L’EVOLUZIONE NEL PENSIERO DI TEILHARD DE CHARDIN
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- Creato: 24 Dicembre 2008
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La scienza di oggi di fronte
al problema dell'esistenza di Dio
INTRODUZIONE:
Vogliamo, in questa breve riflessione, analizzare il pensiero di Teilhard de Chardin su il problema dell'evoluzione così come è da lui concepito e pensato.
Occorre sottolineare per correttezza metodologica che la scienza difficilmente è pura, " neutrale ", ma esprime quasi sempre il punto di vista culturale dello scienziato, come ad esempio i pregiudizi nascosti dietro le teorie della nascita dell'uomo quali quella " Del Grande cacciatore" e quella della " Donna acquatica".
Occorre dunque presentare le diverse teorie con atteggiamento critico, pur se se con rispettosa attenzione allo sforzo compiuto dagli studiosi di settore.
L'EVOLUZIONE:
Il problema dell'origine del cosmo, della sua evoluzione e della sua eventuale finalità ha da sempre accorato l'uomo. Infatti l'uomo ha la necessità psichica di porre un senso e un ordine alle cose che sono in lui e davanti a lui. Man mano che l'uomo ha trascorso e vissuto il suo pellegrinare su questo pianeta ha dato alla sua esistenza e al perchè delle cose diverse risposte, alcune maturate propriamente nell'ambito religioso, proprio perchè l'uomo doveva darsi una risposta rispetto all'evento della morte. Più tardi, con il pensiero scientifico l'uomo cominciò ad analizzare il come degli avvenimenti e degli accadimenti attorno a lui.
Ora l'evoluzione ci si presenta come un fatto su cui non si può discutere, si potrà al limite discutere sul come essa avvenga.
IL PENSIERO DI TEILHARD:
Per capire il pensiero di Teilhard useremo un'immagine che ci aiuterà a capire il suo pensiero.
De Chardin paragona l'evoluzione ad una spirale che sale all'interno di un cono. Se noi seguiamo il percorso di questa linea, la vedremo descrivere una traiettoria circolare il cui raggio diminuisce man mano che si avvicina al vertice del cono, che per Teilhrd rappresenta un punto Omega di convergenza. All'inizio della spirale , nella base del cono, dove possiamo mettere un ipotetico punto A, lo scienziato pone l'evento descritto da Lemaitre, da cui parte tutto il processo della materia; cioè dal momento in cui tutti gli atomi di materia erano concentrati su se stessi senza spazi vuoti assumendo una densità e una concentrazione di massa altissima che per qualche motivo a noi sconosciuto hanno cominciato la loro corsa di "distaccamento". Da notare che l'intera massa della terra senza spazi vuoti raggiungerebbe più o meno le dimensioni di una nocciolina.
Tra il punto A e il successivo punto B, posto in alto e parallelo al punto A, la materia si sarebbe strutturata chimicamente. In B si fa consistere il passo della vita. Tra B e C, cioè il punto successivo parallelo ad A e B, la vita si avvolge su se stessa per un processo che potremmo chiamare di " cefalizzazione crescente ". In C si può porre l'ominizzazione. Attualmente siamo un po' più in là di C e proiettati verso un ipotetico punto D che ci avvicinerà ancora di più verso il vertice della spirale.
Il tempo appare allora il vettore in cui il mondo si organizza. La storia di ciascuno appare ben inserita nella storia dell'umanità e della creazione.
Appare estremamente chiaro per Teilhard che l'infinito di complessità volge verso l'uomo come ad un prodotto, un fiore raffinato dell'evoluzione. Di fatto davanti all'evoluzione si possono avere almeno due atteggiamenti, uno negativo che nega il fatto evolutivo per un fissismo teorico; l'altro che considera che noi siamo nel mondo e che l'ontologia dell'uomo comprende, a suo modo, l'ontologia generale della materia.
Se il mondo è movimento allora Dio dev'essere inserito nella storia; infatti Teilhard non ha fatto altro che conciliare la sua fede in Dio e la sua fede nel mondo.
De Chardin vede il cammino fatto in 6 miliardi di anni come una linea in avanti, dal pre-atomo, all'atomo, alla molecola, fino alla cellula e alla vita. E' impossibile pensare la terra senza l'uomo ed è impossibile pensare la terra e l'uomo senza questo punto Omega di alta cerebralizzazione che Teilahrd chiama Dio, anzi per lui più propriamente è il Cristo; il Cristo Gesù annunziato da Paolo e da Giovanni nei testi cosmologici ( Apocalisse; Colossesi; Efesini).
