Come Giuseppe, patrono del silenzio fecondo

«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con teMaria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suopopolo dai suoi peccati». Mt 1,16.18-21.24

Ti chiama per nome, ti dona un nome, una vocazione.

Non avere paura, perché Io sono con te in questa chiamata.

 

Raimondo Lullo, un’indicazione per l’oggi

Raimondo Lullo, un’indicazione per l’oggi
 
Da una lettera del beato Alessandro, sacerdote e martire
 
A cura di P. Pietro Messa, ofm

La serva di Dio suor Maria Lanceata nacque in una frazione di Avigliano Umbro il 6 gennaio 1704 e nel 1717 entrò nel monastero delle clarisse di Montecastrilli dove morì il 26 agosto 1762. A pochi anni di distanza, nel 1784, fu publicata la Vita della Serva di Dio Suor Maria Lanceata Morelli scritta da frate Michele da Papigno il quale narra come l’esperienza mistica da lei vissuta la rafforzò nell’amore verso il prossimo.
 
A cura di P. Pietro Messa, ofm

Lo consapevolezza dell’azione dello Spirito Santo è testimoniata da tante preghiere, poesie e scritti. Basti pensare al famoso inno Pentecoste di Alessandro Manzoni. Ecco di seguito una poesia, o meglio un’invocazione della venerabile clarissa Francesca Farnese (1593-1651).  
 
Un luogo comune è che la spiritualità ha acquisito una dimensione liturgica solo con il concilio Vaticano II. Tale affermazione è smentita da diverse testimonianze, tra cui quella della venerabile clarissa Francesca Farnese (1593-1651) che compone delle poesie in cui contemporaneamente esprime e forma la spiritualità sua e della comunità clariana in cui vive. Proprio tali testi mostrano di seguire le principali feste e tempi liturgici come mostra la sottostante composizione dedicata all’ascensione di Gesù.    
 

A Giesu nel deserto

A cura di P. Pietro Messa, ofm

La venerabile clarissa Francesca Farnese (1593-1651) è una delle figure rappresentative della spiritualità del Seicento in cui l’affezione a Gesù e Maria si esprime anche attraverso la poesia, ossia un genere letterario privilegiato dai mistici in cui partecipazione emotiva e passionalità sono ben presenti, come mostra la sottostante composizione dedicata alla contemplazione di Gesù nel deserto.   

Chi vuol vedere cose stupende, e nuove

Corra al deserto, e con acceso cuore,

Quivi contempli il sommo alto motore,

Quel, ch’il tutto governa, ordina, e muove.



Quel, che nel cielo ha la sua stanza, hor stassi

In orrido deserto aspro, e sassoso,

Siede soletto à ogni mortal’ascoso

Tra sterpi, e pruni, e tra dirupi, e sassi.



Et è pur quel, cui fan corona intorno

Mille migliaia di beate schiere

D’elette spirti, che con gran piacere

Lodano il nome suo la notte, e’l giorno.



E quello ancor, che sopra i cherubini

Siede, e si posa, e à cui si curva, e piega,

A terra ogni ginocchio, e alcun nol niega

Di far’al di lui nome humil’inchini.



Quello che tremar fa la terra, e’l cielo.

Stà con le membra sue divine, e sante

All’aria, al freddo, pallido, e tremante,

Fatte per amor mio quasi di gelo.



Quello che regge il mondo, e che nutrisce

Fin i polli de’ corvi, et à ciascuno

Il cibo porge in tempo più opportuno,

Hor fatto huomo mortal fame patisce.



Povero è divenuto, erme, e meschino,

Esule fuor del suo celeste regno,

Per far che l’huom, che se ne rese indegno,

Torni a esser del ciel cittadino.



Sono i palazzi suoi caverne, e grotte,

gl’apparati, le spine, i tronchi, i sassi,

Son le sue feste, le delitie, e spassi

I digiuni, il patir di giorno, e notte.



