Apologetica
A proposito di carteggi e di cordate..
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- Creato: 28 Maggio 2012
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I fatti dolorosi di questi giorni che turbano le coscienze di molti sono non solo occasione di dolore ma anche provvidenziale per crescere nel nostro amore alla Chiesa.
Ma riassumiamo per punti quello che secondo noi dovrebbe essere il corretto approccio a questi eventi.
1 - Turbarsi e soffrire si, scandalizzarsi mai. Chi ha studiato un pochino la storia della Chiesa sa benissimo che questi nostri tempi non sono peggiori di altri, anzi. Le cordate di curia ci sono sempre state. Dove c'è l'umanità c'è il limite e viene fuori anche tutta la miseria umana. La guarigione radicale e profonda del nostro cuore è opera lunga e faticosa e nessuno è immune ad un cammino rigoroso e costante. Tanto più se ha ruoli di responsabilità. Quindi soffrire per il male commesso ed evidente ma non scandalizzarsi mai; il primo obiettivo da avere è sempre la propria e personale conversione a Cristo e ad un senso di Chiesa maturo.
2 - Chiamare le cose per nome ma non sentirsi migliori di chi compie la miseria e il peccato. Chi sbaglia, anche grossolonamente, vistosamente e talvolta delittuosamente va sempre amato. Dietro il nostro desiderio di "scaricare" il puntuale ed ontologico senso di colpa che abbiamo, siamo portati a vedere sempre il male fuori di noi piuttosto che dentro di noi. Un modo infantile di gestire la propria conversione. Tanto più se il fratello o la sorella ha compiuto veramante atti riprovevoli e altamente stridenti in base all'incarico, all'ufficio e al ministero che "porta". Ma puntare il dito verso il peccatore e non verso il peccato è sport troppo comune. Persino in coloro che sono vaticanisti, opinionisti e bloggisti.
3 - "Via col vento in Vaticano" non poteva avere altro che le edizioni Kaos per essere pubblicato. Ho letto nel 1999, a fondo, questo testo ed è veramente un caos di citazioni, spiritualismi, vicende un po vere, un po gonfiate e un po travisate. Non è un testo che ha fatto e fa bene alla Chiesa ma alimenta in forma larvale quel solido anticlericalismo Massone che vorrebbe invece combattere. Ci spiace per Padre Amorth, che è un santo sacerdote, ma esporre e dare fiato a questo libro è stata un'operazione scorretta e in certo qual modo fa il gioco del nemico dell'uomo, oltre che rivela una manifesta incapacità di conoscere i mezzi massmediali che alimentano, se mal usati e con pareri avventati, gossip, manicheismi, complottismi e quantaltro. E chi da voce a Padre Amorth si fa complice di questo disamore alla Chiesa. Ripeto non bisogna tacere il male ma bisogna chiamarlo con esattezza all'interno di una cornice sostanziale di bene che viene fatto anche nelle curie. E' da comari dire "aah, ooh, però, tutto un marciume, ecc". I social network ed internet alimentano il provincialismo da bar presente in ciascuno di noi se viene usato male. Se viene usato male, ama il rumore non la verità nella carità.
4 - Papisti? Con Benedetto XVI è facile. Per tanti motivi. A mio personale parere è uno dei papi più grandi che la provvidenza ha posto nel ruolo di Pietro e in questi fatti è decisamente una parte lesa. Ma anche qui bisogna ricordare che Gesù, nella preghiera sacerdotale non ha pregato solo per Pietro, ma perché tutti "siano uno" come la famiglia Trinitaria. A Pietro ha dato la rassicurazione di aver pregato per Lui proprio nel Gestemani e nel contempo di confermare i suoi fratelli, cioè i suoi più prossimi, il "collegio apostolico" e tutto il popolo affidato. Vedere il Santo Padre come una vittima soltanto o in altri momenti come una specie di "zorro" che, finalmente c'è lui che risolve le cose, è decisamente infantile e manifesta un senso di Chiesa immaturo. Dobbiamo tutti crescere. Amiamo dunque Pietro e stringiamoci a Lui, amiamo anche tutti i Vescovi e i cardinali, i sacerdoti e gli operatori pastorali - e sono la maggiore parte - che lavorano continuamente per il Regno, con amore e passione evangelica. Amiamo anche chi sbaglia, chi è carrierista, chi punta al prestigio, alla lussuria del potere e alla politica alla Keriot e che ha dimenticato la sua "elezione apostolica", anziitutto non cadendo anche noi in questi tranelli della nostra umanità ferita e dei miasmi del "nemico dell'uomo". Denunciamo il male ma per amore, non per gossip o sentendoci migliori, ma servi. E, soprattutto, denunciamo il male di cui siamo certi nelle modalità che sono realmente utili alla Chiesa e non a sporcarne la veste con una modalità umanissima e mondana. Certo giornalismo o bloggismo fa più danni che bene.
