XIV domenica del Tempo Ordinario - Anno A
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- Creato: 28 Giugno 2011
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Colletta
O Dio, che nell'umiliazione del tuo Figlio hai risollevato l'umanità della sua caduta, donaci una rinnovata gioia pasquale, perché, liberi dall'oppressione della colpa, partecipiamo alla felicità eterna. Per il nostro Signore...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Zc 9, 9-10
Ecco, a te viene il tuo re, umile.
Dal libro del profeta Zaccaria.
Così dice il Signore:
«Esulta grandemente figlia di Sion,
giubila, figlia di Gerusalemme!
Ecco, a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso,
umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina.
Farà sparire i carri da Efraim
e i cavalli da Gerusalemme,
l'arco di guerra sarà spezzato,
annunzierà la pace alle genti,
il suo dominio sarà da mare a mare
e dal fiume ai confini della terra».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
Benedetto sei tu, Signore, umile re di gloria.
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome.
Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all'ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Il tuo regno è regno di tutti i secoli,
il tuo dominio si estende ad ogni generazione.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.
Seconda Lettura Rm 8, 9. 11-13
Se con l'aiuto dello Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.
Canto al Vangelo Cf Mt 11,25
Alleluia, alleluia.
Benedetto sei tu, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del regno dei cieli.
Alleluia.
Vangelo Mt 11, 25-30
Io sono mite e umile di cuore.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: « Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».
Sulle Offerte
Ci purifichi, Signore, quest'offerta che consacriamo al tuo nome, e ci conduca di giorno in giorno a esprimere in noi la vita nuova del Cristo tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Commento
"Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" (Mt. 11,25).
Quali sono questi piccoli di cui parla Gesù? Non è difficile comprenderlo. Sono tutti coloro che con semplicità si riconoscono creature, figli di Dio. Sono i "puri di cuore" delle Beatitudini, che nella povertà della loro "insipienza" si aprono all'opera del Creatore in un atteggiamento di ascolto e di lode. Sono i poveri, che Matteo chiama beati, che stanchi ed oppressi, assetati della Verità, si rimettono totalmente nelle mani del Padre che con profondo amore viscerale "espande la sua tenerezza su tutte le creature" (Sal.144,9).
Sono i vuoti di sé per riempirsi di Lui.
Non e difficile comprenderlo ma è più difficile esserlo!
Quanti ostacoli nel nostro cuore e quanta mancanza di umiltà.
Gesù è il vero umile, il vero puro di cuore; egli è il primo piccolo e il primo bambino.
Benedetto XVI scrive che "le Beatitudini sono una biografia interiore di Gesù, il ritratto della sua figura, ma proprio per questo sono dei segnali che indicano la strada alla Chiesa e ad ogni fedele".
Lui, il Maestro, il Figlio in comunione piena con la Volontà del Padre ci insegna che il cuore puro vede Dio, che l'umile lo incontra e il semplice si ricolma di Lui.
Può la nostra radicata superbia portarci a questo?
Quando Gesù dice che Dio Padre ha nascosto le cose hai dotti ed ai sapienti non intende denigrare gli studiosi o coloro che lavorano per la scienza, ma chi fa del suo sapere un idolo e, gonfio della sua bravura, si fa artefice e giudice di scelte di vita che allontanano dalla Verità.
Molto spesso capita che iniziamo un pensiero, una frase riconoscendo che quel pensiero o quella frase sono dettate dallo "Spirito di Dio che abita in noi" come dice S.Paolo nella lettera ai Romani (Rm 8,9), ne siamo consapevoli e ne gioiamo, poi pian piano ce ne appropriamo e ciò che è di Dio lo facciamo passare per nostro, da lì un susseguirsi di rigonfiamenti dell'io che schiacciano e soffocano lo Spirito in noi e ci fanno perdere la centralità dell'essere.
"Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato" (Lc.14,11).
La presunzione della mente e l'ambizione della volontà sono presenti quotidianamente nella nostra vita.
Alcuni si sentono giustificati davanti ai propri errori, altri non riescono ad andare oltre un'offesa subita, oppure c'è ancora chi fa di una virtù un piedistallo per essere considerati.
E' l'apparire dell'io che deforma l'uomo nella sua somiglianza con Dio. Ma l'uomo è fatto "per" Dio non "contro" Dio, come può trovare pace alienandosi nell'idolatria di se stesso?
La saggezza del semplice trova grazia nell'essere nella Grazia e agisce nella fede per mezzo dello Spirito in cui riposa, rimettendo in Lui tutte le sue preoccupazioni, le sue battaglie, i suoi limiti, il suo essere.
Diventa piccolo e umile per accogliere i segreti di Dio, per accogliere Gesù stesso, come Maria "umile ancella" che non si è lasciata sedurre dall'alto onore concessole da Dio, ma si è fatta sua "serva":
discepola perfetta si è messa a servizio di Dio e del prossimo.
Perché l'umiltà di cui parla Gesù è il servizio, è la sorella della carità, il chinarsi per prendere per mano chi è caduto, il lavare i piedi al fratello, alla sorella, dire per primo "ti voglio bene", dentro e fuori la Chiesa ma sempre in comunione con essa, per diventare grandi nell'Amore.
"Signore non si inorgoglisce il mio cuore
e non si leva con superbia il mio sguardo...
...io sono tranquillo e sereno
Come un bimbo svezzato..." (Sal.131)
Mirella, Paoletta, Edda
Sussidio proposto dal Monastero del Sacro CuoreAnno_A_XIV_Domenica_TO.doc