Dio costruisce in maniera salda le relazioni e le conferma. Tu hai bisogno di essere salvato dal predatore.
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- Creato: 24 Luglio 2018
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«Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (Mt. 12,49-50)
“Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.
Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.” (Sl. 126,1-2)
La fraternità, la vita fraterna e le relazioni sono opera di Dio.
Risplendono ancor più dove vi sono persone che “si scelgono” per un ideale evangelico o legato ai preambula del Vangelo, che è la morale naturale.
Se Dio non fonda, emerge l’umanità che, anche nei migliori tra noi, rivela la sua pochezza, miseria e meschinità.
Dio invece, che è il supremo costruttore ed edificatore, costruisce ed edifica nonostante questa miseria presente nel nostro cuore e tra noi.
Pre-requisito essenziale, però, è che tu riconosca, fino in fondo, senza sconti, la tua pochezza.
Se sei onesto è ben più grande di quella che vive o ha vissuto il tuo fratello, perché tu hai bisogno di essere salvato, prima di colui di cui vedi fare il male.
Il passaggio dal “senso di colpa” alla “coscienza di colpa” è essenziale e non vanifica il sano sdegno e la sana aggressività.
Beato chi ha vicino fratelli e sorelle che lo aiutano in questo passaggio e che non rinforzano la sua malattia.
Perché noi siamo abilissimi nello scegliere chi rinforza la nostra malattia.
Stai bene attento che tu, vedendo il male presente nelle mani e nelle scelte del fratello, non pensi di esserne esente e di possedere il bene invece che riconoscere che necessiti di esserne costantemente posseduto.
Saresti stolto perché tu, proprio tu, anzitutto tu, che giudichi i comportamenti (e fai bene) necessiti di essere salvato, anche dal bene che compi, anche de stesso, il tuo io, che è il vero predatore del Bene e della felicità. Tua ed altrui.
Il tuo io è il vero predatore che necessita di conferme ed appoggi e li trova spesso dove non dovrebbe.
Perché spesso rinforzano la tua malattia.
Cosa rimane e cosa è più importante?
L’arrenderti e fare la volontà del Padre, con umiltà e resa. Ed abbracciare, grazie a Dio, le piaghe, tue e del fratello, come luogo della resa.
“Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.
Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.” (Sl. 126,1-2)
La fraternità, la vita fraterna e le relazioni sono opera di Dio.
Risplendono ancor più dove vi sono persone che “si scelgono” per un ideale evangelico o legato ai preambula del Vangelo, che è la morale naturale.
Se Dio non fonda, emerge l’umanità che, anche nei migliori tra noi, rivela la sua pochezza, miseria e meschinità.
Dio invece, che è il supremo costruttore ed edificatore, costruisce ed edifica nonostante questa miseria presente nel nostro cuore e tra noi.
Pre-requisito essenziale, però, è che tu riconosca, fino in fondo, senza sconti, la tua pochezza.
Se sei onesto è ben più grande di quella che vive o ha vissuto il tuo fratello, perché tu hai bisogno di essere salvato, prima di colui di cui vedi fare il male.
Il passaggio dal “senso di colpa” alla “coscienza di colpa” è essenziale e non vanifica il sano sdegno e la sana aggressività.
Beato chi ha vicino fratelli e sorelle che lo aiutano in questo passaggio e che non rinforzano la sua malattia.
Perché noi siamo abilissimi nello scegliere chi rinforza la nostra malattia.
Stai bene attento che tu, vedendo il male presente nelle mani e nelle scelte del fratello, non pensi di esserne esente e di possedere il bene invece che riconoscere che necessiti di esserne costantemente posseduto.
Saresti stolto perché tu, proprio tu, anzitutto tu, che giudichi i comportamenti (e fai bene) necessiti di essere salvato, anche dal bene che compi, anche de stesso, il tuo io, che è il vero predatore del Bene e della felicità. Tua ed altrui.
Il tuo io è il vero predatore che necessita di conferme ed appoggi e li trova spesso dove non dovrebbe.
Perché spesso rinforzano la tua malattia.
Cosa rimane e cosa è più importante?
L’arrenderti e fare la volontà del Padre, con umiltà e resa. Ed abbracciare, grazie a Dio, le piaghe, tue e del fratello, come luogo della resa.