Pertanto, per lo scienziato, Dio-Cristo non si pone tanto come un Dio-in-alto quanto piuttosto come un Dio-in-Avanti; di fatto se poniamo una rotazione alla spirale conica di 90º otteniamo che essa si muove in avanti nell'asse del tempo ma qualitativamente in alto per chi si trova all'interno di essa. Per Teilhard, allora, il compimento evolutivo si muove verso la Parusia.
CONCLUSIONI:
Il pensiero di Teilhard è affascinante ed è per certi versi rispettoso della mentalità non dualistica ed unitaria della Sacra Scrittura.
Gli scritti cosmologici e quelli che parlano del Logos, di natura Giovannea, non parlano mai di creazione con il senso fissistico che noi poi gli abbiamo attribuito. Essi parlano piuttosto di "divenire" (GV.1,1ss), che di "essere creato". La prospettiva del Prologo giovanneo è proprio centrata sul disegno universale di Dio, ed è chiaro che il significato molto ampio del verbo Gignomai è perfettamente adatto per esprimere "l'attività di Dio mediante il suo Logos attraverso tutta la storia del mondo, certamente dalla creazione fino alla incarnazione, passando per l'elezione d'Israele e la legge naturale dei pagani. Tutto sia la storia della salvezza che la creazione, è avvenuto
( e avviene, ndr. ) per mezzo del Logos" ([1]).
Infatti l'agire di Dio per l'uomo è un agire storico che diviene e si esplicita nel tempo verso un compimento di rapporto, che nella Sacra Scrittura viene chiamato Alleanza. La stessa Bibbia pone l'uomo come vertice del progetto di Dio in vista dell'incarnazione, così come ha sottolineato molto bene il teologo francescano Duns Scoto; in certo qual modo potremmo dire che Teilhard è figlio di Scoto nella sua visione cristocentrica ed entrambi sono figli dell'apostolo Paolo che pone Cristo come il Misterion nascosto da secoli eterni nel cuore del Padre, ed ora rivelato a noi.
Gesù Cristo e la Sua incarnazione, compiuta dopo la Resurrezione, rimane il prototipo qualitativo verso cui cammina l'evoluzione; Egli è il punto Omega di cui si parla così spesso nella visione Teilhardiana.
"Perchè è Signore, il Cristo può essere uomo, perchè è uomo può essere Signore, dacchè il mondo, la cui evoluzione è ora assicurata dall'Uomo ( almeno sul pianeta terra ) non si realizzerà totalmente che mediante la potenza di Cristo Signore ([2]). Inoltre, proseguendo l'immagine del cammino a spirale conico, il Cristo non è solo il Punto Omega, ma anche il vertice necessario , l'anima di questo cammino: per Teilhard il mondo si avvolge sempre di più attorno a Cristo.
Questa visione globale, ricca e affascinante per alcuni versi, rimane però un po' povera dal punto di vista del mistero del male e della sofferenza. La teologia e la scienza Teilhardiana è infatti povera di Teologia Crucis. Teilhard pur parlando di continuità e discontinuità nel cammino evolutivo ( che spiegherebbe in parte il problema del caso ), non tratta con sufficiente chiarezza della discontinuità provocata dal male e dalla sofferenza. Egli fissa più che altro il suo pensiero sul Cristo glorioso dimenticando l'importanza della Passione e Morte del Figlio di Dio e la sua funzione redentiva.
Bibliografia:
A.A.V.V., Scienza e fede, Assisi, Cittadella Editrice, 1982
Crespy Georges, Dalla scienza alla teologia. Saggio su Teilhard de Chardin , Roma, Editrice A.V.E., 1968;
Gargantini Mario, Uomo di scienza, uomo di fede, Torino, Editrice Elle Di Ci, 1991;
Molari Carlo, Darwinismo e teologia cattolica, Roma, Edizioni Borla, 1984.
Occhialini Umberto, Convivium Assisiense. Ricerche dell'Istituto Teologico e dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi, Assisi Edizioni Porziuncola, 1993;
[1]P. Lamarche, Le Prologue de Jean, "Rech. de Sc. Rel.", 62 (1964), cit. 497-537
[2]Georges Crespy, Dalla scienza alla teologia. Saggio su Teilhard de Chardin, Editrice A.V.E., Roma 1968, p. 81