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Apologia del Silenzio, luogo dell'incontro con Dio

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"Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore,
ma il Signore non era nel vento.

Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto.
Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco.
Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero.
Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna"

(1Re. 19, 11-13)


Il valore del Silenzio

Non siamo educati e non ci educhiamo al silenzio.

Non sono al riparo del rumore le nostre case con i vari elettrodomestici di informazione e di svago, tv, hi-fi, mp3 reader, pc, social, smartrphone.

Tutto sembra infossarci in una continua apologia al rumore e alla confusione che ci distrae dal silenzio e dal suo valore.

La dittatura del rumore non coinvolge solo il "lello" e cafone che passa per la strada con lo stereo a tutto volume gridando al mondo: "guarda che ci sono anch'io!".

No, la dittatura del rumore passa per tante vie, tutte dissipanti e distraenti. L'importante, per il rumore, è non darsi risposte, non pensare, non ascoltare.

Si entra in casa e senza pensarci due volte si accende la "musica", si legge il caos rumoroso dei quotidiani e della tv, si è frantumati dalla pubblicità.

Eppure Dio non parla essenzialmente nel rumore.

Dio non parla nel rumore e nella dissipazione. Così è avvenuto nel silenzio della creazione e così avviene in ogni nuova creazione che comincia nell'incontro tra l'io ed un tu, tra l'io ed il Tu per eccellenza che è Dio. Il profeta Elia l'ha imparato a sue spese rettificando il modo che egli credeva usuale nel suo cuore per incontrare l'Altissimo.

Curioso è constatare come il "benessere" ci distragga dal vero benessere che è quello di fare un'esperienza sempre più radicale nella nostra vita e nelle nostre famiglie della presenza di Dio.

Da questo rumore non sono esenti neanche le comunità ecclesiali nelle loro liturgie e nella loro prassi di lavoro.. organi invadenti, chitarre scoppiettanti nella liturgia, diseducazione musicale, movimento, organizzazione, corsa, frenesia, regia volta "al fare", ecc

Si badi bene, non che il clima della festa non sia importante e abbia la sua valenza messianica, tuttavia tutto questo è spesso una prassi da stadio e mondana per distrarci dal senso vero dello stare insieme riuniti nel nome di Gesù.

Manca spesso il senso della misura, dell'ascolto, del rispetto per il mistero celebrato sia che si tratti di liturgia che di lavoro pastorale.

Ripetiamo, più che incarnazione si tratta qui di impantanamento. Sembra quasi che essere occidentali significhi rumore, caos, frenesia, ecc.
Una corsa al soggetto perché l'io non incontri mai il suo cuore profondo ed i suoi bisogni fondanti.

Ecco che la vacanza, tempo privilegiato per l'uomo di ri-appropiarsi del proprio primato di essere-in-relazione-con.. diventa tempo di svago e confusione e che si ritorni alla vita quotidiana nudi, spogli e ancora più lontani dalla vita; sia personalmente che come famiglie.

Il silenzio dunque, secondo una sana antropologia cristiana, diventa anche il luogo per ri-significare la nostra dignità, personale e comunitaria, e la nostra autostima ecclesiale.


Silenzio e Ontologia

Abbiamo già toccato il tema del silenzio e del riposo, e la sostanza è tutta qui: fermati uomo e sappi che Io sono Dio, dice il Signore (Sl. 46,11). La vacanza diviene dunque il luogo privilegiato (la tenda, la shekinà, la Chiesa) per il ripensare l'ontologia nella nostra vita e proclamare ancora con più slancio, forza e amore che Gesù Cristo è Signore della nostra vita. Le vacanze sono il tempo privilegiato per rinvigorire la nostra fede in Cristo, nella Chiesa e in noi stessi in quanto figli di Dio.

Anche la vita politica e informativa dei giornali rispetta la logica del rumore, del "chiacchiericcio" inutile di battaglie in cui l'uomo si perde nell'agitarsi di se stesso.. così come è avvenuto in tante campagne politiche, passate e recenti. Si ricordi la campagna referendaria sulla legge 40 iniziata con il rumore dei promotori e continuata con il rumore dei medesimi incapaci di ascoltare ciò che Dio ha voluto loro dire anche attraverso l'imperfezione umana e l'imperfezione morale di ogni pronunciamento di legge.

