Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore?

paralitico

Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore?

Mt. 9,4

Ἱνατί ἐνθυμεῖσθε πονηρὰ ἐν ταῖς καρδίαις ὑμῶν

Perdonare i peccati non è atto inerte.
Che richiama ad una staticità, ma ad un movimento.
Anzi all’unico movimento, quello che muove a vita nuova. Quello che dona le gambe reali ad essere uomini.
Figli nel Figlio.

Esiste invece un altro movimento, anzitutto interiore, il turbamento del male, del pensiero cattivo, distorto; per noi più comodo. Carico di vanità nascosta e cammuffata.
Specie quando si ammanta di pre-occupazione che curva su di sé.

Esiste infatti una pre-occupazione che muove fuori di sé, muove al dono, alla Gloria di Dio ed al bene reale e vero dei fratelli.
Ma esiste anche una pre-occupazione, un turbamento, specie quello che si ammanta di spirituale, anzi a volte di servizio per il Regno: il mormorare interiore, le critiche interne, le ossessioni/fantasmi, la preoccupazione di smodata di sé e delle situazioni.

Persino l’affermazione di Gesù:
“Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini.” (Mt. 6,33-34), viene deformata.

Perché sembra che cerchiamo il Regno ma in realtà siamo curvi nel turbamento, pensiamo cose malvage e non confidiamo nella Grazia.
Ma non perché vogliamo il male ma perché la nostra ferita e l’azione del nemico colgono il valore della sensibilità per curvare. Non per elevare ma, piuttosto, per paralizzare.
Non per muovere a movimento che il perdono dona.
E si spegne la fiducia e la speranza che man mano distorce tutto. Anche il logos, anche il ben ragionare nello Spirito del Signore.

Ed ecco che, la sensibilità e magari la competenza, viene usata per creare una nuova paralisi. Speriamo non strutturata. Un "lettuccio" su cui stare fermi e guardare l'ombelico delle malformazioni e delle contraddizioni. Sempre oggettivate fuori di sé.

Cosa ci scioglie?
Il perdono di Dio e la grazia colta nella carità sincera, nel dono di sé, nell’occuparsi fuori di sé del bene dell’altro nel farci scomodare dal movimento che la Grazia crea, dentro e fuori di noi. Anche con situazioni inopportune e non previste.

"Cosa vuol dire: cammina? Avanza, avanza nel bene.." ricorda Agostino (S. Agostino, Discorso 256 nei giorni di Pasqua)

Purtroppo i social e i media, aumentano la malattia, se mal usati, perché costringono all’immobilismo e allo spegnere la speranza.
E, ammantata di spiritualità, compare l'accidia.
Il grande nemico dei discepoli di Cristo.

Rimane sempre vera la domanda:
“Signore cosa vuoi che io faccia?”
e la sua risposta:
“Prendi il tuo lettuccio e cammina, perché ti sono stati perdonati i tuoi peccati!” (Mt 9, 1-8)

PiEffe