Rimanere nella Sua faretra
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- Creato: 11 Settembre 2011
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Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua feretra.
Il Signore forma i suoi profeti. Li chiama da sempre con tenerezza e con forza perché possano annunziare la Parola del Signore. Tuttavia la loro dignità non sta tanto nell'annunziare la Sua Parola quanto nell'essere riposti nella Sua faretra. Cioè nell'essere a servizio sempre pronto di Dio, perché intimi con Lui. Non conta tanto il risultato, non conta quanto diciamo ma l'essere nella sua faretra.
Essere suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo. Essere intimi ed essere disponibili al servizio.
Forse, qualcuno pur essendo potenzialmente pronto ad annunziare rimarrà nella faretra. Forse per tutta la vita.
Non è questo un destino meno grande di chi viene invece da Lui lanciato come freccia.
Infatti la dignità è rimanere nella Sua Faretra, riconoscendo realmente che Dio è il Signore della storia.
E' Lui che umilia ed innalza, alza ed abbassa, decide quando è il tempo della Parola e quando quello del silenzio.
Quando è il tempo del fare attivo e quando quello del fare paralizzati dalla malattia e dall'impotenza.
Il mondo non conosce questa sapienza perché conosce e tocca solo quello che "produce con le sue mani e a propria gloria".
Il profeta è anzitutto un discepolo che sceglie di stare nella Sua faretra prima ancora di essere lanciato. Il profeta cerca la gloria di Dio, non la propria.. perché sa che la "nuova evangelizzazione" parte da li: nell'essere di Lui.
Con gioia ed appartenenza, sempre pronti al servizio e alla testimonianza.
Sempre pronto a dare la vita come il Suo Maestro.