Anche internet con la sua possibilità smisurata di metterci in contatto con il mondo intero e con un mare di testi, scritti, informazioni, video e musica spesso segue la logica del rumore.

I luoghi modaioli delle chat, forum, blog e social network non sono solo l'occasione di un confronto ma più spesso un luogo per non maturare la capacità di silenzio né di ascolto:
l'uomo è sempre più solo!
Rabbia, polemica, offese, minacce... i social network sembrano calderoni di emotività adolescenziale che porta solo all'amplificazione del disvalore.

Infatti rispondendo alle mode e alle tariffe dei gestori telefonici, e alle luci della ribalta ognuno dimentica di ascoltarsi e di ascoltare, di leggere e riflettere, di pensare e andare al profondo di sé.

La dittatura del rumore cerca di mieterci come vittime stordite dandoci il benessere di "pelle" che è l'unico che in definitiva non ci fa stare bene per niente.

La pornografia del rumore è ben più dannosa della pornografia delle immagini perché lede la nostra dignità all'ascolto e ci fa burattini in mano al caos e di coloro che tirano le fila con i propri mezzi potenti di comunicazione, economici, lobbistici.


Il riposo fonte di incontro con Dio; la vacanza tempo di Grazia

Cristo, con il dono del riposo e, non dimentichiamolo, del riposo settimanale, ci aiuta a sottolineare che noi valiamo molto ma molto di più di ciò che consumiamo e che la povertà vissuta nel silenzio è più eloquente della modaiola del Billionarie e del rotocalco.

Per la Bibbia è il povero in silenzio davanti a Dio e a se stesso che fa la storia... è il povero che come Maria attende la voce di Dio che si presta a partorire Gesù al mondo.

Guai a noi se non facciamo silenzio nella stanza del nostro cuore e nelle nostre famiglie.

Dove non c'è silenzio non c'è ordine né vita, ma solo il rumore, neanche troppo subliminale, che ci spinge a far vivere il peggio di noi stessi; quel peggio che la società esorcizza ma che promuovendo il rumore e la dissipazione ne è artefice e promotrice con il nostro continuo consenso.


Pertanto con Gesù e in Gesù diciamo: "taci!"

Zittiamo satana dentro e fuori di noi, zittiamo i nostri fantasmi, le paure, le passioni e ascoltiamo Cristo, Signore e maestro, con tutti i mezzi che disponiamo e che la Chiesa generosamente ci offre, soprattutto in questo periodo estivo di riposo, ne va della vita nostra e di chi ci sta accanto!

Zittire le nostre passioni con l'aiuto di Cristo significa metterle a servizio della Sua dolce Signoria.. perché "il suo carico è dolce e leggero" (Mt. 11,28).

Il silenzio è il luogo delle nozze in cui andiamo incontro allo Sposo, sia personalmente che come Chiesa.

Proprio per questo anche l'eremita, nel silenzio della sua cella, non incontra Cristo solo come un "io" ma anche come un "noi".

Solo con il "noi" autentico c'è l'io e solo con l'io autentico c'è il "noi".

Ecco che l'ecclesiologia si fonda nel silenzio!

Se ogni giornata passa tra un rumore e l'altro si perde la sapienza e il gusto all'attimo della nostra vita in cui Cristo, unico sposo, ci parla e ci nutre, ci conferma e ci sostiene... dove c'è rumore non c'è Chiesa.. ma solo Babilonia.

“Timeo Iesum transeuntem”, diceva lo stesso Agostino ; come dire: “Ho paura della sua buona ispirazione che passa e non torna”.

L'augurio che la festa dell'imminente Santo Natale aiuti tutti ad un rinnovato gusto adorante e silenzioso tipico dei magi a Betlemme.


 

vedi anche:

Il valore del silenzio