La vera mistica
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- Creato: 27 Dicembre 2018
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"Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò"
(Gv. 20,5)
La grandezza di San Giovanni apostolo è tutta racchiusa in questo gesto di onore e di rispetto verso i misteri Redentivi e verso Pietro, scelto da Cristo.
Grazie a questo gesto l'apostolo manifesta la sua retta coscienza che lo portò, dopo la Pentecoste, ad immergersi nei misteri cristologici che aveva esperienzialmente vissuto e a trarne sistematizzazione teologica nella catechesi del suo Vangelo, con il glorioso e contemplativo Prologo e nel corpus catechetico, nelle lettere e nel testo della Rivelazione.
In questo fu aiutato da un rapporto unico con la Madre di Dio che, indubbiamente, trasmetteva all'apostolo, per comunione, gli altissimi misteri e lo slancio contemplativo.
Maria compie la contemplazione, la sempre Ancella Scientifica.
L'amore arriva sempre prima e più velocemente di ogni legge, purché sia amore vero, quello che ha "toccato la vita", per intenderci, e dunque, se autentico, si ferma e attende Pietro.
Questo amore è frutto dell'esperienza vera, trasformante e toccante di colui che "tocca la vita" e ne viene intimamente e continuamente trasformato.
La gioia perfetta comunica questa esperienza e non la conserva per sé gelosamente ma ne fa partecipi i fratelli.
La gioia perfetta si verifica dal fatto che Giovanni attende sempre Pietro.
La mistica, intuizione nell'amore, serve la Chiesa se è umile; se crede che la propria coscienza può anche ingannarsi e crede più in Pietro che in sé stessa.
Di questa azione dello Spirito egli ha bisogno più della pacificazione e del narcistico arrotolarsi della sua coscienza.
Più di ogni intuizione. Più di ogni carisma.
Certo, questo... se veramente ha "toccato" il Verbo della vita.
C'è infatti il rischio che quella che sembra essere una visione mistica sia solo "un rigurgito ferito di vanità".
Che quella che sembra essere una luce di rivelazione sia una superbia molto, molto sottile. Che inganna sé e molti.
Se dunque la coscienza è il sacrario ultimo dal punto di vista operativo non lo è dal punto di vista valoriale.
La coscienza sana riconosce l'azione dello Spirito nella Chiesa, nel Papa e nei pastori,
come azione più grande di ogni intuizione personale.
Questa scelta, seria e consapevole, è lucidissima e tutt'altro che omologata.
Anzi è un'offerta di sè chiara e potente alla luce del cammino di Gesù. È la cristificazione compiuta. È il vero amore alla Chiesa.
Questo, Giovanni, e ogni "Giovanni" nel tempo, lo sa bene.
Per questo, se è stato toccato dall'amore, aspetta Pietro ed entra per secondo per vedere e credere.
Giovanni non avrebbe potuto vedere e credere se fosse entrato per primo.
Anzi si sarebbe ingannato.
Ma ha visto e creduto perché è entrato dopo Pietro.
Con la sua fede preventiva nella Chiesa ha rivelato la gioia perfetta di un cuore umile e posto le basi autentiche del sano discernimento.
Francesco di Assisi, chiamato così dal padre, fu chiamato inizialmente Giovanni, dalla Madre. Per questo il poverello, sempre minore, pur affiancato dall'iconografia postuma a San Giovanni il Battista, per evidenti motivi ecclesiali e contingenti, aveva assunto tutte le caratteristiche amanti dell'apostolo amato.