Conversione di San Paolo Apostolo
- Dettagli
- Creato: 25 Gennaio 2016
- Hits: 24508
O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola dell'apostolo Paolo, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua conversione, di essere testimoni della tua verità e di camminare sempre nella via del Vangelo.
Prima Lettura At 22,3-16
Alzati, ricevi il battesimo e làvati dai tuoi peccati, invocando il nome di Gesù.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Paolo disse al popolo: «Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilìcia, ma cresciuto in questa città, formato alla scuola di Gamalièle nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. Io perseguitai a morte questa nuova dottrina, arrestando e gettando in prigione uomini e donne, come può darmi testimonianza il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro ricevetti lettere per i nostri fratelli di Damàsco e partii per condurre anche quelli di là come prigionieri a Gerusalemme, per essere puniti.
Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damàsco, verso mezzogiorno, all'improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: Sàulo, Sàulo, perché mi perseguiti? Risposi: Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti. Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono colui che mi parlava. Io dissi allora: Che devo fare, Signore? E il Signore mi disse: Alzati e prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è stabilito che tu faccia.
E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni, giunsi a Damàsco.
Un certo Ananìa, un devoto osservante della legge e in buona reputazione presso tutti i Giudei colà residenti, venne da me, mi si accostò e disse: Sàulo, fratello, torna a vedere! E in quell'istante io guardai verso di lui e riebbi la vista.
Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. E ora perché aspetti? Alzati, ricevi il battesimo e lavati dai tuoi peccati, invocando il suo nome».
Oppure:
Prima Lettura At 9,1-22
Signore,che vuoi che io faccia?
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Sàulo frattanto, fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagòghe di Damàsco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati.
E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damàsco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Sàulo, Sàulo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».
Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Sàulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damàsco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.
Ora c'era a Damàsco un discepolo di nome Ananìa e il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va' sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Sàulo, di Tarso; ecco sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista». Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. Inoltre ha l'autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome».
Ma il Signore disse: «Va', perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».
Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Sàulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo». E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damàsco, e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente per condurli in catene dai sommi sacerdoti?». Sàulo frattanto si rinfrancava sempre più e confondeva i Giudei residenti a Damàsco, dimostrando che Gesù è il Cristo.
Salmo Responsoriale Salmo 116
Proclamerò ai popoli il nome del Signore.
Lodate il Signore, popoli tutti.
voi tutte, nazioni, dategli gloria.
Forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura in eterno
Canto al Vangelo Cf Mc 16,15
Alleluia, alleluia.
Andate in tutto il mondo, dice il Signore.
e predicate il mio vangelo
Alleluia.
Vangelo Mc 16,15-18
Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, apparendo agli Undici, Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Commento
"Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura".
Annunciare il Vangelo non è un optional. Non è solo per qualcuno. Non è un privilegio riservato ai "missionari".
Annunciare il Vangelo è costitutivo dell'essere cristiani, battezzati, cresimati, figli della Chiesa.
Ma cos'è l'annuncio?
È donare ciò che si è ricevuto sia attraverso la catechesi che attraverso la propria esperienza personale.
L'una illumina l'altra. La catechesi kerygmatica, l'annuncio ricevuto dalla Chiesa muove a conversione.
La salvezza sperimentata illumina e rende viva sulla propria carne la catechesi ricevuta.
Non c'è limite di luogo, di spazio o situazione.
Dove tu vivi e sei, lì annuncia.
Di fatto, San Paolo, non avrebbe potuto annunciare il vangelo sopra ogni fatica se non avesse incontrato Cristo e la Chiesa a Damasco.
Non avrebbe potuto annunciare Cristo, il fariseo Saulo che perseguitava Cristo stesso nella Chiesa, se non fosse andato da Anania e non fosse stato confermato nella fede e non gli fossero cadute le scaglie dagli occhi.
Non sarebbe stato fecondo nell'annuncio se non avesse incontrato "le colonne" della Chiesa e non avesse ricevuto la loro benedizione.
Ecco che il tema della conversione, perno del vangelo della imminente festività, ritorna come fulcro portante dell'essere di Paolo.
Paolo è un convertito.
È uno che ha veramente incontrato Gesù e la Chiesa e che da zelante e finanche prepotente dottore della legge diventa umile discepolo della scuola di Dio.