5 - Ci sono alcuni che per non essere definiti clericali devono fare gli outsider. E lo fanno da una vita. Non faccio nomi perché non serve. Ma qui siamo proprio all'asilo nido. Occorre realmente crescere ed imparare ad amare la Chiesa. Se è vero che i pastori hanno il sacrosanto dovere di fare i pastori, anche noi abbiamo il sacrosanto dovere di prenderci cura di loro. Ci vuole molta più fatica nel dire le cose apertamente ed in maniera evagelica piuttosto che gettare la nostra opinione nel calderone del caos che il nemico dell'uomo ama fare a danno della Chiesa. Apertamente in maniera evangelica significa, ce lo dice il Vangelo, correzione diretta, poi con testimoni, poi pregare per il fratello o la sorella. L'opinionismo serve a poco e può essere utile solo quando ribadisce i criteri che condannano atti, gesta, ideologie e mentalità ma mai le persone. Questo deve trasparire chiaramente: amore a chi sbaglia. Un tuo fratello o una tua sorella per cui Cristo è morto e risorto. Altro che laicato maturo e da Concilio Vaticano II, qui siamo proprio in zona pre-adolescenziale. Troppo poco amore e troppo invece culto di sé. Troppo poco Cristo e molto di sé. La Grazia suppone la natura e questa natura laicale è immatura... e non è certo questione di "contenuti" assunti o meno, ma di cammino fatto in ginocchio. La cultura in italia e nel mondo, fatta dai santi, chierici e laici, manifesti e nascosti, è stata fatta amando la Chiesa e servendola in ginocchio come la cosa più bella e preziosa che Cristo ci ha donato. Amandola tutta, anche quella piagata, vergognosa e ferita. Ma il medico non siamo noi.
Cari amici che avete avuto la pazienza di leggere queste poche righe che ritenevamo doverose. E parliamo con cognizione di causa perché siamo nel dentro di tutte le realtà pastorali, nei laici e nella gerarchia. Conosciamo per nome e cognome tutti i lati oscuri di questa nostra Chiesa ma anche tutte le meraviglie che germogliano ovunque, anche nelle curie.. amiamo, dunque, la Chiesa e stringiamoci attorno a Cristo, a Pietro e a tutti i nostri pastori chiedendo per noi e per loro il dono concreto di una conversione quotidiana e alimentando al massimo il carisma sacerdotale fornitoci con il battesimo offrendo digiuni e preghiere soprattutto per tutti i nostri pastori a cominciare da Pietro.
Non facciamoci distrarre dai turbamenti ma cogliamo a fondo la bellezza della Pentecoste appena celebrata.
Paul e Staff ZM
Ma riassumiamo per punti quello che secondo noi dovrebbe essere il corretto approccio a questi eventi.
1 - Turbarsi e soffrire si, scandalizzarsi mai. Chi ha studiato un pochino la storia della Chiesa sa benissimo che questi nostri tempi non sono peggiori di altri, anzi. Le cordate di curia ci sono sempre state. Dove c'è l'umanità c'è il limite e viene fuori anche tutta la miseria umana. La guarigione radicale e profonda del nostro cuore è opera lunga e faticosa e nessuno è immune ad un cammino rigoroso e costante. Tanto più se ha ruoli di responsabilità. Quindi soffrire per il male commesso ed evidente ma non scandalizzarsi mai; il primo obiettivo da avere è sempre la propria e personale conversione a Cristo e ad un senso di Chiesa maturo.
2 - Chiamare le cose per nome ma non sentirsi migliori di chi compie la miseria e il peccato. Chi sbaglia, anche grossolonamente, vistosamente e talvolta delittuosamente va sempre amato. Dietro il nostro desiderio di "scaricare" il puntuale ed ontologico senso di colpa che abbiamo, siamo portati a vedere sempre il male fuori di noi piuttosto che dentro di noi. Un modo infantile di gestire la propria conversione. Tanto più se il fratello o la sorella ha compiuto veramante atti riprovevoli e altamente stridenti in base all'incarico, all'ufficio e al ministero che "porta". Ma puntare il dito verso il peccatore e non verso il peccato è sport troppo comune. Persino in coloro che sono vaticanisti, opinionisti e bloggisti.
3 - "Via col vento in Vaticano" non poteva avere altro che le edizioni Kaos per essere pubblicato. Ho letto nel 1999, a fondo, questo testo ed è veramente un caos di citazioni, spiritualismi, vicende un po vere, un po gonfiate e un po travisate. Non è un testo che ha fatto e fa bene alla Chiesa ma alimenta in forma larvale quel solido anticlericalismo Massone che vorrebbe invece combattere. Ci spiace per Padre Amorth, che è un santo sacerdote, ma esporre e dare fiato a questo libro è stata un'operazione scorretta e in certo qual modo fa il gioco del nemico dell'uomo, oltre che rivela una manifesta incapacità di conoscere i mezzi massmediali che alimentano, se mal usati e con pareri avventati, gossip, manicheismi, complottismi e quantaltro. E chi da voce a Padre Amorth si fa complice di questo disamore alla Chiesa. Ripeto non bisogna tacere il male ma bisogna chiamarlo con esattezza all'interno di una cornice sostanziale di bene che viene fatto anche nelle curie. E' da comari dire "aah, ooh, però, tutto un marciume, ecc". I social network ed internet alimentano il provincialismo da bar presente in ciascuno di noi se viene usato male. Se viene usato male, ama il rumore non la verità nella carità.
