Il più radicale esorcismo

abbraccio benedicente
"Addirittura (il demonio) vuole che tu lo accusi, vuole accollarsi lui stesso qualunque tua recriminazione, perché tu non faccia la confessione."
(Sermoni 20, 2 , S. Agostino)

Se fossimo realmente attenti a richiedere,
cogliere e coltivare il dono dell'umiltà
con fiducia e resa
la confessione sarebbe pronta.
Questa è l'arte più difficile e più necessaria.

Perché tutti i nostri problemi nascono dal "senso di colpa"
che nega e non porta alla "coscienza di colpa".

Il "senso di colpa" che colpisce i nostri bisogni profondi, legati all'Imago Dei, dell'identità e di amore,
si difende nell'addossare ad altri il problema.

Il fratello, la sorella, il marito, la moglie, il prete, il papa.. lunga è la catena quotidiana dell'addossare.
Si addossa finanche al demonio, come dice Agostino.
E il nemico se la ride perché è riuscito nel suo intento.
Perché tutto questo è, sovente, una distrazione ed una fuga.
A volte compiuta in vari modi per una vita intera.

Mentre l'uomo che scopre di essere radicalmente amato dice:
"Sono io quell'uomo!", come Davide.
Più è profonda la confessione, nel roseto spinoso,
più si riesce finalmente a vedere.

E così si compie il più radicale esorcismo possibile,
dentro e fuori di sé.
Ma, soprattutto, si compie sempre meglio ciò per cui siamo stati amati, creati, redenti.