Chiesa

Nelle mani giuste

di JOSEPH RATZINGER

Principio e fine, — probabilmente al Papa, che pellegrina verso l’interno e verso l’alto, il nesso esistente tra loro è apparso chiaro pro-prio nella Cappella Sistina, dove Michelange-lo ci ha donato le immagini dell’inizio e della fine — la visione della creazione e l’imp onen-te dipinto del giudizio finale. La contemplazione del Giudizio Universa-le, nell’epilogo della seconda tavola, è forse la parte del Trittico che commuove di più il lettore.
Dagli occhi interiori del Papa emerge nuovamente il ricordo dei conclavi dell’ago-sto e dell’ottobre 1978. Poiché anch’io ero presente, so bene come eravamo esposti a quelle immagini nelle ore della grande deci-sione, come esse ci interpellavano; come insi-nuavano nella nostra anima la grandezza del-la responsabilità. Il Papa parla ai Cardinali del futuro Conclave «dopo la mia morte» e dice che a loro parli la visione di Michelan-gelo. La parola Con-clave gli impone il pen-siero delle chiavi, dell’eredità delle chiavi la-sciate a Pietro. Porre queste chiavi nelle mani giuste: è questa l’immensa responsabilità in quei giorni. Si ricordano così le parole di Ge-sù, il «guai» che ha rivolto ai dottori della legge: «avete tolto la chiave della scienza» (Luca, 11, 52). Non togliere la chiave, ma usarla per aprire affinché si possa entrare per la porta: a questo esorta Michelangelo.

© Osservatore Romano - 10 marzo 2013


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