Sono i suoi corteggiani orsi, e leoni,

cervi, caprij, conigli et altre fiere,

Che d’intorno gli vanno à schiere, a schiere,

E stanno al suo cospetto humili, e proni.



Chi d’immenso stupor non verrà meno,

Vedendo tra le fiere habitar Dio?

Chi sarà sì crudele, ingrato, e rio,

A cui di compassion non s’empia il seno?



Chi sarà quel, che non s’elegga in sorte,

Nel deserto habitar fin c’haurà vita,

Facendo compagnia cara, e gradita

Al suo dolce Giesù fin’alla morte?



Io per me quest’eleggo, e vò soletta

Starmi sempre con lui fissa, e mirando

Quel bellissimo volto, contemplando

La deitate in lui chiusa, e ristretta.



Mirando tutt’i moti, gesti, i passi,

Riscalderò delle sue membra il gelo,

Lo seguirò con amoroso zelo

Tra le fiere, trà tronchi, e spine, e sassi.



Asciugarò dalla fronte divina

Il gelido sudor, de gl’occhi il pianto,

Dalle ingiurie del ciel con il mio manto

Cuoprirollo, e starommi à lui vicina.



Infin che venga l’hora fortunata,

Che dal deserto al ciel voli quest’alma,

Dove non meritata eterna palma

Per sua bontà gli tiene Iddio serbata.



Per un approfondimento cfr. Da santa Chiara a suor Francesca Farnese. Il francescanesimo femminile e il monastero di Fara in Sabina, a cura di S. Boesch Gajano e T. Leggio (Sacro/santo, 21), Viella, Roma 2013.

Altre poesie della venerabile suor Francesca Farnese in:

http://www.ilcattolico.it/rassegna-stampa-cattolica/formazione-e-catechesi/la-venerabile-francesca-farnese-in-onore-di-maria-assunta.html



 
A cura di P. Pietro Messa, ofm

Il barnabita p. Giovanni Semeria, di cui è in corso il processo di beatificazione, dopo essere stato un grande e famoso predicatore, cadde in una forte depressione. Grazie anche alla vicinanza di molte persone riacquistò la salute e si diede alle opere di carità. Se riguardo al dicembre 1915 ebbe a scrivere che "un giorno non mi sentii più io: mi spaventai di me", riferendosi al settembre 1916 scrisse: "E un bel giorno mi sentii me stesso. Le ali erano rispuntate". ​L'articolo di Anthony Bianco, L'orribile tentazione di padre Semeria - apparso in Barnabiti Studi 1 (1984), pp. 193-208 - descrive accuratamente i momenti più acuti e drammatici della depressione di padre Semeria, riportando soprattutto gli scritti del medesimo e di coloro che gli stettero maggiormente vicino.



Ulteriori approfondimenti in:

A. M. Gentili, Padre Giovanni Semeria nel 75° della morte. Lineamenti biografici e rassegna bibliografica, in Barnabiti Studi,  23 (2006), pp. 291-377, in

http://ufficiocomunicazioni.barnabiti.net/?wpdmact=process&did=MjcuaG90bGluaw==


A 75 anni dalla morte del Servo di Dio P. Giovanni Semeria. Una coscienza insoddisfatta. Atti del Convegno (Roma, 15 marzo 2007), in Barnabiti Studi 25 (2008), in

http://ufficiocomunicazioni.barnabiti.net/?wpdmact=process&did=NDEuaG90bGluaw==

Segue PDF
Giovanni_Semeria_e_la_orribile_tentazione.pdf



 

Una piemontese a Napoli: Maria Cristina di Savoia

A cura di P. Pietro Messa, ofm

Nel Natale 2013 ci si preparava alla beatificazione di Maria Cristina di Savoia avvenuta il sabato 25 gennaio 2014, nella Basilica di Santa Chiara a Napoli; il successivo 31 gennaio si è celebrata per la prima volta la sua festa liturgica. Il 23 novembre scorso vi è stata poi la canonizzazione del beato Ludovico da Casoria, un francescano coetaneo della "Reginella santa". Tutto ciò è un invito a prepararsi a celebrare il primo anniversario della beatificazione della beata Maria Cristina di Savoia (25 gennaio 2015) e la prossima festa liturgica del 31 gennaio nel miglior modo dovuto, ossia approfondendo meglio la sua vicenda e divulgandone la sua conoscenza.
 

