Nessuno può avere Dio per Padre, se non ha la Chiesa per Madre
- Dettagli
- Creato: 18 Febbraio 2019
- Hits: 3325
Nessuno può avere Dio per Padre,
se non ha la Chiesa per Madre
- S. Cipriano di Cartagine, De Ecclesiae catholicae unitate, 6: CCL 3, 253 (PL 4, 519) -
Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?». Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra»
(Dalla prima lettura del giorno, Gn 4, 1-15. 25)
Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra da oriente a occidente:
«Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?
Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa»
(Dal salmo responsoriale del giorno, Sl. 49)
CCC: 166 La fede è un atto personale: è la libera risposta dell'uomo all'iniziativa di Dio che si rivela. La fede però non è un atto isolato. Nessuno può credere da solo, così come nessuno può vivere da solo. Nessuno si è dato la fede da se stesso, così come nessuno da se stesso si è dato l'esistenza. Il credente ha ricevuto la fede da altri e ad altri la deve trasmettere. Il nostro amore per Gesù e per gli uomini ci spinge a parlare ad altri della nostra fede. In tal modo ogni credente è come un anello nella grande catena dei credenti. Io non posso credere senza essere sorretto dalla fede degli altri, e, con la mia fede, contribuisco a sostenere la fede degli altri.
167 « Io credo »: 212 è la fede della Chiesa professata personalmente da ogni credente, soprattutto al momento del Battesimo. « Noi crediamo »: 213 è la fede della Chiesa confessata dai Vescovi riuniti in Concilio, o, più generalmente, dall'assemblea liturgica dei credenti. « Io credo »: è anche la Chiesa, nostra Madre, che risponde a Dio con la sua fede e che ci insegna a dire: « Io credo », « Noi crediamo »
La Chiesa
C'è stato un tempo, te lo ricordi Signore?
In cui riuscivo ad accettare solo la Chiesa dei perfetti
ogni piccolo strappo nella sua veste mi scandalizzava
ogni schizzo di fango m'indignava
ogni ruga sul suo volto m'infastidiva
ogni debolezza provocava condanne implacabili
da parte del piccolo giudice rannicchiato dentro di me.
Oggi, per Grazia, comincio a guarire da queste pretese idealistiche,
comincio a capire che quella era la Chiesa dei miei sogni
non la Chiesa fondata da Te e su di Te.
Mi sto rendendo conto, senza farne un dramma,
che la Chiesa rivela,
ma anche nasconde Dio,
lo manifesta, ma in certi momenti lo oscura,
lo presenta, ma talvolta, ce Lo allontana.
Già, la Tua Chiesa, Signore, è santa, ma fatta di peccatori.
La Chiesa mi consegna il tuo Vangelo, certamente,
ma me lo consegna nello sforzo della propria miseria,
nell'interno delle proprie contraddizioni.
In Dio non c'è ombra, né ruga, né macchia,
la Tua Chiesa, e nostra Chiesa, invece,
è fatta di uomini e quindi fatta di poveri,
piccoli uomini,
fatta di miserie, di debolezze,
colpe, cedimenti, compromessi, ipocrisie, disordini assortiti...
Ha ragione il nostro pastore quando osserva:
... che i deliranti di una purezza idealistica della Chiesa sono i nemici del Regno…
Non hanno senso di appartenenza,
non hanno il cuore di Cristo,
predatori, mercenari,
non vibrano della passione di Sua Madre.
Ed il nostro pastore aggiunge:
.. è sommamente gradito a Cristo chi, pur continuando a chiamare le cose per nome, così come Dio le vede, ed avere in odio il peccato,
non smette di abbracciare il peccatore..
Io sto imparando ad amare e ad accettare con gioia la Chiesa così com'è.
Questa Chiesa; perché anch'io sono Chiesa,
e anch'io ho bisogno di essere accettato dalla Chiesa
con il mio peso di miserie e le mie ombre,
ben più grandi di quelle che sono fuori di me
e su cui ho puntato il dito non per la ricerca della Verità
e per piacere sinceramente a Cristo
ma per sentirmi giustificato, migliore, a posto...
già, mi ero relativisticamente costruito
un dio tutto mio,
una chiesa tutta mia,
un paradiso tutto mio;
con la scusa di servire, ero carico di una superbia incontenibile che mi allontanava,
nell'inganno,
sempre più da Cristo e dalla Sua Chiesa Cattolica.
Non voglio più vergognarmi della Mia Chiesa,
della tua Chiesa,
nemmeno di ogni suo membro,
fosse il più putrido, infame ed innominabile,
davanti a nessuno,
ovunque sarò e mi porterà la Tua volontà per le strade del mondo...
.. anzi, le sarò sempre riconoscente,
perfino per le sue ombre e per le sue vite ferite.