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SAN FRANCESCO SAVERIO, SACERDOTE GESUITA, APOSTOLO DELLE INDIE, PATRONO DELLE MISSIONI

San Francesco Saverio 1280x720Patrono dell’Oriente, dell’Opera di propagazione della fede e delle Missioni, San Francesco Saverio è ritenuto un vero “gigante dell’evangelizzazione”. Vissuto nel XVI secolo, porta il Vangelo in India, Giappone e Cina. Assieme ai Santi Ignazio di Loyola e Pietro Favre fonda la Compagnia di Gesù. (Vaticannews.va)

«Saverio, che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la sua anima?» (Mt 16,26). Questo avvertimento di Nostro Signore è rivolto a François-Xavier (Francesco Saverio) da Ignazio di Loyola che lo commenta così: «Pensaci bene, il mondo è un padrone che promette e che non mantiene la parola. E anche se mantenesse le sue promesse nei tuoi confronti, non potrà mai appagare il tuo cuore. Ma supponiamo che lo appagasse, quanto tempo durerà la tua felicità? In ogni caso, potrà forse durare più della tua vita? E alla morte, che cosa porterai con te nell'eternità? Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la sua anima?» Poco per volta, questa massima entra nel cuore di Francesco Saverio e vi si imprime profondamente. Così ha inizio un percorso che farà di lui uno dei più grandi santi della storia della Chiesa.


Più che una passione

Francesco nasce il 7 aprile 1506 nel castello di Javier nella Navarra, nel nord ovest della Spagna. Nel 1512, suo padre viene condannato alla perdita dei suoi beni per aver combattuto a fianco del re di Navarra in una guerra contro la corona di Castiglia; morirà di dispiacere nel 1515. L'anno seguente, la fortezza di Xavier viene smantellata e le terre della famiglia confiscate. Quando Francesco Saverio raggiunge la maggiore età, la sua famiglia è rovinata. In questa congiuntura, la carriera delle armi non lo attira. Lasciando sua madre e i suoi fratelli nel settembre 1525 per non rivederli più in questo mondo, egli si reca all'Università di Parigi, dove alloggia presso il collegio Santa Barbara insieme a compagni dediti, per la maggior parte, a una vita poco edificante. Tuttavia, fra di essi si trovano due uomini di una pietà eccezionale, Pietro Fabro e Ignazio di Loyola. Quest'ultimo, originario del Paese Basco confinante con la Navarra, medita da qualche tempo la fondazione di un'opera santa per il bene della Chiesa; avendo constatato le qualità d'anima di Pietro e di Saverio, cerca di far loro condividere la sua ambizione spirituale. Ignazio conduce quindi Pietro Fabro a fare gli Esercizi Spirituali per trenta giorni; alla conclusione di questo ritiro, quest'ultimo è interamente conquistato alla buona causa. Per Francesco Saverio, è più difficile. È vero che, grazie ai consigli di Ignazio e di Pietro, egli si è già allontanato da relazioni sospette e ha respinto le dottrine malsane messe in circolazione a Parigi dai seguaci di Calvino. Ma il suo cuore, fiero e aperto all'attrazione di un'ambizione mondana, non prova che disgusto per la vita oscura di rinuncia esaltata da Ignazio. Quest'ultimo, fine conoscitore di anime, s'immedesima dapprima nel modo di sentire di Francesco che, diventato professore di filosofia, ambisce a una bella carriera e a un vasto uditorio. Ignazio gli trova tanti discepoli che Francesco riconosce in lui un vero amico con il quale può confidarsi. Ignazio approfitta di questa amicizia per ricordargli la vanità della grandezza e dei vantaggi di questo mondo, e la loro inutilità per la vita eterna. Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la sua anima? Francesco, toccato dalla grazia di Dio, partecipa a sua volta agli Esercizi Spirituali, nel corso dei quali chiede «la conoscenza intima del Signore che per me si è fatto uomo, per amarlo con maggiore ardore e seguirlo con più fedeltà» (Es. Sp. 104). Ormai, non avrà che una passione: amare e far amare Gesù Cristo.
Ben presto, al piccolo gruppo si aggiungono altri quattro studenti. Ignazio propone allora ai suoi sei compagni di donarsi più completamente a Dio e di unirsi tra loro con il legame dei voti di religione. Il 15 agosto 1534, nella cappella di Santa Maria di Montmartre, Pietro Fabro, allora l'unico prete del gruppo, celebra la Santa Messa nel corso della quale tutti pronunciano i voti perpetui di povertà e di castità con la promessa di recarsi in Terra Santa o di rimettersi alla volontà del Sovrano Pontefice. In attesa di conoscere la santa volontà di Dio, si riuniscono spesso per pregare e incoraggiarsi vicendevolmente alla pratica delle virtù.

Diritto al cuore

Il 25 gennaio 1537, i primi membri della Compagnia di Gesù si ritrovano a Venezia, ma, poiché la situazione politica rende impossibile il pellegrinaggio in Terra Santa, decidono di andare a Roma per chiedere la benedizione del Papa Paolo III. Quest'ultimo li accoglie con benevolenza e concede loro l'autorizzazione a farsi ordinare preti; questa cerimonia ha luogo il 24 giugno 1537. Poi, il gruppetto si dissemina in diverse città d'Italia. Padre Francesco viene destinato a Bologna dove si dedica all'istruzione della gene del popolo, dei malati e dei prigionieri. Non conoscendo bene l'italiano, parla poco, ma con una tale convinzione che le sue parole vanno direttamente al cuore degli ascoltatori. Alla fine del 1538, il re del Portogallo, Giovanni III, chiede a Ignazio di concedergli dei religiosi per l'evangelizzazione delle Indie. Questi, d'accordo con il Papa, mette a sua disposizione due religiosi, tra cui Francesco Saverio. Quest'ultimo viene messo al corrente solo la vigilia della partenza, il 15 marzo 1540. Come unico bagaglio, porta con sé l'abito di cui è vestito, il suo crocifisso, un breviario e un altro libro.
Dopo un viaggio di tre mesi, Padre Francesco arriva a Lisbona in compagnia di Simone Rodriguez; entrambi vengono ricevuti da Giovanni III, uomo veramente pio e preoccupato della salvezza delle anime. Attendendo di partire per le Indie, essi si dedicano al ministero delle anime nella capitale del Portogallo. La loro dedizione apostolica suscita a Lisbona una tale ammirazione che viene chiesto al re di trattenerli nel paese. Ignazio decide che Rodriguez resterà a Lisbona; quanto a Padre Francesco, partirà per le Indie. La sua partenza, in compagnia di tre giovani confratelli, ha luogo il 7 aprile 1541.
A quell'epoca, il viaggio dal Portogallo alle Indie passando per il capo di Buona Speranza è un'avventura da cui nessuno alla partenza si può vantare di uscire vivo. Se la nave non fa naufragio, le epidemie, il freddo, la fame e la sete provvedono spesso a decimare i passeggeri. Il 1° gennaio 1542, Padre Francesco scrive ai suoi fratelli di Roma: «Ho avuto il mal di mare per due mesi; e tutti hanno molto sofferto per quaranta giorni sulle coste della Guinea« Tale è la natura delle pene e delle fatiche che, per il mondo intero, non avrei osato affrontarle un solo giorno. Noi troviamo un conforto e una speranza sempre crescenti nella misericordia di Dio, nella convinzione che manchiamo del talento necessario per predicare la fede di Gesù Cristo in terra pagana». Il 6 maggio 1542, essi raggiungono Goa, sulla costa occidentale dell'India. (Santiebeati.it)