Apologetica
Burattini convinti di essere uomini
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- Creato: 16 Gennaio 2008
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I segnali di intollerenza che hanno segnato le vicende di questi giorni all'Università della Sapienza non devono portare fuori strada.
Le dinamiche di fondo non sono certo la questione della laicità, della laicità dello stato, dell'autonomia della scienza, di Galileo.
No le dinamiche di fondo sono una battaglia senza esclusione di colpi che i cattolici sono chiamati a condurre contro il mistero dell'iniquità.
Di questo bisogna esserne consapevoli.
Questo non significa che dobbiamo cadere in uno sterile vittimismo, né in attegiamenti superstiziosi, né millenaritistici, né allarmistici, nè che bisogna smettere il dialogo con la ragione e nella ragione.
Il credente sa che la sua battaglia più grande è contro di sè, o meglio contro quella parte di sé malata ed egoista, ma anche contro il "mondo" e contro satana. C'è indubbiamente una regia che sollecita gli animi ribelli, le situazioni, le macchinazioni, contro il papa, questo papa, Benedetto XVI.
Santo Padre che propone, con mite fermezza, la via del dialogo e della ragione sui motivi veri e sostanziali del nostro esser-ci e della nostra vocazione umana ed eterna.
Anche di questo bisogna esserne consapevoli. Senza spiritualismi ma con estremo realismo.
Tutte le volte che si tocca la famiglia, la vita, l'identità sessuale, la morale naturale, la ragione, l'educazione, ci si inoltra nel campo dei "fondamenta" naturali della società e dell'identità umana.
Fondamenta necessari affinché ci sia poi un atto di fede solido e maturo.
La "grazia suppone la natura e la perfeziona". Proprio questa "natura", questo fondamento viene attaccato.
Pertanto satana cercherà di disgregare proprio questi umanissimi aspetti con il suo umanesimo scimmiesco proprio per portare avanti il suo disegno.
Come diceva l'attore Al Pacino nelle vesti di satana: "... io sono il primo degli umanisti!"
Per cui ogni volta che il vero umanesimo, quello naturale, quello evangelico, viene annunciato, cercato, proposto... proprio allora, "la cultura delle ombre", si agita e manda i suoi, spesso inconsapevoli, accoliti.
Poco conta se questi siano massoni, politici, pseudo-scienziati, teologi dissidenti, persone chiave un po qui un po la.
Il maligno fa leva sulle debolezze nostre, mie e tue, per seminare zizzania e scodellare il suo umanesimo cialtrone.
Ma la differenza tra questo umanesimo da burla che promuove aborto, dissoluzione della famiglia, rapporti promiscui, eutanasia, manipolazione embrionale e genetica, soggetivismo, nichilismo, ateismo,
rispetto all'umanesimo naturale e del vangelo è tuttavia semplice.
L'umanesimo di satana non dà la vita. Anzi, uccide.
E uccide in maniera sopraffina, lentamente, pezzo per pezzo, smontando l'uomo dal di dentro e portandolo alla disperazione e al nulla.
satana incarta e ripiega l'uomo nel suo limite e nelle sue follie.
Uccide, ma con fascino; nel fascino dell'autostima fondata sul narcisismo e sull'ideologia.
Il capolavoro, più che le possessioni, è proprio la follia e la disperazione alimentata da una superbia ed un orgoglio strutturato.
La parabola del soggettivismo, del primato della coscienza, del narcisismo scientifico e ideologico, porta al nulla.
Non un nulla mentale ma quello profondo, dell'essere.
In sostanza un'anteprima, un già e non ancora dell'inferno.
Di questo bisogna esserne consapevoli.
Senza perdere la speranza e la gioia del cuore ma sapendo che ogni giorno la battaglia c'é ed è in gioco ben di più che piccole questioni.
E' in gioco l'uomo, la sua bellezza, così come è uscita dalle mani di Dio e ancora più dalle mani del Risorto.
L'uomo è spesso convinto di essere uno "che vale" ma è spesso solo un burattino in mano di questa regia finissima a cui si presta per assenzo grazie alla sua coscienza ferita e al suo bisogno di Dio, nella scorciatoia "muta" dell'arrivvarci senza Dio.
Pensa di essere libero, uno che pensa e che decide, ed invece è schiavo e marionetta della sua miseria e talvolta della scimmia di Dio.
Anzi è talmente schiavo che non lo vede e che si ostina di essere cieco.
Per questo rifiuta la luce seppure ne abbia terribilmente bisogno per essere, veder-si, amare.
Ma attenzione non è che l'uomo sia manovrato.
L'uomo sceglie di essere manovrato. Sceglie di danneggiarsi, di farsi tarpare le ali della vita.
Sceglie l'oscurità non con scelte plateali, ma quotidiane, feriali, con il "cosa vuoi che sia...", con il "pur obbedendo...", con le ipocrisie quotidiane che fanno struttura, con la mediocrità della superbia, con il narcisismo segno di un'autostima insanata. Con la "caciara".
Con il fascino narcisistico, complessato e provinciale dell'ideologia.
Per questo abbiamo bisogno di pudore e di umiltà, anzi, dell'umiltà di Cristo Gesù.
Per questo abbiamo bisogno di speranza e di gioia; quella vera.
Quella feriale e quotidiana che fissa lo sguardo alle meraviglie che Dio compie e non alle cose che non vanno.
Il male c'è, si è consapevoli, ma non è degno di attenzione, di "viso ricurvo".
Di un'anima ripiegata e incartata nel delirio di onnipotenza.
Il nostro sguardo è chiamato ad andare verso il Cielo, verso lo stupore, verso il pudore, verso le cose belle di ogni giorno.
A tutto il bene, che, per grazia, ogni giorno possiamo compiere come servi inutili e gioiosi dell'amore fatto carne che è Cristo Gesù.
Qui si pongono le basi della sapienza e dell'università della vita, nella persona di Cristo Gesù e nell'amore che viene da lui.
Betlemme è il progetto educativo,
Nazareth la nostra università,
seguire i passi di Gesù nel ministero la nostra vocazione.
Abbracciare Pietro e sostenerlo è il nostro compito.
Essere cattolici è la nostra laurea.
Il nostro destino è il cuore del Padre.