4 - Papisti? Con Benedetto XVI è facile. Per tanti motivi. A mio personale parere è uno dei papi più grandi che la provvidenza ha posto nel ruolo di Pietro e in questi fatti è decisamente una parte lesa. Ma anche qui bisogna ricordare che Gesù, nella preghiera sacerdotale non ha pregato solo per Pietro, ma perché tutti "siano uno" come la famiglia Trinitaria. A Pietro ha dato la rassicurazione di aver pregato per Lui proprio nel Gestemani e nel contempo di confermare i suoi fratelli, cioè i suoi più prossimi, il "collegio apostolico" e tutto il popolo affidato. Vedere il Santo Padre come una vittima soltanto o in altri momenti come una specie di "zorro" che, finalmente c'è lui che risolve le cose, è decisamente infantile e manifesta un senso di Chiesa immaturo. Dobbiamo tutti crescere. Amiamo dunque Pietro e stringiamoci a Lui, amiamo anche tutti i Vescovi e i cardinali, i sacerdoti e gli operatori pastorali - e sono la maggiore parte - che lavorano continuamente per il Regno, con amore e passione evangelica. Amiamo anche chi sbaglia, chi è carrierista, chi punta al prestigio, alla lussuria del potere e alla politica alla Keriot e che ha dimenticato la sua "elezione apostolica", anziitutto non cadendo anche noi in questi tranelli della nostra umanità ferita e dei miasmi del "nemico dell'uomo". Denunciamo il male ma per amore, non per gossip o sentendoci migliori, ma servi. E, soprattutto, denunciamo il male di cui siamo certi nelle modalità che sono realmente utili alla Chiesa e non a sporcarne la veste con una modalità umanissima e mondana. Certo giornalismo o bloggismo fa più danni che bene.
5 - Ci sono alcuni che per non essere definiti clericali devono fare gli outsider. E lo fanno da una vita. Non faccio nomi perché non serve. Ma qui siamo proprio all'asilo nido. Occorre realmente crescere ed imparare ad amare la Chiesa. Se è vero che i pastori hanno il sacrosanto dovere di fare i pastori, anche noi abbiamo il sacrosanto dovere di prenderci cura di loro. Ci vuole molta più fatica nel dire le cose apertamente ed in maniera evagelica piuttosto che gettare la nostra opinione nel calderone del caos che il nemico dell'uomo ama fare a danno della Chiesa. Apertamente in maniera evangelica significa, ce lo dice il Vangelo, correzione diretta, poi con testimoni, poi pregare per il fratello o la sorella. L'opinionismo serve a poco e può essere utile solo quando ribadisce i criteri che condannano atti, gesta, ideologie e mentalità ma mai le persone. Questo deve trasparire chiaramente: amore a chi sbaglia. Un tuo fratello o una tua sorella per cui Cristo è morto e risorto. Altro che laicato maturo e da Concilio Vaticano II, qui siamo proprio in zona pre-adolescenziale. Troppo poco amore e troppo invece culto di sé. Troppo poco Cristo e molto di sé. La Grazia suppone la natura e questa natura laicale è immatura... e non è certo questione di "contenuti" assunti o meno, ma di cammino fatto in ginocchio. La cultura in italia e nel mondo, fatta dai santi, chierici e laici, manifesti e nascosti, è stata fatta amando la Chiesa e servendola in ginocchio come la cosa più bella e preziosa che Cristo ci ha donato. Amandola tutta, anche quella piagata, vergognosa e ferita. Ma il medico non siamo noi.
Cari amici che avete avuto la pazienza di leggere queste poche righe che ritenevamo doverose. E parliamo con cognizione di causa perché siamo nel dentro di tutte le realtà pastorali, nei laici e nella gerarchia. Conosciamo per nome e cognome tutti i lati oscuri di questa nostra Chiesa ma anche tutte le meraviglie che germogliano ovunque, anche nelle curie.. amiamo, dunque, la Chiesa e stringiamoci attorno a Cristo, a Pietro e a tutti i nostri pastori chiedendo per noi e per loro il dono concreto di una conversione quotidiana e alimentando al massimo il carisma sacerdotale fornitoci con il battesimo offrendo digiuni e preghiere soprattutto per tutti i nostri pastori a cominciare da Pietro.
Non facciamoci distrarre dai turbamenti ma cogliamo a fondo la bellezza della Pentecoste appena celebrata.
Paul e Staff ZM