Oggi è introdotta colei che è santa e immacolata

maria-ingresso-tempiodi MANUEL NIN

La festa dell’Ingresso della Madre di Dio nel tempio è una delle dodici grandi feste della tradizione bizanti-na, e ha un’origine gerosolimitana, legata alla dedicazione di una chiesa nella città santa di Gerusalemme.
Proseguendo una rilettura dell’icona della festa a partire dei testi della li-turgia, vediamo come l’icona mette in evidenza i diversi aspetti che tro-viamo presenti nei testi liturgici; in-fatti i tropari del giorno della vigilia descrivono quasi in modo letterale la stessa distribuzione iconografica. In primo piano ci sono Gioacchi-no e Anna che accompagnano Ma-ria nel tempio e Zaccaria che la rice-ve nel Santo dei Santi: «Oggi è condotto al tempio del Signore il tempio che accoglie Dio, la Madre di Dio, e Zaccaria la riceve... Pia-mente condotta nella casa di Dio, dà compimento alla preghiera dei genitori, custodita dal divino Spiri-to». Nella parte sinistra dell’icona vediamo il corteo delle dieci vergini che accompagnano Maria, un chiaro riferimento al testo evangelico di Ma t t e o 25: «Vergini recanti lampade, facendo lietamente strada alla sem-pre Vergine profetizzano ciò che av-verrà: la Madre di Dio, che è tem-pio di Dio, con gloria verginale è in-trodotta nel tempio, ancora bambi-na». Infine nella parte destra dell’icona vediamo l’angelo che por-ta l’alimento a Maria; questo nutri-mento con cui Maria è alimentata è prefigurazione del cibo che è la Pa-rola di Dio, e dei santi doni che si ricevono nel tempio, cioè nella Chiesa: «Nutrita fedelmente con pa-ne celeste, o Vergine, nel tempio del Signore, tu hai generato al mondo il Verbo, pane di vita. Come suo tem-pio eletto e tutto immacolato, fosti misticamente fidanzata allo Spirito, sposata a Dio Padre». La ripartizio-ne dell’icona, la troviamo cantata ancora in altri tropari della festa: «Oggi il tempio vivente della santa gloria del Cristo Dio nostro, la pu-ra, la sola benedetta tra le donne, è presentata al tempio della Legge per dimorare nel santo dei santi; si allie-tano con lei nello spirito Gioacchino e Anna; e i cori delle vergini canta-no al Signore salmeggiando e ono-rando la Madre sua». In uno dei tropari della vigilia della festa troviamo riassunta tutta una professione di fede cristiana: Dio creatore che si prende compassione dell’uomo caduto e da lui creato: «Il Creatore di tutte le cose, l’Artefice e Sovrano, piegandosi con ineffabile compassione, solo per il suo amore per gli uomini, ha avuto pietà di colui che con le sue mani aveva formato e che vedeva cadu-to». Lo rialza e lo ricrea in modo nuovo a partire dal suo proprio an-nientamento: «E si è compiaciuto di rialzarlo, riplasmandolo in modo più divino, con il proprio annienta-mento, perché per natura è buono e misericordioso». Maria diventa me-diatrice in questo mistero di filantro-pia divina in quanto il Verbo da lei assume l’umanità: «Egli prende per-tanto Maria, vergine e pura, come mediatrice del mistero, per assumere da lei, secondo il suo disegno, ciò che è nostro». Maria quindi diventa dimora, tempio: «Essa è celeste di-mora». Nell’innografia vespertina si sotto-linea come lo Spirito Santo è già presente adesso nell’ingresso di Ma-ria nel tempio: «All’interno del san-to dei santi è introdotta nel santo Spirito la santa e immacolata». L’angelo che nutre Maria nel tempio è quasi un’immagine dell’angelo dell’annunciazione, mistero che la fa diventare tempio di Dio: «E da un angelo viene nutrita lei che realmen-te è tempio santissimo del santo Dio nostro, che tutto santifica introdu-cendo lei nel tempio». L’ingresso di Maria nel tempio prefigura la deifi-cazione della natura umana che av-verrà nell’incarnazione del Verbo: «E deifica la natura decaduta dei mortali». È bellissimo il parallelo che tro-viamo, in un tropario del vespro, tra le vergini recando lampade accese e la Vergine che per l’incarnazione del Verbo di Dio diventa lampada acce-sa dello splendore divino: «Gioiose le fanciulle, reggendo le loro lampa-de, fanno oggi strada alla lampada spirituale, e santamente la introdu-cono nel santo dei santi, prefiguran-do il futuro inesprimibile splendore che da lei rifulgerà e con lo Spirito illuminerà quanti sono nelle tenebre dell’ignoranza». Ancora la festa dell’Ingresso della Madre di Dio nel tempio in diversi dei testi eucologici è presentata quasi come un prolun-gamento o una continuazione della festa dell’8 settembre, la Natività della Madre di Dio; troviamo un bel collegamento tra Anna nella natività di Maria e Anna nel suo ingresso nel tempio: «Dopo la tua nascita, o Sovrana, sposa di Dio, tu sei giunta nel tempio del Signore per essere al-levata nel santo dei santi, quale creatura santificata... Anna, vera gra-zia divina, conduce con gioia al tempio del Dio la pura sempre Ver-gine, colmata di grazia; ha convoca-to per farle strada le fanciulle porta-trici di lampade, e dice: Va’, figlia, a colui che a me ti ha data: sii dono votivo e profumo di soave odore. Entra nei penetrali, apprendi i mi-steri e preparati a divenire amabile e splendido tabernacolo di Gesù». I testi liturgici, in modo direi mistago-gicamente ripetitivo, si compiaccio-no di accostare il tempio dove Ma-ria è introdotta e lei stessa che di-venterà tempio di Dio: «È posto all’interno del tempio di Dio il tem-pio che accoglie Dio, la Vergine san-tissima, e ora le fanciulle la precedo-no, portando lampade. Esulta in co-ro la nobile coppia dei genitori Gioacchino e Anna, perché ha dato alla luce colei che ha generato il Creatore. Ed essa, la tutta immaco-lata, aggirandosi nelle dimore divi-ne, nutrita per mano di un angelo, si rivela Madre del Cristo». Il tropario della festa sottolinea come questo giorno è un preannun-cio della salvezza che si manifesterà nella Natività del Verbo di Dio in-carnato: «Oggi è il preludio del be-neplacito del Signore, e il primo an-nuncio della salvezza degli uomini. Agli occhi di tutti la Vergine si mo-stra nel tempio di Dio, e a tutti preannuncia il Cristo. Anche noi a gran voce a lei acclamiamo: Gioisci, compimento dell’economia del Crea-tore». Questo legame stretto tra la festa dell’Ingresso della Madre di Dio nel tempio e la Natività di Cri-sto viene messo in evidenza anche nel canone del mattutino dove il tropario conclusivo di ognuna delle odi è proprio quello conclusivo delle odi del Natale: «Cristo nasce, ren-dete gloria; Cristo scende dai cieli, andategli incontro; Cristo è sulla terra, elevatevi... Figlio che prima dei secoli immutabilmente dal Padre è stato generato, e negli ultimi tem-pi dalla Vergine, senza seme, si è in-carnato... Virgulto dalla radice di Iesse, e fiore che da essa procede, o Cristo, dalla Vergine sei germoglia-to, dal boscoso monte adombrato, sei venuto incarnato da una Vergine ignara d’uomo».

© Osservatore Romano - 21 novembre 2012

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