Ma l'umiltà è un cesello che Dio opera attraverso le innumerevoli prove che quest'uomo ha dovuto vivere sulla propria pelle.
Se non fosse passato per il crogiolo della fatica, a volte umanamente insostenibile; se non fosse passato attraverso la tortura, l'incomprensione, il dileggio, la prigionia, l'impotenza, non avrebbe spezzato se stesso in seme di polvere e non sarebbe stato fecondo.
Quindi se Maria è la credente (πιστεύσασα - pisteusasa), Paolo è l'uomo che si converte (leshuv - metanoeinen - epistrephein).
L'uomo che cammina nella conversione.
Questo è il suo insegnamento e la sua icona per noi.
Ed entrambe le icone, Maria e Paolo, sono figura della Chiesa, chiamata a credere e a convertirsi continuamente lasciando le vanità di questo mondo.
Ma anche un altro segno traspare dalla vita di Paolo che, tra l'altro significa il suo "nome nuovo", dal nome regale di Saul al nome di "piccolo", Paolo.
Paolo si convertiva annunciando; annunciando si convertiva.
È l'annuncio, opportuno o inopportuno (cioè umanamente non conveniente - non buonista, arruffa consensi, di piaggeria, corretto politicamente, ecc.), che converte Paolo.
È annunciando che si rafforza la fede del credente.
Se infatti la fede non viene donata e ri-donata ma rimane nella sfera del privato (quello che vogliono i "liberalisti" o i "mondani" di ogni tempo), pian piano si affievolisce e spegne o si trasforma in uno sberleffo che accarezza i sensi carnali dell'uomo ma non lo eleva. Non lo trasfigura.
Anzi lo uccide piano piano con la parvenza di spiritualità e, talvolta, con il manto, anch'esso di politicamente corretto, di critica.
Infatti è noto, a chi ha un minimo di libertà interiore, che il clericalismo si riveste di tante forme, sia di narrazioni del "potere" sia di contro-narrazioni di "potere" di cuori feriti e scellerati che fanno tanto danno a sé e alle anime.
Perché in entrambe le forme di clericalismo regna l'ego.
Chi non annuncia, libero da sé, cioè non condivide il bene ricevuto, è un folle e un suicida.
La morte del cattolico è pari alla sua accidia.
Accidia nell'annuncio, pigrizia nella ricerca di piacere sempre più a Dio.
Se il cattolico vuole piacere a sé stesso e al quieto vivere calpesta e bestemmia il dono ricevuto.
Sia quando si omologa a non trascendersi sia quando si omologa alla vanità del mondo, sia quando si omologa alla vanità della carne che porta dentro e su cui non ha mai fatto, seriamente e rersponsabilmente, un cammino di Fede e di Conversione.
Senza litigiosità e sedimentazioni rancorose, ma con fermezza, il cattolico annuncia tutto il bene che ha ricevuto perché sa che in gioco è la propria salvezza e la salvezza dei fratelli.
Questo è il bene più grande e non certo la salute fisica, come San Paolo ci ha mostrato con la sua vita; Paolo, discepolo e servo del Cristo povero e crocifisso.
Se infatti c'è la salute del cuore c'è la vita anche se si è prigionieri come San Paolo, o derisi, vilipesi, impotenti.
Non c'è stato infatti periodo più fecondo per l'apostolo di quello in cui, prigioniero con catene, in arresti domiciliari - tanto che in ogni suo bisogno veniva seguito dal carceriere e dalle sue catene - poteva effondere l'amore per Cristo e per la Chiesa.
Anzi proprio nell'impotenza e nella persecuzione (e nella prigionia delle catene imposte dall'esterno) risplende l'agire di Dio e quindi, se stiamo seguendo veramente Cristo, anche la nostra gioia profonda e la gioia autentica della Chiesa, dei fratelli e delle sorelle.
Quella Gioia che nessuno ci può togliere e che si fonda su l'amore di Dio in Cristo per noi e per i fratelli.
Paul
senti anche la catechesi audio di Don Oscar Battaglia qui
http://www.ilcattolico.it/catechesi/catechesi-audio/catechesi-audio-in-mp3-e-zip.html