vero dramma della Chiesa che ama definirsi moderna è il tentativo di corregere lo stupore dell'Evento di Cristo con le regole" (Giovanni Paolo I)
Dunque il tu che sei tu e la tua unicità e, nel contempo, la comunità ecclesiale, se toglie la Pietra si regge sulla vanità e dunque non si regge, cede, si incarta nei fantasmi e nelle paure. Questo è il peccato originale sempre presente nella storia dell'uomo e di ciascuno.
Non vivi da risorto e da riconciliato ma da perenne insoddisfatto come un cane rabbioso e impazzito.
Invece "Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù." (Fil. 4,6ss)
La pietra, però, nello stesso modo è Pietro; la visibilità, la continuità e l'attualità storica del tuo legame con Cristo e con il suo essere pietra angolare.
Se dunque vuoi essere sostenuto e portare frutto abbraccia la Pietra voluta da Cristo senza riserve e senza paure. Stringiti a Pietro come fossi ai piedi di Cristo.
Qui incontrerai Cristo Gesù in pienezza e qui conoscerai te stesso. Non temere se anche questa "pietra" è scartata dai costruttori di ideologie e dai ladri avidi di potere.
E' un segno che la pietra è viva appartenenza di Cristo Gesù, Pietra Angolare.
Qui e solo qui scoprirai la tua elezione, la tua unicità e la tua fecondità. Qui, unito ai fratelli, costruirai il muro solido della storia.
Ed i frutti saranno abbondanti e succosi e porteranno la gioia del cuore.
Salvatore
Segue sussidio proposto dal Monaster del Sacro Cuore
Anno_A_XXVII_Domenica_TO.doc
Citazioni di
Is 5,1-7: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abst5e.htm
Ph 4,6-9: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9adejfd.htm
Mt 21,33-43: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9btbsfu.htm
«La vigna del Signore degli eserciti è la casa d'Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita». Con queste parole il profeta Isaia ci dona l’orizzonte interpretativo della parabola di Gesù. Egli è il Figlio inviato dal Padrone della Vigna a raccoglierne i frutti.
Alcuni elementi paiono di particolare rilievo, soprattutto per il tempo presente.
Innanzitutto la Vigna non è dei vignaioli. L’esperienza fondamentale della vita umana consiste nella sua irriducibile “datità”! Nessuno è padrone della vita, perché nessuno è autore della vita! La vita è un dono e, con essa, il cosmo nel quale siamo inseriti, ci è dato.
Questa esperienza universale, tanto evidente quanto oscurata dalla cultura dominante e da un’idea ristretta di ragione, è l’orizzonte nel quale vivere ed operare. Tutti siamo al lavoro nella vigna del Signore; siamo donne ed uomini che vivono ed operano in un contesto che è loro donato, del quale in alcun modo si possono pienamente impossessare e che, inevitabilmente, un giorno verrà loro tolto.
Questa evidenza, lungi dall’intristire la vita, la rende maggiormente affascinante, carica di significato e responsabilità, fiera e certa, perché non orfana, ma totalmente “in relazione” con il disegno grande di Dio.
Per richiamare costantemente gli uomini a tale realtà, il Signore nella storia ha scelto un popolo, perché fosse luce per tutte le nazioni, ed ha inviato molti profeti, perché riconducessero, quel popolo, e in esso tutta l’umanità, alla verità del rapporto tra gli uomini ed il cosmo, tra gli uomini e Dio.
Il dono più grande che il “padrone della vigna” potesse fare ai “vignaioli”, per ricondurli al dovere di “portare frutti”, era inviare il suo proprio Figlio.
A questo punto si inserisce drammaticamente, nella parabola e nella storia, il menzognero, il quale riesce a far credere agli uomini che eliminando il Figlio di Dio, prossimità ultima, nella carne, del Mistero, potranno divenire “padroni” di se stessi e della realtà.
Mai menzogna più grande fu insinuata nel cuore umano!
Eliminare Dio significa andare incontro alla propria distruzione, alla perdita del centro e del significato; significa perdere tutto, essere espropriati della vigna e non poter più, in alcun caso, portare frutto.
La condizione per poter continuare a “lavorare nella vigna”, ad essere partecipi dell’opera del Regno è portare frutto. Se come singoli cristiani non portassimo frutto e non riconoscessimo umilmente che ogni frutto deriva dalla Grazia di Dio, alla quale liberamente cooperiamo, ci autoescluderemmo dalla vigna.
Misteriosamente, il rifiuto e l’uccisione del Figlio ha dilatato i confini del Regno, rendendolo universale, cioè cattolico, come costituzione e come vocazione: infatti tutti gli uomini sono ordinati alla Chiesa!
Grati per questo grande disegno, nel quale, senza nostro merito, siamo inseriti, viviamo l’esortazione dell’Apostolo: «Quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8).
La Beata Vergine Maria, mistica Vigna nella quale è germogliato il frutto più bello della storia, ci sostenga nel cammino della vita e ci renda capaci di portare i frutti che Dio si attende da noi.