Chiara d’Assisi e la preghiera per i defunti

Chiara d’Assisi vive e propone una vita di preghiera in cui si è, come scrive a sant’Agnese di Boemia, «collaboratrice di Dio stesso e colei che rialza le membra cadenti del suo corpo ineffabile».
 
A cura di P. Pietro Messa

Il 4 maggio 1972 fu emanato il Decretum approbationis scriptorum et doctrinae Ioannis Duns Scoti in cui in cui veniva usata la tradizionale formula «nihil obstare quominus ad ulteriora procedatur», ossia poteva continuare la causa di beatificazione del teologo francescano Giovanni Duns Scoto essendo i suoi scritti e la sua dottrina consona alla fede della Chiesa. In merito a questo pronunciamento uno dei consultori storici nella fase del processo relativa al culto affermò che non esso è solo il «superamento» di una inveterata e preconcetta posizione antiscotista, ma è anche «un avvenimento per la storia della teologia, motivo di riflessione»: «Proprio in questa prospettiva più ampia io vedo la presente Causa, e vorrei che fosse conosciuta, in una forma non tecnica quale è la presente, nel campo degli studiosi, ed anche nelle nostre scuole di storia ecclesiastica e di metodologia storica».
 

Giovanni XXIII: una vita segnata da san Francesco

Incontro con Marco Roncalli nella prima festa liturgica di papa Giovanni

Sabato 11 ottobre 2014 è la prima festa liturgica di san Giovanni XXIII; in tale occasione presso la Pontificia Università Antonianum alle ore 16,00 Marco Roncalli illustrerà un aspetto importante, anche se non sempre considerato, ossia la componente francescana della vita e spiritualità di papa Giovanni. In preparazione a tale incontro ecco sotto la introduzione che il cardinal Loris Francesco Capovilla ha scritto per il volume San Carlo da Sezze. L’umile francescano di papa Giovanni pubblicato dalla editrice Velar (Gorle 2014).
 
Fr. Giovangiuseppe Califano, ofm

In occasione del bicentenario della nascita di P. Ludovico da Casoria (1814-2014) le Suore Francescane Elisabettine Bigie, con iniziativa davvero encomiabile, hanno voluto offrire ai devoti e cultori del prossimo santo la ristampa anastatica della celebre biografia scritta dal cardinale Alfonso Capecelatro, della Congregazione dell’Oratorio, Arcivescovo di Capua. Si tratta del testo che in maniera più immediata e coinvolgente ci fa conoscere il grande frate minore che fu detto “il San Francesco del XIX secolo”. Alla vigilia della ormai prossima canonizzazione, il volume è uno strumento indispensabile per quanti vogliano approfondire le opere e la spiritualità di San Ludovico.
 

Giovanni XXIII e l’ermeneutica della riforma

A cura di P. Pietro Messa ofm

Il cardinal Roncalli: “Ogni epoca ha le sue opere d’arte”

