Abbiamo fatto quanto dovevamo fare
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- Creato: 29 Agosto 2011
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+ Dal Vangelo secondo Luca
Vangelo
Lc 17, 5-10
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta
la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede
quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo
gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi
ascolterebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare
il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni
subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami
da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché
io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito
gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è
stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto
quanto dovevamo fare» .
Parola del Signore
Meditazione
Il peccato originale ci ha disordinati dal di dentro.
Da allora ogni gesto, pensiero, azione necessita sempre di un cammino di purificazione.
Anche alla porta delle buone opere si nasconde la nostra vanità.
Il sentirci qualcuno perché compiamo del bene. Cioè il fondare la stima su ciò che di buono stiamo compiendo.
La stima degli altri è importante. Un buon nome è importante. Tanto che nei comandamenti quanto si dice di non dire falsa testimonianza si intende anzitutto, facendo eco al settimo comandamento, di non rubare la stima del fratello, non diffamarlo, non mormorare, non detrarre agli occhi degli altri il bene che egli eventualmente compie e soprattutto il bene che egli è. Ma Gesù ci richiama al cuore.
Poiché Egli vuole il meglio per noi e ce lo vuole donare.
Desidera che non attacchiamo il cuore neanche alla nostra buona fama, ma anzi che fondiamo la stima di noi stessi non su quello che gli altri pensano di noi, né sul bene o sulle opere che compiamo e neanche sui talenti che abbiamo, piccoli o grandi.
Egli, che conosce fino in fondo la nostra natura, desidera che fondiamo la nostra stima sull’amore che Egli ha per noi. Egli che non “ci ha amato per scherzo” ma ha dato se stesso per ciascuno di noi.
Per te e solo per te Egli avrebbe sofferto i suoi inenarrabili patimenti spirituali, psicologici e fisici, e solo per te, per il tuo amore e la tua felicità, per la tua bellezza, sarebbe morto. Per Te è Risorto. Su questo amore unico per te. Su questo amore unico per il tuo fratello si fonda la stima del credente.
Tutto il resto è vanità proprio perché pur essendo importante è sproporzionatamente nulla (sterco direbbe S. Paolo) davanti all’intimità e all’Amore di Cristo.
Come scoprire se sei attaccato più al tuo buon nome che all’Amore di Cristo?
Quando nonostante le contrarietà e la diffamazione scopri che non importa quanto vali, ma quanto sei amato da Lui.
Quando riconosci di essere un prezioso nulla agli occhi di Dio.
Quando dici con il salmista “non a noi Signore, non a noi ma al tuo nome da gloria!”.
Che significa: “Signore fa che gli uomini incontrino Te e riconoscano Te come fonte di ogni bene e che io sono un nulla, tuo servo e ti sono grato per tutto ciò che mi hai donato per poter amare, servire, creare, lavorare.
Non mi interessa il mio posto ma mi è sommamente a cuore il Tuo posto nella mia vita e nella vita dei fratelli.
Tu che sei la bellezza sopra ogni bellezza e il bene sopra ogni bene".
Nella prova, nell’inutilità sociale e nella malattia, nella vecchiaia e nell’handicap, nell’emarginazione, magari fuori le mura di Gerusalemme, riconosci quanto Egli per te ha desiderato il meglio e tu sei chiamato a non far crescere nel cuore la rabbia ma la compassione e la misericordia.
Soprattutto verso i tuoi nemici.
Permettendo al Perdono di Dio di rigenerarti a vita nuova.
Questo puoi fare: allenta la presa, abbandonati fiducioso e non “trattenere” la mano potente di Dio nella tua vita.
Non avere paura.
Sciogli le antiche catene, si aprano le porte antiche ed entri, ora, il Re della gloria!
Scopri che servire è la massima dignità che hai come uomo ed è il più grande privilegio.
Forse la provvidenza ti chiamerà ad un ruolo di guida ma tu desidera sempre di essere all’ultimo posto non per “fare la parte” o per falsa umiltà ma perché riconosci che Lui è il protagonista dei cuori e della storia.
Tutto il resto passa con la sua vanità.
Dio regna, Dio regna!