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SANTE RUFINA E SECONDA, MARTIRI SULLA VIA CORNELIA

MartyrdomofsecondaandrufinaRufina e Seconda sono due ragazze cristiane della prima ora. Lo sono anche i loro fidanzati che però rinnegano Cristo per paura delle persecuzioni. Le ragazze si votano allora alla verginità. Furenti, i due giovani le consegnano alle autorità e dunque al martirio che avviene attorno all’anno 260.  (VaticanNews)
Le sante Rufina e Seconda (morte a Roma nel 257) sono venerate come sante, vergini e martiri dalla Chiesa cattolicabenché la loro storicità sia attestata dall'antichità e dalla diffusione del culto, come dimostra anzitutto l'edificazione di una basilica in loro onore già nel IV secolo a opera di papa Giulio (337-352), la loro storia è stata arricchita nel corso dei secoli da episodi leggendari.

Secondo la tradizione agiografica, le sorelle Rufina (dai capelli rossi, dal latino rufus, rosso) e Seconda (Secunda ovvero la secondogenita) erano figlie del senatore Asterio e di Aurelia. Nate nella prima metà del III secolo d.C. abbracciarono presto la religione cristiana. Esse furono promesse in sposa ad Armentario e Verino che, però, apostatarono il cristianesimo in seguito alla persecuzione di Valeriano e di Gallieno e chiesero alle due sorelle di abiurare anche loro. Inorridite da tale richiesta, fuggirono in Etruria ma vennero fatte inseguire dal conte Archesilao, che le fermò al 14º miglio della via Flaminia e le consegnò al Praefectus urbis Gaio Giunio Donato. Sottoposte a diverse pressioni, interrogatori e torture, le sorelle si rifiutarono sempre di apostatare, venendo così condannate a morte dal prefetto nel 257 d.C.

Riportate in prigione, nella cella fu bruciato del letame per farle soffocare dal fumo puzzolente, ma dal fuoco comparve "splendida luce" e si sentì un "soave odore". Indispettito, il prefetto le fece immergere in acqua bollente, dal quale però, uscirono illese. Quindi ordinò di gettarle nel Tevere dopo averle legate con delle grosse pietre al collo, ma un angelo le prese, le liberò e le condusse a riva. Allora Giunio le consegnò di nuovo ad Archesilao perché, a suo arbitrio, le facesse morire o le liberasse.

Questi le condusse in una selva folta e buia di proprietà della matrona Plautilla, chiamata Silva Nigra, nel fondo di Busso o Buxo o Bucea o Boccea, al 10º miglio della Via Cornelia, dove decapitò Rufina e bastonò a morte Seconda, lasciando i corpi, come d'uso all'epoca, esposti alle bestie. Era il 10 luglio dell'anno 257 d. C. Le sorelle comparvero in visione alla matrona romana Plautilla, invitandola a convertirsi e a seppellire i loro corpi: essa li trovò incorrotti e li seppellì onorevolmente.

Per i miracoli delle due sorelle, la loro venerazione da parte dei fedeli e del successivo martirio (subìto anche dai santi Marcellino e Pietro nello stesso luogo) da allora la Silva Nigra fu ribattezza Silva Candida in onore alle due vergini. (Wikipedia)