Il cardinale Angelo Roncalli annota nei suoi diari all’anno 1958: “30 agosto, sabato […] Passando da Lodi arrivammo a Rivolta d’Adda, dove fui ammirato della Casa Generale delle Suore Adoratrici fondate dal ven. Francesco Spinelli presso la cui tomba fui ben contento di pregare. Come il Signore lavora i suoi Santi! Ivi incontrai parecchie anime sacerdotali distinte. Verso le 16 dopo aver visitata la parrocchiale di Rivolta molto interessante: mi rimisi in viaggio che fu felice. Alle 21 giungemmo felicemente a Venezia”. Di quella visita si ha anche una relazione, recentemente ripubblicata da La Voce di sant’Alberto, stesa dal parroco – monsignor Felice Soregaroli, che lo accolse nella Basilica di San Sigismondo e Maria Assunta in Rivolta d’Adda – in cui traspare la visione ecclesiale di colui che dopo pochi mesi fu eletto pontefice assumendo il nome di Giovanni XXIII. Infatti nella sua valutazione dei diversi stili artistici presenti nella Basilica di Rivolta d’Adda si percepisce quell’ermeneutica della riforma che lo guiderà anche nella convocazione del concilio Vaticano II.
 
A cura di P. Pietro Messa

Ventesimo anniversario della lettera per il centenario della evangelizzazione cinese



Nel 1994 Giovanni Paolo II non volle che passasse inosservato il settimo centenario dell’inizio della presenza in terra di Cina del francescano Giovanni da Montecorvino. Pertanto l’8 settembre indirizzò una lettera all’allora Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, cardinal Jozef Tonko, in cui riconobbe “Giovanni da Montecorvino, primo evangelizzatore fra i cinesi e primo Arcivescovo di Khambaliq, l'attuale Pechino”. Tale centenario volle ricordarlo anche nella lettera apostolica Tertio millennio adveniente circa la preparazione del Giubileo dell’Anno 2000 e la Città del Vaticano emise un apposito francobollo dedicato a tale ricorrenza. A distanza di vent’anni, considerando anche che la Chiesa ha canonizzato – ossia riconosciuto canonicamente – la santità di Giovanni Paolo, risulta alquanto significativo quanto ebbe a scrivere il Papa nel 1994.

 
A cura di P. Pietro Messa, ofm

In una storia comparata risalta l’originalità del pontificato di papa Sarto

Il centenario della morte di Pio X non è soltanto l’occasione di eventi celebrativi, ma anche di convegni, conferenze, ricerche e pubblicazioni che offrono ulteriori apporti alla comprensione di papa Sarto. In ciò importante è – pur considerando i diversi contesti storici – la comparazione con quanto avvenuto con altri pontificati in modo da cogliere ciò che è comune e quindi anche l’originalità di ciascuno. Così ad esempio interessante è studiare e comparare il ruolo che i segretari personali dei pontefici ebbero nella trasmissione del ricordo di un determinato papa, ossia la costruzione della memoria (al riguardo cfr. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, una santità narrata dai segretari personali, in http://www.ilcattolico.it/catechesi/santi/giovanni-xxiii-e-giovanni-paolo-ii-una-santita-narrata-dai-segretari-personali.html).
 
A cura di P. Pietro Messa, ofm

Maestro Ignacio Valdez-allieva Sofia Novelli con laiuto dellallieva Shana Smith - b. Maria Cristina di Savoia - Chiesa Parrocchiale S. Maria Maddalena di Casamicciola - IschiaLa beata Maria Cristina di Savoia sarà oggetto di particolare attenzione negli annuali festeggiamenti in onore di santa Maria del Pozzo presso la Basilica di Capurzo (Bari). Infatti nel programma è prevista per sabato 6 settembre alle ore 19,00 la Celebrazione di Commemorazione della beata Maria Cristina di Savoia presieduta da p. Agostino Esposito, Ministro Provinciale dei frati Minori di Napoli. Tale iniziativa è maggiormente comprensibile se si considera che, dopo l'elevazione da parte del beato Pio IX del Santuario a Basilica minore, nel 1853 fu proclamata Reale Basilica dal Re Ferdinando II di Borbone, ancora memore del pellegrinaggio a Capurso ai piedi della Madonna. Su luogo del Pozzo dove fu rinvenuta l'Immagine fu edificata una Cappella, la cui prima pietra, per volere ed interessamento di Ferdinando II, fu benedetta il 9 maggio 1858.