Shemà Israel! Ascolta Israele!

amore-di-cristo"... Abram ascoltò la voce di Sarai" - dalla prima lettura di oggi 23 giugno 2011 - Genesi 16,1-12.15-16.

 

L'ascolto e la sua qualità rivelano come stiamo camminando con Gesù.

L'ascolto è una predisposizione "virile" del cuore, la capacità di riconoscerrsi creatura e di porre il principio, il percorso e il fine in Dio. Non è un dono di cui si può essere certi. Non lo si possiede, ma piuttosto si è posseduti dall'ascolto. Non è solo una predisposizione umana, pur importante; non è un'attitudine professionale o psicologica, pur necessaria, ma è riconoscere, sin nelle viscere, che siamo di Dio e sua proprietà, soprattutto con il Battesimo, e che in Lui e per Lui viviamo ed esistiamo. L'ascolto è dunque lo stupore ontologico di "essere" per Lui e grazie a Lui.

Un dono di Scienza nello Spirito, poiché dono di intima visione e coscienza.

Un fondamento radicale, profondo, da cui deriva ogni nostro passo e scelta. E' un dono ecclesiale perché la capacità di ascoltare si rivela nella Chiesa e cresce nella Chiesa. La comunità non si "pesa" su quanto fa per il Regno ma da come ascolta, da come fonda se stessa in Dio e non nell'opera delle sue mani. "Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i suoi costruttori..." (sl. 127)

  Per questo Maria è viva testimone, viva icona, viva guida; Lei è la sempre Ancella del Signore.

E' l'espressione più pura dell'ascolto dopo il Suo Figlio. E' totalmente orientata e riconosce compiutamente che il Cristianesimo prima di essere una virtù e un fare è un dono da accogliere.

Anche noi siamo fragili come Abramo e talvolta "ascoltiamo la voce di Sarai" cioè la via umanamente più comoda e di buon senso. Ma, piuttosto, chiediamo di avere la stesa fede di Abramo che spera contro ogni speranza e purifica il suo Ascolto quando offre il sacrificio del proprio Figlio unico, tanto amato e desiderato. Il figlio della promessa stessa di Dio.

Verifichiamo il sacrificio del nostro "figlio unico". Forse non sarà uno solo ma più di uno. Ma qui chiediamo e alimentiamo il dono dell'ascolto per sperare sempre nel Dio della vita, che non inganna e che mantiene sempre le sue promesse di gioia, di pienezza e di bellezza.

Egli che solo è grande misericordioso, altissimo, bellezza e gaudio sopra ogni cosa.

Egli che per primo ascolta perfettamente ogni sua creatura.

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