Annunciazione del Signore - Solennità

annunciazione botticelliO Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo
si facesse uomo nel grembo della Vergine Maria:
concedi a noi, che adoriamo il mistero del nostro Redentore,
vero Dio e vero uomo,
di essere partecipi della sua vita immortale.

La Bibbia indica nella donna il punto predestinato dell'incontro con Dio e l'uomo. Se l'uomo partecipa all' Incarnazione con il suo silenzio, nella persona di S. Giuseppe, è la donna invece a pronunciare il fiat a nome di tutti. Al fiat creativo del Padre corrisponde l'umile fiat della "serva del Signore". Cristo non avrebbe potuto prendere carne e sangue umani se l'Umanità-Maria non glieli avesse dati liberamente, come dono, pura offerta. La Vergine è il punto d'incontro, il luogo di convergenza dei due fiat. Figura della Chiesa, la Vergine personalizza il suo principio di protezione materna, orante; è la preghiera della Chiesa, quella che intercede. In greco, la castità significa integrità e integrazione, la potenza stessa di unire. Un'antica preghiera liturgica chiede alla purissima Madre di Dio: "Con il tuo amore, lega la mia anima"; dall'aggregato degli stati psichici, fa uscire l'unità, l'anima. Questa integrazione è la sola capace di arrestare l'opera di demolizione a cui si abbandona il genio maschile moderno. In verità, la salvezza della civiltà dipende dall' "eterno-materno".

Pavel Evdokimov - Tratto da: "La novità dello Spirito"



Prima Lettura  Is 7,10-14
La vergine concepirà e partorirà un figlio.


Dal libro del profeta Isaia  
In quei giorni, il Signore parlò ancora ad Acaz: «Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». 
Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele: cioè Dio-con-noi». 

   
Salmo Responsoriale  Dal Salmo 39
Eccomi, Signore: si compia in me la tua parola.
   
Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto.
Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo.
 
Sul rotolo del libro di me è scritto,
che io faccia il tuo volere.
Mio Dio, questo io desidero,
la tua legge è nel profondo del mio cuore».   
  
Ho annunziato la tua giustizia nella grande assemblea;
vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.
 
Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore,
la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato.
Non ho nascosto la tua grazia
e la tua fedeltà alla grande assemblea.
  


Seconda Lettura  Eb 10,4-10
Di me sta scritto nel rotolo del libro che io compia, o Dio, la tua volontà.


Dalla lettera agli Ebrei  
Fratelli, è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:  Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: "Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà". 
Dopo aver detto "Non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato", cose tutte che vengono offerte secondo la legge, soggiunge: "Ecco, io vengo a fare la tua volontà".  
Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre. 
 

Canto al Vangelo  Lc 1,28.38
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.
Nel tempo pasquale: Alleluia, alleluia.
Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te.
Eccomi, sono la serva del Signore.


Vangelo Lc 1,26-38
Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio.

Dal vangelo secondo Luca  
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». 
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».  E l'angelo partì da lei.  



Commento

IO SONO COLEI CHE SERVE

"Eccomi, sono la serva del Signore"


La fragilità di Maria, della fanciulla Maria, non è occasione di tremore ma di timor di Dio.
Di qualcuno che non si fa scudo della paura per chiudersi ad un dono ma che veicola la fragilità per comprendere meglio come accogliere questo dono.
La fragilità di Maria non è occasione di fuga ma dell' "attendere" tutto da Dio per mezzo del suo messaggero: "nulla è impossibile a Dio!".
Dunque: "Eccomi, sono qui, pronta e totalmente disponibile, con la totale ipoteca della mia esistenza nelle mani di Dio, perché io sono e ho scelto di essere la serva del Signore.
Colei che sta al suo servizio sempre come ancella e che desidera intuire, ancor prima, i desideri del suo Dio e cerca di realizzarli storicamente."

La grandezza di Maria è qui, nella sua disponibilità totale; nell'aver colto fino in fondo la logica della "lavanda dei piedi" che sostiene l'universo.
Dio serve e io lo servo. Totalmente.

Non confido sulle mie possibilità ma sulla certezza, che già era presente nel mio cuore, che "nulla è impossibile a Dio!".
Dio è Dio e non ve n'è altri.
Per questo Maria è la credente; la "pisteusasa" (πιστεύσασα), colei che continuamente crede in un peregrinare che è scoperta, crescita e maturazione in un totale abbandono.

In questo è prefigura non solo di ogni credente ma di ogni donna e del carisma pieno della femminilità fatto di accoglienza, maternità, fedeltà, fecondità, docilità, fermezza, concretezza, gioia.
In quetso è prefigura anche di ciascuno di noi perché immagine perfetta di ciò che è di ciò che è chiamata ad essere la Chiesa.

In questa festa non celebriamo dunque solo l'inizio della storia nuova di salvezza ma tutta la sua pienezza in seme.
Qui è già presente la Passione, la Resurrezione, la Pentecoste e l'Assunzione.
Ma anche lo specchio pieno di ciò che è chiamato ad essere il credente, la Chiesa e ogni donna.

Qui si può reiterare l'esame di coscienza di ogni fedele, di ogni credente e, in particolare, di ogni donna; sia essa madre o consacrata.

Al di fuori di Maria non c'è specchio di femminilità ma di abbrutimento del femminile che diventa vanità, ribellione, vuotezza, dissipazione... magari con la scorza del "femminismo".

Maria è la donna. La donna credente, madre, vergine,
la sempre serva del Signore.
Non un idolo, o una figura di femminino divinizzata e quindi "reificata", cosificata.
Piuttosto Maria è l'espressione del "femminile" di Dio più compiuta e resa carne, Discepola, Sposa, Madre.

Qui ci aspetta Cristo.
Lei non solo è icona ma compagna di viaggio, madre, sorella,
e, in certo qual modo, anche nostra serva, proprio perché totale e perenne serva di Dio.

E, tutto ciò, è avvenuto senza alcun riflettore, senza alcun riconoscimento.
Qui si è fatta la storia nella cifra del Silenzio e del nascondimento in Dio.

Tutto ha avuto inizio nella cifra di Dio che è appartenenza comunionale e non nell'ego ipertrofico veicolato dall'uso pessimo delle nostre relazioni, spesso, oggi, dall'uso narciso dei social.
Quando il sé cerca sé nel sé, si perde.
Invece si ritrova quando si immerge in Dio e prepara la Sua venuta, nella castità del Silenzio.

Perché le cose più importanti della storia non sono fotografabili e catturabili ma sono sotto il segno perenne del discepolato e del "nulla è impossibile a Dio".

Maria e Paul



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