Fissare lo sguardo nello Sguardo, la prima vera pre-occupazione

avvento attesa
«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Dalla Vangelo di Luca (Lc 10,38-42)

Gesù non svela, con la critica paterna, il "fare" di Marta ma il fatto che lei si pre-occupi, cioè "informi" il suo agire di una occupazione del cuore che non è quella del "servire" Cristo e i fratelli, ma di rafforzare la sua auto-stima. Altrimenti non avrebbe osato rimproverare Gesù. Marta si era messa al posto del Maestro e Signore nel suo cuore e da lei stessa avevo scelto di ripiegar-si sul suo io ferito, le sue piccinerie. Pertanto dietro tanto fare si nascondeva un'accidia ancora più pericolosa: avevo smesso di servire il Maestro e i suoi fratelli. E' l'accidia più pericolosa perché meno evidente ed è tipica degli operatori pastorali, dei factotum delle comunità e delle parrocchie, dei parroci, ecc...

La parte migliore è proprio quella di avere sempre davanti a sé il Maestro e generare in questa contemplazione attiva il proprio fare.

Per Dio infatti la qualità del nostro agire non dipende solo dall'oggetto verso cui l'agire è indirizzato ma da come il nostro cuore vive nella contemplazione e nella brama di Lui.

Non basta certo occuparsi dei poveri, degli immigrati, dei bambini e delle mille necessità di una comunità, occorre piuttosto non distrarsi da mettere il proprio sguardo nello Sguardo.

Pertanto, per quanto paradossale, anche dietro un super-impegno e un super-fare si può nascondere un'accidia radicale. Potremmo operare, studiare, produrre apologetica, lottare e spendere ogni fatica e persino dare "il nostro corpo per essere bruciato".. ma se non abbiamo "la Carità siamo nulla". E la Carità è Dio e fissarsi con brama nello Sguardo di Cristo; in questo sguardo capire che siamo sempre in diakonia, in servizio.

Se infatti non entriamo in questo stato del cuore rischiamo anche noi di muovere rimprovero al Signore.

Come? Basti guardare quanto siamo affabili nell'accogliere i fratelli... soprattutto i nuovi fratelli, in una comunità.

Quanti sguardi gelosi, inviodiosi, "cagneschi", provinciali, verso chi si avvicina come "forestiero" alle nostre comunità. Come a dire e questa qui, questo qui: "che vuole?". 

La nuova evangelizzazione nasce anche da qui, da piccole e grandi scelte del cuore che smette di essere ego-centrato e si apre all'affabilità di un sorriso e alla condivisione del buono, del bello e del giusto.

Scegliamo dunque la parte migliore, fra un po è già tardi!

Paul Freeman

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